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L’esperienza del Distretto Scolastico n. 26 di Rossano: Una pagina scolastica degli anni ’80-’90 ancora valida?

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CORIGLIANO-ROSSANO - Molti ormai gli anni che fisicamente e operativamente mi tengono lontano dalla Scuola, a contatto con il suo ambiente, con i colleghi e soprattutto con gli alunni, fulcro nodale di ogni progetto, di ogni attività, di ogni relazione. Dopo quanto dato, come docente, durante la mia attività professionale, sempre a disposizione dell’altro, osservando ciò che accade nella scuola di oggi, molti sono gli interrogativi che mi assalgono e ai quali, se pure in maniera distaccata, cerco a me stesso di dare delle risposte. 

Tra le tante, una in particolare. Infatti, da sempre penso se quanto realizzato, durante la mia Presidenza al Distretto Scolastico n. 26 di Rossano, sia stato utile e soprattutto se quella esperienza abbia offerto delle opportunità al sistema scolastico di allora. Sul tema, perché tutto non cadesse nel dimenticatoio, come testimonianza documentata, io stesso pubblicai il mio primo libro, se vogliamo di testimonianza, dal titolo: Il Distretto Scolastico n. 26 di Rossano – Organi Collegiali e Partecipazione. 
  
Rileggendo ora quel volume affiora l’interrogativo ossia se quanto fatto in quegli anni, sostenuto da molti come una pagina scolastica unica di grande valenza e interesse per tutta la scuola, possa ancora oggi, la stessa, essere ritenuta valida e come punto di riferimento per la scuola di oggi. Nel prosieguo di questo intervento alcune risposte, ma soprattutto il modus operandi, le azioni sequenziali adottate, la relazione continua tra le persone, quella del singolo con il gruppo, quella dell’Istituzione con le Comunità di riferimento e con i soggetti attivi del territorio distrettuale. 

Il volume indicato di cui si fornisce l’immagine di copertina offre la cronistoria delle attività del Distretto Scolastico N. 26 di Rossano tra il 1988 e il 1997, mettendo in risalto il ruolo degli organi collegiali e la partecipazione della comunità. Si riassumono le elezioni per il Consiglio Scolastico Distrettuale e la Giunta Esecutiva, con i nomi dei membri eletti nel tempo. Sono inoltre illustrate le numerose e straordinarie iniziative e progetti promossi dal Distretto, come corsi di formazione, concorsi ambientali, attività sportive e seminari su temi sociali e pedagogici, evidenziando la forte intesa e collaborazione con enti locali del tempo e le associazioni per il miglioramento dei servizi scolastici e il sostegno agli studenti. Il testo raccoglie  anche numerosi articoli di giornale che documentano molte delle attività espletate, mostrando l'impegno del Distretto nel promuovere la partecipazione democratica e come questo affrontò le sfide educative e sociali del territorio.

Se oggi, soprattutto i docenti e i dirigenti scolastici, dessero una rilettura al volume, presente in tutte le biblioteche scolastiche, potrebbero trovare una serie di documenti molto interessanti e forse anche delle risposte. Documenti che hanno riguardato la vita di un Organo Collegiale come il Distretto Scolastico n, 26 di Rossano in Calabria. Documenti che coprono più o meno un periodo, diciamo, tra la fine degli anni ottanta e la fine degli anni novanta. Quasi un decennio, dandoci un quadro, credo, della vita scolastica e della partecipazione di quel tempo. 

La rilettura aiuta a capire meglio cosa fosse quel Distretto Scolastico al di là della burocrazia. L’organo collegiale, non era visto solo come un ufficio, assolutamente. Sono gli stessi documenti che lo definiscono fin dall’inizio uno strumento interessante per sostenere la partecipazione democratica delle comunità locali, delle forze sociali. Ed è stato proprio così, l’obiettivo era chiaro fin da subito, potenziare le scuole, certo, ma non solo, garantire il diritto allo studio e promuovere una crescita culturale e civile del territorio. Il nostro fu un progetto con una forte valenza sociale. 

