Stop code e congestionamenti su Viale Isabella De Rosis: ecco l'obiettivo del BRT Rossano
Il terzo progetto del pacchetto da 6 mln di euro punta a decongestionare l’asse più critico della città: priorità ai bus, incroci riorganizzati, flussi più regolari e collegamento naturale con la nuova Statale 106
CORIGLIANO-ROSSANO - Se c’è un punto della città in cui ogni giorno diventa un punto di congestione del traffico, è l’asse di Madre Isabella De Rosis (la strada del Frasso). È la strada che porta dentro e fuori dallo Scalo di Rossano, l’ingresso principale per residenti, pendolari, scuole, servizi, attività commerciali. Qui il traffico è una condizione stabile, specialmente nelle ore scolastiche e nelle fasce di punta. Ed è proprio su questo asse che il Comune ha deciso di intervenire con il Progetto 3 – BRT Rossano, il terzo tassello del pacchetto da sei milioni di euro trasmesso alla Regione Calabria.
L’obiettivo è chiaro: ridurre drasticamente la congestione dell’asse di accesso allo Scalo e aumentare la velocità commerciale del trasporto pubblico, oggi ostacolato da code, intersezioni critiche e fermate non strutturate.
A differenza del BRT di Corigliano, che ha un valore soprattutto intermodale, quello di Rossano è un intervento eminentemente funzionale: serve a far scorrere il traffico, a dare priorità ai bus e a organizzare un asse che da anni funziona al limite della propria capacità.
Il corridoio rapido coinvolge principalmente il tratto più saturo di Madre Isabella De Rosis, dove vengono introdotti sistemi di priorità semaforica, punti di transito protetti e un ridisegno mirato della viabilità che riduce le interferenze dei veicoli privati sulla marcia degli autobus.
Anche qui, come a Corigliano, il BRT non va confuso con una corsia preferenziale tradizionale: è un sistema integrato che consente ai bus di superare gli incroci più critici senza subire i rallentamenti generati dalle code che si formano negli orari di punta.
Il progetto è strettamente collegato alla trasformazione urbana già descritta nella puntata precedente. Il potenziamento della capacità del trasporto pubblico lungo Madre Isabella De Rosis si connette infatti in modo naturale con il semisvincolo di Rossano Ovest (ingresso in corsia nord e uscita da corsia sud) della nuova Statale SS106 il nuovo asse ciclopedonale e con la futura area pedonale di via Nazionale e piazza Bernardino Le Fosse.
La logica è semplice: se si libera lo spazio centrale dello Scalo e si rende più sicura e accessibile l’area del cuore cittadino, il sistema deve compensare con un trasporto pubblico più efficiente e prevedibile lungo gli assi di accesso.
Il BRT su Rossano va esattamente in questa direzione. Riduce il tempo necessario ai bus per entrare nello Scalo, stabilizza gli orari e consente una gestione più razionale dei flussi, soprattutto negli orari ad alta domanda: arrivi e uscite dagli istituti scolastici, percorrenze casa–lavoro, utenti dei servizi sanitari e amministrativi.
È un intervento che mette ordine dove oggi l’ordine non c’è: negli incroci complessi, nelle fermate disallineate, nelle manovre improvvisate, nelle code che amplificano l’effetto di ogni minimo ostacolo.
Sul piano amministrativo, anche questo progetto ha richiesto l’adeguamento agli standard richiesti dal Programma FESR-FSE+, con l’inserimento delle verifiche climatiche obbligatorie, della documentazione DNSH e del rispetto dei criteri ambientali minimi. Come negli altri due casi, la struttura tecnica comunale ha risposto rapidamente alle richieste di integrazione, producendo tutta la documentazione necessaria in coerenza con la DGR 541/2024.
È un intervento meno appariscente rispetto alla nuova piazza lunga dello Scalo rossanese o alla rivoluzione intermodale di Corigliano, ma non meno strategico. Perché Madre Isabella De Rosis è il collo di bottiglia della mobilità urbana: se fluisce questo asse, fluisce la città. E se i bus riescono a muoversi con continuità, i cittadini hanno un motivo concreto per preferirli all’auto privata.
Il valore politico del progetto non è secondario. Perché mentre la pedonalizzazione ridefinisce l’identità urbana dell’area e il BRT di Corigliano risolve anomalie storiche, il BRT di Rossano interviene sul nervo scoperto della congestione. È l’intervento che può dare un segnale immediato e misurabile ai residenti con una mobilità che potrebbe migliorare davvero.
Con il completamento di questo terzo tassello, il quadro è completo. Il pacchetto da sei milioni non è una somma di piccoli interventi, ma un tentativo organico di affrontare insieme trasporto pubblico, intermodalità, pedonalità, congestione e qualità urbana. Ora la parola passa alla Regione, che dovrà valutarne il finanziamento. Ma il progetto, nel suo insieme, restituisce un dato politico e tecnico inequivocabile: Corigliano-Rossano ha finalmente una visione unitaria della sua mobilità. Con la speranza che anche questi interventi aiutino ad uscire – finalmente – da una mentalità, specialmente sul piano della fruizione degli spazi urbani, prettamente provinciale e proiettarla in una mentalità più civica, da città. Un po’ come ha fatto Cosenza agli inizi degli anni 2000.
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