Anche Rossano cambia volto: via Nazionale diventa una “piazza lunga”
La pedonalizzazione tra piazza Bernardino Le Fosse e la stazione FS trasforma lo Scalo: un nuovo asse urbano ciclopedonale ricucirà la frattura storica del quartiere e rimette al centro persone, sicurezza e qualità dello spazio pubblico
CORIGLIANO-ROSSANO - Se a Corigliano il progetto BRT interviene soprattutto sulle connessioni, a Rossano il cuore della trasformazione è lo spazio urbano. Qui il tema non è solo la mobilità, ma la forma stessa dello Scalo. È un intervento che riguarda abitudini quotidiane, assi storici, flussi pedonali, qualità degli spazi pubblici. E che, per la prima volta, mette mano a una delle contraddizioni più evidenti della città: la frattura tra piazza Bernardino Le Fosse e la stazione ferroviaria, due luoghi che dovrebbero dialogare ma che da decenni sono separati da un tratto di via Nazionale diventato un imbuto di traffico.
Il Progetto 2 – Pedonalizzazione Rossano nasce esattamente per ricucire questa cesura. E la sua forza sta nella semplicità dell’obiettivo: trasformare un tratto di strada in uno spazio urbano coerente, connesso, sicuro, riconoscibile. Il tratto interessato è quello compreso fra piazza Le Fosse, via Sibari e via Ippocrate, poco più di duecento metri che oggi svolgono tre funzioni insieme: corridoio di attraversamento, parcheggio diffuso e punto di approdo casuale per autobus extraurbani. Il risultato è un luogo che non è realmente una piazza, né una strada, né un nodo di servizi. Una “terra di mezzo” urbana che non ha mai trovato una destinazione chiara.
La trasformazione proposta dal Comune ribalta completamente questa situazione: via Nazionale diventa pedonale nel tratto centrale e si integra in un percorso più ampio che collega in modo diretto la stazione, la futura autostazione (che sorgerà a valle della Villa De Falco), piazza Le Fosse, gli istituti scolastici e la villa comunale. Cambia la gerarchia dello spazio: non più l’auto al centro, ma le persone. Non più l’attraversamento veloce, ma la fruizione continua. Non più la frammentazione, ma un asse urbano unitario.
Il progetto, infatti, non si limita a chiudere un tratto di strada: ridisegna la sezione urbana dell’intero quadrante. Introduce un percorso ciclopedonale lungo circa un chilometro, che attraversa i principali poli attrattori della zona. Riordina gli accessi, riorganizza le fermate del trasporto pubblico, ricostruisce un marciapiede continuo tra stazione e piazza, elimina le interferenze tra pedoni e veicoli. E soprattutto restituisce coerenza a un’area che, pur essendo una delle più frequentate della città, ha sempre avuto un’identità debole.
La piazza, in questo ridisegno, diventa il centro naturale dello Scalo. Oggi è uno spazio aperto, molto utilizzato ma privo di un vero rapporto con la strada che gli passa davanti. Con la pedonalizzazione, piazza Le Fosse e il tratto di via Nazionale diventano un unico ambiente urbano: continuo, leggibile, attraversabile senza interruzioni. Il progetto immagina una sorta di “piazza lunga”, un corridoio pedonale che nei fatti supera il concetto tradizionale di piazza e lo dilata lungo l’asse urbano.
L’impatto sui flussi quotidiani sarà significativo. Gli studenti che ogni giorno attraversano la zona potranno muoversi in sicurezza. I pendolari in arrivo dalla stazione troveranno un percorso diretto e protetto verso il centro dello Scalo. I residenti vedranno ridisegnati gli accessi alle attività commerciali. E la presenza del percorso ciclabile permetterà finalmente di connettere in maniera naturale mobilità dolce, servizi e trasporto pubblico.
Dal punto di vista tecnico, il progetto ha richiesto un adeguamento importante dopo le osservazioni della Regione, che aveva chiesto di sostituire l’impostazione “solo pedonale” con una più aderente all’Azione 2.8.3 del Programma FESR-FSE+, che finanzia soltanto interventi ciclopedonali. Il Comune ha recepito l’indicazione e ha riformulato la proposta in tempi stretti, integrando il percorso ciclabile e inserendo tutte le verifiche climatiche necessarie.
Sul piano politico-amministrativo, l’intervento rappresenta uno dei tasselli più visibili della visione urbana dell’assessorato all’Assetto Urbano guidato da Tatiana Novello. Qui non si tratta solo di realizzare un’opera, ma di ridefinire il volto stesso dello Scalo rossanese. Di uscire dalla logica delle micro-riqualificazioni e costruire un intervento che tenga insieme mobilità, qualità urbana, accessibilità e sicurezza. È, in sostanza, uno dei passi più concreti verso una città che assume davvero forma unitaria.
E soprattutto è il progetto che, più degli altri, mette il cittadino al centro. Non riguarda solo gli spostamenti, ma l’esperienza dello spazio pubblico, il modo in cui si attraversano le strade, il tempo che si trascorre in piazza, l’identità dei luoghi. È un intervento che può cambiare l’immagine della città quanto e più delle infrastrutture viarie.
Nella prossima puntata l’inchiesta si sposterà sull’altro intervento strategico: il BRT di Rossano, che interviene sull’asse Madre Isabella De Rosis, l’accesso stradale principale allo Scalo, dove si concentra la maggior parte della congestione.