PNRR, la Calabria corre sulle aggiudicazioni ma inciampa nei cantieri:
Nella Sibaritide-Pollino, che attende l’avvio di opere cruciali — dai progetti comunali alle infrastrutture provinciali — i ritardi del PNRR pesano più che altrove. La Fillea CGIL Calabria richiama la Regione: «Serve un intervento straordinario»
CORIGLIANO-ROSSANO - La Calabria svetta tra le regioni italiane per capacità di aggiudicare le gare del PNRR, ma resta impantanata quando si tratta di trasformare i progetti in cantieri aperti e opere realizzate. È quanto emerge dall’analisi della Banca d’Italia, che attribuisce alla regione una performance del 90% di aggiudicazioni, superiore sia alla media del Mezzogiorno (83%) sia a quella nazionale (84%).
Una fotografia incoraggiante sul piano amministrativo, che però si oscura rapidamente se si guarda al passo successivo: l’esecuzione. Il comunicato diffuso dalla Fillea CGIL Calabria non nasconde la preoccupazione: un terzo dei cantieri è concluso, quasi la metà è in ritardo, il 38% non è ancora avviato.
Un dato particolarmente allarmante in vista della scadenza del 31 agosto 2026, termine entro cui tutti gli interventi PNRR devono essere completati e rendicontati. Secondo le elaborazioni CNCE Edilconnect, dal novembre 2021 al luglio 2025, in Calabria è stato avviato solo il 62% dei lavori relativi alle gare aggiudicate: un valore in linea con il resto d’Italia, ma insufficiente per recuperare il gap e rispettare i tempi europei.
Nei 58 Comuni della Sibaritide-Pollino il PNRR sta già muovendo una mole di interventi senza precedenti: decine di cantieri nei poli maggiori – Corigliano-Rossano, Cassano, Castrovillari, Acri – e una costellazione di progetti più piccoli nei borghi interni, tra scuole, rigenerazione urbana, efficientamento energetico, viabilità e messa in sicurezza. Secondo le elaborazioni sui dati pubblici di Italia Domani, ReGiS e OpenPNRR, solo Corigliano-Rossano conta oltre 80 progetti già finanziati, mentre l’intera provincia di Cosenza è tra le più dense d’Italia per numero di interventi attivati. Un flusso che si innesta in una cornice regionale da oltre 8 miliardi di euro complessivi del PNRR destinati alla Calabria. Una massa critica di investimenti mai vista nel Nord-Est calabrese.
Ma a questo boom di opere non corrisponde – avverte la Fillea CGIL Calabria – la stessa forza sul fronte della manodopera. E il rischio concreto è che la più grande stagione infrastrutturale del Meridione si inceppi per mancanza di lavoratori formati.
Se la Calabria rischia di non rispettare le scadenze, è proprio nei territori più periferici che il rischio di “perdere pezzi” diventa concreto.
Il segretario generale Simone Celebre parla senza giri di parole: «È inaccettabile che, a fronte di una capacità di aggiudicazione tra le più alte d’Italia, quasi la metà dei cantieri sia in ritardo o non avviata. La Calabria non può permettersi di perdere questa opportunità. Serve un intervento straordinario della Regione».
La Fillea chiede al presidente Roberto Occhiuto tre interventi immediati: Rafforzare strutturalmente le stazioni appaltanti, soprattutto nei Comuni più fragili;Sbloccare rapidamente le progettazioni esecutive che ingolfano la catena dei lavori; Istituire una task force regionale permanente per monitorare e supportare i territori.
Una chiamata alla responsabilità politica e istituzionale: senza una macchina amministrativa efficiente, la “Calabria del 90% di aggiudicazioni” rischia di trasformarsi nella “Calabria del 0% di opere completate in tempo”.