Il Comune di Altomonte sciolto per infiltrazioni mafiose
Il Governo: «Accertati condizionamenti della criminalità organizzata». Il sindaco Coppola: «Decisione ingiusta, difenderò l’onore della città»
ALTOMONTE – È uno dei giorni più duri nella storia recente in uno dei borghi più belli della Calabria. Con una decisione arrivata ieri sera, il Consiglio dei Ministri – su proposta del Ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, e dopo la relazione della Commissione d’accesso inviata nei mesi scorsi – ha deliberato lo scioglimento per infiltrazioni mafiose del Comune di Altomonte, ai sensi dell’art. 143 del Testo Unico degli Enti Locali. La gestione dell’ente viene affidata a una Commissione straordinaria per 18 mesi.
Una scelta che pesa come un macigno e che il sindaco uscente, Gianpietro Coppola, definisce senza mezzi termini «ingiusta, non motivata, basata su situazioni non reali». In un lungo post affidato ai social, il primo cittadino – decaduto con effetto immediato – parla di «giorno più brutto» del suo mandato e annuncia battaglia in tutte le sedi giudiziarie per «difendere l’onore e la dignità di Altomonte, degli altomontesi e di tutti noi amministratori dal 2019 ad oggi».
“La città danneggiata da una decisione ingiusta”
Nel suo messaggio alla comunità, Coppola ringrazia amministratori, dipendenti e cittadini, riconoscendo la gravità del momento: «Da oggi non sono più sindaco, ma resto ciò che tutti sapete. Da questo momento ogni mia energia sarà dedicata a ristabilire la verità». E sull’immagine della città: «Altomonte subisce un danno enorme. La nostra comunità non merita questo fango».
Il Comune, intanto, si prepara all’arrivo del Commissario prefettizio, atteso nelle prossime ore. Le motivazioni dettagliate del provvedimento saranno rese note solo dopo la pubblicazione del decreto e degli atti conseguenti, come previsto dalla normativa.
Lo scioglimento per mafia è uno dei provvedimenti più gravi previsti dall’ordinamento italiano, applicato quando emergono – secondo il Governo – “accertati condizionamenti” tali da compromettere il buon andamento dell’amministrazione. Per Altomonte è una ferita che si apre nel cuore di una comunità che negli ultimi anni ha investito molto sulla propria immagine culturale, artistica e turistica.
La città, ora, entra in una fase di gestione commissariale che durerà almeno fino a metà 2027, quando si potrà tornare alle urne.
Rabbia, sgomento, ma anche volontà di riscatto: la comunità altomontese si prepara così ad affrontare una pagina che rimarrà nella storia amministrativa del territorio.