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Il Centro Antiviolenza “Fabiana Luzzi” premia il Maresciallo Maria Iuso: «Una guida sicura per le donne che chiedono aiuto»

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CORIGLIANO–ROSSANO – Una sala colma di volontarie, operatrici e rappresentanti dell’Arma dei Carabinieri ha fatto da cornice alla cerimonia che questa mattina si è tenuta nei locali del Centro Antiviolenza Fabiana Luzzi per rendere omaggio al Maresciallo Maria Iuso.

Le operatrici e le volontarie del Centro hanno voluto consegnare al Maresciallo uscente una targa, segno dell’impegno, della sensibilità e della costante disponibilità dimostrate durante l’anno e mezzo di servizio al Comando di Corigliano, e il dono-ricordo delle donne vittime di violenza che hanno avuto modo di sperimentarne l’umanità e la professionalità, trovando in lei un punto di riferimento stabile.

Un riconoscimento nato dal desiderio del Centro di dire grazie a una figura che non si è limitata a svolgere il proprio ruolo istituzionale, ma si è distinta per un ascolto attento e umano, capace di offrire sostegno e conforto alle donne che hanno trovato il coraggio di denunciare le violenze subite.

Alla cerimonia hanno partecipato tutte le operatrici e le volontarie che operano nel centro, insieme al Comandante dei Carabinieri Ettore Caputo e al Colonnello Marco Maria Filippi, che hanno voluto testimoniare la vicinanza dell’Arma e il valore della collaborazione con la rete territoriale.

A nome del Centro è intervenuta Barbara Lavorato, assistente sociale. Le sue parole hanno riportato l’attenzione sul peso emotivo che accompagna il lavoro in prima linea contro la violenza di genere: «Spesso una telefonata cambia l’intera giornata. Ciò significa mettere da parte ogni programma ed ascoltare per ore storie di violenza difficili, lunghe e dolorose. È un impegno che ci segna profondamente, soprattutto quando incontriamo donne che faticano a rompere il ciclo della violenza. Ma abbiamo capito che unendo le forze possiamo ottenere risultati importanti. Con il Maresciallo Iuso – ha aggiunto – si è creata una sinergia rara: empatia, umanità e capacità di infondere sicurezza l’hanno resa un punto di riferimento per tante vittime e per noi operatrici. La collaborazione con lei ha fatto davvero la differenza».

Il Colonnello Filippi ha ampliato lo sguardo, ricordando l’enorme impegno che l’Arma dei Carabinieri dedica ai casi di violenza domestica: «I Carabinieri procedono per il 97% dei casi di Codice Rosso di tutto il territorio nazionale. È fetta importantissima. E poi parliamo di un reato insidioso, che nasce dentro le case nelle quali, spesso, non possiamo arrivare. In questi casi il ruolo della società è fondamentale per segnalare casi di violenza Ecco perché la collaborazione con i centri antiviolenza è indispensabile: voi rappresentate quella parte della società che ci permette di arrivare dove da soli non potremmo».

Il Colonnello ha poi sottolineato l’importanza del lavoro svolto sul territorio: «Grazie a questa rete, molte situazioni non hanno avuto l’epilogo tragico che è toccato a Fabiana Luzzi e che purtroppo conosciamo. Sia a Rossano che a Corigliano ne abbiamo salvate tante. Il Maresciallo Maria Iuso è una di quelle persone che hanno saputo ascoltare e intervenire con professionalità, anche grazie a un confronto costante con chi opera qui in questo centro. Col vostro lavoro date all’Arma la possibilità di accertare, con serenità e in profondità, ciò che accade alle donne che si rivolgono a noi».

Visibilmente emozionata, il Maresciallo Maria Iuso ha accolto il riconoscimento ricordando il valore umano delle storie incontrate: «Ringrazio le donne che abbiamo accompagnato in questo anno e mezzo. Sono loro ad avermi insegnato il significato di parole come resilienza, metamorfosi e coraggio. A loro devo tanto e in primis questo riconoscimento».

Ci tengo inoltre a dire che come reparto non ci siamo mai limitati a svolgere il nostro ruolo restando nel perimetro delle nostre competenze ma siamo sempre andati oltre i nostri doveri giuridici perché davanti al racconto delle donne siamo stati professionali e pronti».

Il Maresciallo ha poi voluto sottolineare l’importanza, per il reparto, di non limitarsi all’aspetto procedurale del lavoro: «Davanti ai racconti di violenza, non ci siamo mai limitati a svolgere il nostro ruolo restando nel perimetro delle nostre competenze ma siamo sempre andati oltre i nostri doveri giuridici perché davanti al racconto delle donne siamo stati professionali e pronti. Abbiamo ascoltato, accolto, condiviso paure e sofferenze. Abbiamo cercato di essere presenti in modo diverso, umano, privo di giudizi. È stato difficile, ma anche profondamente ripagante. Senza il Centro Antiviolenza non avremmo raggiunto questi risultati: ciò che lasciamo in eredità è questa rete, questa collaborazione. È il nostro orgoglio più grande».

Il Comandante Caputo, proveniente da contesti in cui strutture simili non erano presenti, ha evidenziato la differenza che fa un centro antiviolenza attivo e competente: «In passato ci siamo trovati a gestire situazioni delicate senza gli strumenti adeguati, non per mancanza di sensibilità, ma per limiti di ruolo. Qui invece esiste una rete forte: possiamo accogliere la vittima fin da subito, collocarla in un luogo sicuro, garantirle supporto psicologico, sociale, legale. È un’assistenza completa che permette all’Arma di operare in modo più efficace e protetto».

L’attestazione di gratitudine resa al Maresciallo Iuso è stata, in realtà, la celebrazione di un modello di collaborazione che funziona. Istituzioni, centri specializzati e volontarie che, insieme, riescono a costruire percorsi validi che accompagnano le donne, con professionalità e competenza, nel percorso di fuoriuscita dai circuiti di violenza, e a prevenire così tragedie come quella di Fabiana che hanno segnato la memoria del territorio.

Rita Rizzuti
Autore: Rita Rizzuti

Nata nel 1994, laureata in Scienze Filosofiche, ho studiato Editoria e Marketing Digitale. Amo leggere e tutto ciò che riguarda la parola e il linguaggio. Le profonde questioni umane mi affascinano e mi tormentano. Difendo sempre le mie idee.