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Corigliano-Rossano cambia pelle: BRT, pedonalizzazioni e una città che... vuole diventare città

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CORIGLIANO-ROSSANO – Certe volte la politica riesce a rivelare in un lampo — magari in una frase lanciata quasi di getto durante un botta e risposta televisivo — progetti che possono cambiare il destino di una città. E se quella città è Corigliano-Rossano, tutto assume un peso diverso: qui, alle latitudini joniche, ogni passo verso una moderna identità urbana vale doppio. Perché questa comunità, stretta tra il Trionto e il Crati, attende ancora il momento in cui svestirà i panni della realtà provinciale per diventare un vero agglomerato urbano. A due teste? Va bene uguale. Purché ragioni da città.

È accaduto nel talk del direttore Attilio Sabato, La Cittadella, su Ten, quando il sindaco Flavio Stasi ha rimesso sul tavolo un tema sospeso da anni nei corridoi comunali e regionali.
«Spero che una delle prime delibere della nuova Giunta regionale sarà quella sul potenziamento del trasporto pubblico locale di Corigliano-Rossano. Ci sono sei milioni di euro di progetti presentati nei tempi, siamo stati gli unici. Aspettiamo da due mesi».

Dall’altra parte dello studio, ad ascoltarlo, c’era l’assessore regionale alla Mobilità sostenibile Gianluca Gallo, fresco di una riconferma plebiscitaria. La replica è arrivata secca:
«Non si è potuto procedere in campagna elettorale. Ora sì. Questo intervento è tra i primi che porteremo in Giunta».
Parole che suonano più come un impegno politico che come una semplice risposta.

Ma che cosa c’è dentro quei progetti? E perché rappresentano uno snodo decisivo per la città?

Dietro quell’attesa, infatti, ci sono tre interventi già pronti: due sistemi BRT (Bus Rapid Transit) e un vasto programma di pedonalizzazione permanente nei due Scali cittadini. Tutti racchiusi nella delibera del 16 maggio 2025, con cui la Giunta ha approvato i tre documenti di indirizzo alla progettazione.

Ed è qui che entra in gioco la tecnica. Il BRT non è una “corsia preferenziale” verniciata sull’asfalto: è un sistema vero, con strade dedicate, tempi certi, integrazione con i nodi ferroviari. Quello di Corigliano-Rossano è uno dei primi tentativi concreti in Calabria, modellato sulle specificità di una città policentrica.
L’obiettivo è chiaro: ridurre la congestione, garantire affidabilità e collegare in modo moderno due nodi fondamentali — le stazioni ferroviarie di Corigliano e Rossano — ai percorsi urbani e interurbani.
Un paradosso racconta più di mille pagine: oggi la stazione di Corigliano non è nemmeno raggiungibile dai bus. La fermata più vicina è a più di mezzo chilometro.

Ma non c’è solo il TPL. Dentro quei progetti c’è un altro pezzo di rivoluzione urbana: la grande pedonalizzazione dei due Scali. Per la prima volta si interviene non con spezzoni disconnessi di aree pedonali, ma con una strategia che collega piazze, scuole, stazioni, viali principali.
A Rossano Scalo, un tratto di via Nazionale davanti a Piazza Bernardino Le Fosse verrà chiuso al traffico, creando un grande ambiente protetto collegato direttamente alla stazione, alla Villa comunale De Falco (dove sorgerà la nuova autostazione) e agli istituti scolastici.

È, a tutti gli effetti, un progetto urbano, prima ancora che infrastrutturale. E qui entra in gioco il lavoro dell’assessorato comunale all’Assetto Urbano, guidato da Tatiana Novello: normative, pareri, screening climatici, adeguamenti PUMS e PSA, verifiche ambientali. Una mole di lavoro invisibile al grande pubblico, ma decisiva perché la Regione possa procedere.

Resta il nodo politico: Comune e Regione non appartengono alla stessa area politica. Eppure stavolta la convergenza appare quasi inevitabile. Perché i progetti rispettano la DGR 541/2024, sono coerenti con il Programma Regionale dei Trasporti e rispondono a un’esigenza reale: liberare Corigliano-Rossano da un traffico soffocante e costruire una mobilità moderna, sicura e sostenibile.

Questa mini-inchiesta, nelle prossime puntate, entrerà nel dettaglio dei tre interventi per mostrare come una città che spesso fatica a riconoscersi unica oggi cominci — forse — a pensarsi come un sistema.
E come un semplice scambio televisivo possa riaccendere il dibattito su uno dei dossier più cruciali per il futuro dell’area urbana più grande della Calabria settentrionale.

Marco Lefosse
Autore: Marco Lefosse

Classe 1982, è schietto, Idealista e padre innamorato. Giornalista pubblicista dal 2011. Appena diciottenne scrive alcuni contributi sulla giovane destra calabrese per Linea e per i settimanali il Borghese e lo Stato. A gennaio del 2004 inizia a muovere i passi nei quotidiani regionali. Collabora con il Quotidiano della Calabria. Nel 2006 accoglie con entusiasmo l’invito dell’allora direttore de La Provincia, Genevieve Makaping, ad entrare nella squadra della redazione ionica. Nel 2008 scrive per Calabria Ora. Nell’aprile 2018 entra a far parte della redazione di LaC come corrispondente per i territori dell’alto Jonio calabrese. Dall’1 giugno del 2020, accoglie con piacere ed entusiasmo l’invito dell’editore di guidare l’Eco Dello Jonio, prestigioso canale di informazione della Sibaritide, con una sfida: rigenerare con nuova linfa ed entusiasmo un prodotto editoriale già di per sé alto e importante, continuando a raccontare il territorio senza filtri e sempre dalla parte della gente.