«Pago senza beneficio»: scoppia il caso Consorzio di Bonifica. La denuncia di un cittadino apre il fronte delle contestazioni
La denuncia di un proprietario di Corigliano per contributi richiesti «senza alcun vantaggio fondiario», richiamando sentenze recenti che ribaltano la «presunzione di vantaggiosità». Una vicenda che potrebbe riguardare centinaia di contribuenti
CORIGLIANO-ROSSANO - La lettera arriva in redazione come un fiume in piena. È indignato Franco Le Pera che con documenti allegati, riferimenti normativi, sentenze vuole dimostrare l'illegittimità da parte del Consorzio di Bonifica a chiedere la corresponsione di canoni per l'utilizzo delle acque fondiarie. Non una sfuriata d’istinto, ma una denuncia argomentata che rivendica un principio tanto semplice quanto disatteso: «Pago solo se ho un beneficio».
Francesco Le Pera, cittadino di Corigliano-Rossano, residente nell'area urbana di Corigliano, racconta la sua battaglia con il Consorzio di Bonifica. Una battaglia che – se confermata nelle sue premesse – potrebbe aprire un fronte enorme, coinvolgendo centinaia di famiglie della Sibaritide.
Il caso parte da un episodio datato 2018: Le Pera acquista un piccolo appezzamento di terreno e chiede informazioni per avere acqua irrigua. L’impiegato del Consorzio gli spiega che il punto di derivazione dista 500 metri, che bisognerebbe passare su terreni privati e strade pubbliche, «a spese sue». Le Pera rinuncia.
Ma da quel momento – racconta – viene iscritto come consorziato e cominciano ad arrivare annualmente le bollette dei “contributi di bonifica”, nonostante – sostiene – non esista né impianto, né beneficio, né opera consortile riconducibile al suo fondo. «Lo considero un furto di dati per rubarmi dei soldi», scrive senza mezzi termini.
Il cittadino elenca poi le decisioni dei giudici tributari che gli avrebbero dato ragione negli anni: Commissione Tributaria di Cosenza (13/12/2021): ritenuto illegittimo il pagamento indipendentemente dal beneficio fondiario; Corte di Giustizia Tributaria di primo grado di Cosenza (27/05/2024): condanna della società Area Srl e del Consorzio al pagamento delle spese. Corte di Giustizia Tributaria di Latina, sentenza n. 235/03/2025: non è più applicabile la “presunzione di vantaggiosità” basata sulla sola inclusione nel perimetro di contribuenza. Un passaggio, quest’ultimo, dirimente: il Consorzio deve dimostrare, caso per caso, quale beneficio concreto e specifico abbia ricevuto l’immobile.
«Nonostante tutto, continuano a mandare le bollette»: i nuovi avvisi del 2022 e 2025
Nonostante i precedenti giudiziari, Le Pera denuncia che a sua moglie è stato inviato un avviso da 53,65 euro per l’anno 2022, con 60 giorni per il pagamento; l’annata 2025 segna un nuovo avviso da 44,15 euro, da saldare entro il 30 novembre. «Continuano a chiedere soldi senza benefici. Questo sistema non lo digerisco più», scrive il contribuente.
Le Pera punta il dito anche contro la Legge regionale 11/2003, che all’articolo 23 avrebbe introdotto la possibilità di richiedere contributi “indipendentemente dal beneficio fondiario”. Una norma che da vent’anni viene contestata da cittadini, comitati e associazioni, perché – dicono – spalanca la porta a richieste automatiche, anche dove non c’è alcuna opera consortile.
Oggi, però, le nuove sentenze sembrano ribaltare la prassi: senza prova del beneficio diretto, il contributo non sarebbe dovuto. Nella sua lettera, Le Pera elenca anche i passi che un contribuente può compiere: «Se il tuo immobile non trae alcun beneficio, puoi: chiedere al Consorzio quali opere giustificano la richiesta; presentare istanza di annullamento in autotutela; impugnare l’atto davanti alla Corte Tributaria».
Una sorta di “vademecum” spontaneo che mostra la consapevolezza crescente dei cittadini nel fronteggiare una materia complessa e spesso opaca. La denuncia di Le Pera non è un caso isolato. Da anni, in tutta la Calabria, migliaia di proprietari contestano contributi ritenuti illegittimi. Ma una lettera così documentata, accompagnata da sentenze favorevoli, rischia di trasformarsi nel detonatore di un caso politico-giuridico più ampio.
Insomma, siamo davanti a un caso che riguarda l’efficienza dei Consorzi, la trasparenza delle opere, i diritti dei contribuenti ma soprattutto evidenzia un principio antico ma sempre valido: si paga solo se si riceve un beneficio reale. E la Calabria del nord-est potrebbe essere l’epicentro di una battaglia destinata a far rumore. Vedremo.