La partecipazione si concretizzò, oltre che nella struttura, anche con l’elezione democratica di un Consiglio. Infatti, c’era un meccanismo elettivo ben preciso, che coinvolgeva diverse figure: i genitori, c’erano liste specifiche come Presenza Cristiana e Partecipazione Responsabile, che faceva capo all’UCIIM, ma anche le forze sociali, i sindacati come CGIL, CISL, altre sigle sindacali dell’epoca e ovviamente il personale scolastico. Quindi si trattava di un sistema abbastanza complesso che faceva riferimento a delle figure chiave: il presidente, Franco Emilio Carlino, il Consiglio Scolastico Distrettuale, la Giunta Esecutiva. 

Il Distretto copriva un’area molto vasta, ben 14 comuni della Sila Greca, da Rossano a Cariati, Longobucco, Mandatoriccio. Pensate che coordinare tutto questo non è stato per nulla semplice. 

Tornando agli aspetti pratici come operava il Distretto nel quotidiano, va detto che inizialmente si stampò un Vademecum, che fu un ottimo esempio. Era una sorta di guida pubblicata già nel 1888-89, pensata per gli operatori scolastici, quindi molto utile. Al suo interno c’erano normative, informazioni pratiche, numeri utili, un modo per facilitare il lavoro di tutti i giorni. Ma le iniziative andavano ben oltre la semplice informazione. Qualcuno potrebbe chiedere, tipo? Di particolare rilevanza, una cosa che impressionò i diversi soggetti operatori fu come il Distretto volle affrontare i temi sociali, anche scottanti. Ad esempio, nel 1987 portò avanti un progetto pilota sull’Educazione alla salute e sulla prevenzione delle devianze giovanili, con un focus specifico sulle tossico dipendenze finanziato dalla Regione. Quindi un impegno forte su problematiche reali del territorio.  

L’impegno dell’Organo Collegiale non si limitò al supporto delle materie curriculari nelle scuole, ma cercò di essere un attore sociale e questo si notò anche in un altro ambito fondamentale, come l’inclusione degli alunni con difficoltà. Proprio loro. Venne istituita una equipe allargata per l‘integrazione degli alunni con handicap. E non era solo un nome. Si crearono dei sottogruppi  di lavoro: uno per materiali, uno per gestire i passaggi tra i diversi gradi di scuola, uno per il primo inserimento. Un progetto molto strutturato. La collaborazione con gli Enti del territorio fu indispensabile per raggiungere gli obiettivi programmati. 

Il Distretto organizzò seminari, tavole rotonde, cercò attivamente l’intesa con l’Usl di allora, con i Comuni, con il Provveditorato. L’idea era creare una vera rete. Il lavoro fu notevole ma i risultati furono sotto gli occhi di tutti. 

Per i ragazzi più grandi, quelli alla fine delle medie, fu creato un supporto per le scelte future.  Un altro punto qualificante dell’attività distrettuale: il Progetto di Orientamento Longitudinale. realizzato in collaborazione con il COSP (Centro di Orientamento Scolastico e Professionale) di Cosenza, un centro specializzato diretto dal Dott. Mario Pedranghelu. L’idea non era solo dare ai ragazzi una lista di scuole superiori. Era un progetto più ampio. La filosofia che stava dietro era aiutare i ragazzi a conoscersi meglio, a capire i percorsi formativi, ma anche una moderna cultura del lavoro, oltre che responsabilizzarsi a costruire un proprio progetto di vita. Un approccio all’Orientamento decisamente molto avanzato per l’epoca che ci fu riconosciuto da tutti anche attraverso la totale partecipazione delle Scuole al progetto. Leggendo le carte si può notare che tanto fu l’interesse e il successo suscitato nelle scuole del territorio che il modello del progetto fu richiesto anche da altri Distretti in Italia. Progetto, infine, allargato anche ai ragazzi delle Scuole Superiori che coinvolse tutte le scuole e un gran numero di docenti che fecero il Corso di formazione  con il COSP per diventare figure pilota dell’Orientamento e di riferimento nell’ambito della propria scuola.

