Oriolo senza presìdi: sicurezza al collasso. «Così i cittadini rischiano di sostituirsi allo Stato»
Il capogruppo consiliare Vincenzo Brancaccio denuncia il vuoto istituzionale: banca chiusa, Poste ridotte, caserma dei Carabinieri sotto organico e videosorveglianza ancora spenta. «La comunità è esposta. Servono interventi immediati»
ORIOLO – La fotografia che emerge dal territorio è allarmante: Oriolo, come molti centri delle aree interne, sta progressivamente perdendo presìdi essenziali di sicurezza, servizi e presenza istituzionale. Un fenomeno che non è più una tendenza, ma una realtà consolidata. E che, secondo il capogruppo consiliare Vincenzo Brancaccio, rischia di portare il paese a una condizione di “abbandono operativo” pericolosa per l’intera comunità.
La chiusura della filiale di Intesa Sanpaolo, il ridimensionamento dell’ufficio postale e la caserma dei Carabinieri sotto organico – con criticità interne che ne limitano la piena funzionalità – hanno creato un vuoto che si riflette direttamente sul tessuto sociale. Un territorio sempre più fragile, sempre più scoperto, sempre più esposto.
A confermare la gravità della situazione è quanto accaduto nella serata di ieri. Alcuni cittadini, notando veicoli sospetti, hanno segnalato i movimenti anomali e sono intervenuti in prima persona, con coraggio e senso civico, riuscendo a individuare soggetti potenzialmente pericolosi e materiale che avrebbe potuto essere utilizzato per compiere reati.
Un gesto lodevole, che Brancaccio definisce “profondamente apprezzabile”, ma che allo stesso tempo rappresenta la spia più preoccupante del momento: i cittadini si stanno sostituendo allo Stato.
Un paradosso, ma anche una conseguenza inevitabile quando un territorio vede ridursi progressivamente la presenza delle istituzioni.
«Non possiamo continuare a vivere affidandoci al coraggio dei singoli – afferma Brancaccio –. La comunità ha bisogno di protezione e presidi veri. Le istituzioni devono intervenire immediatamente».
Il capogruppo chiede un confronto operativo immediato con il Comando dei Carabinieri per rafforzare la caserma locale; e poi l’attivazione immediata del sistema di videosorveglianza, annunciato ma mai entrato in funzione; più vigilanza nell’area industriale, oggi totalmente scoperta; l’introduzione di accessi controllati e chiusure notturne nell’area PIP, per ridurre infiltrazioni e movimenti sospetti.
Interventi concreti, che per Brancaccio rappresentano l’ultimo baluardo per garantire un livello minimo di sicurezza. Oriolo, come molti paesi dell’entroterra, vive un ripetersi di episodi che incrinano il senso di sicurezza collettivo. E in un territorio dove la popolazione è composta in larga parte da anziani soli, la mancanza dei servizi essenziali pesa il doppio.
«Fino a pochi anni fa – ricorda Brancaccio – Oriolo era un paese in cui si viveva a porte aperte. Oggi non più. La comunità ha diritto a serenità e protezione. Ora serve una risposta immediata».
Un appello forte, politico e umano, che chiama direttamente in causa Prefettura, forze dell’ordine, istituzioni regionali e amministrazione comunale. Perché la sicurezza – conclude Brancaccio – «non può più attendere».