Il legame con la comunità fu potenziato anche con altre attività più ludiche e culturali. Il Distretto organizzò la giornata dell’ambiente, con un concorso che spingeva proprio a studiare il territorio. Il tutto si concluse con una solenne manifestazione e la premiazione dei vincitori. Ci fu il supporto alle attività della Ludoteca il sasso nello Stagno, portando avanti il progetto: “Il gioco come strumento educativo”. Non mancarono le attività legate allo Sport, con l’organizzazione della Corsa Campestre e i Giochi della Gioventù, itineranti sul territorio distrettuale. Tanti modi per coinvolgere non solo gli studenti, ma anche le famiglie e le Comunità del territorio.  

Ovviamente il Distretto non mancò di affrontare anche le questioni gestionali, che non mancarono mai. Si rese artefice e promotore, insieme al Consiglio Scolastico Provinciale e al Provveditorato agli Studi, fin quando la politica con arroganza se ne appropriò, dei piani di razionalizzazione della rete scolastica, come gli accorpamenti e l’aggregazione di scuole tra loro. 

Pensò alla formazione del personale, con corsi di informatica per i docenti e gli amministrativi già nel 1989, in collaborazione con  Docenti dell’Unical e figure professionali del settore e organizzò numerosi seminari specifici per gli insegnanti di ogni ordine e grado cercando di stare sempre al passo con i tempi. Non è il caso produrre in questa sede il vasto elenco dei temi trattati.  

Mi avvio alla conclusione di questo mio intervento cercando di dare risposta al mio iniziale interrogativo. Dopo quanto riassunto, se dovessimo tracciare un bilancio, che ritratto emerge di questo Distretto Scolastico 26? Per quanto mi riguarda la risposta è molto semplice che può essere così articolata. Se pure a distanza di anni, direi che si tratta del ritratto di un’entità, quella del Distretto 26, molto dinamica che provò davvero ad essere più di un semplice organo amministrativo, un motore di partecipazione che cercò, se pure con i suoi limiti, di connettere la scuola con le sfide del territorio dall’inclusione, all’orientamento, alla prevenzione. Certo non fu tutto facile, in alcuni documenti si può ancora leggere della carenza di risorse finanziarie, un problema classico, ma che sicuramente rappresentò un limite. Quindi, certamente, fu un’esperienza con tante luci, forse qualche ombra, ma sicuramente ricca. E anche se sono passati decenni, e sì, perché il tempo vola, ci lascia forse una ulteriore domanda. Questi documenti raccontano uno sforzo, ormai lontano, per mettere la scuola al centro della comunità, per affrontare problemi sociali importanti attraverso l’educazione. Chissà se quell’approccio con le sue ambizioni e le sue fatiche può ancora dirci qualcosa oggi, penso alle sfide attuali, al bisogno di partecipazione locale, al ruolo sociale che chiediamo alla scuola, soprattutto per costruire ponti di dialogo e di pace. Ecco potrebbe esserci qualche lezione ancora valida.

Franco Emilio Carlino
Autore: Franco Emilio Carlino

Nasce nel 1950 a Mandatoriccio. Storico e documentarista è componente dell’Università Popolare di Rossano, socio della Deputazione di Storia Patria per la Calabria e socio corrispondente Accademia Cosentina. Numerosi i saggi dedicati a Mandatoriccio e a Rossano. Docente di Ed. Tecnica nella Scuola Media si impegna negli OO. CC. della Scuola ricoprendo la carica di Presidente del Distretto Scolastico n° 26 di Rossano e di componente nella Giunta Esecutiva. del Cons. Scol. Provinciale di Cosenza. Iscritto all’UCIIM svolge la funzione di Presidente della Sez. di Mirto-Rossano e di Presidente Provinciale di Cosenza, fondando le Sezioni di: Cassano, S.Marco Argentano e Lungro. Collabora con numerose testate, locali e nazionali occupandosi di temi legati alla scuola. Oggi in quiescenza coltiva la passione della ricerca storica e genealogica e si dedica allo studio delle tradizioni facendo ricorso anche alla terminologia dialettale, ulteriore fonte per la ricerca demologica e linguistica