Violenza a Co-Ro, Savino: «La borghesia dov'è? Svegliatevi»
Il Vescovo di Cassano: «Manca una sussidiarietà orizzontale e verticale. Ci vuole un impegno da parte della classe dirigente per i beni comuni, noi dobbiamo crederci. Le cose possono cambiare. Partiamo da quella bellezza che può salvare il mondo»

CORIGLIANO-ROSSANO - Dopo la violenta rissa scoppiata ieri pomeriggio sul lungomare Sant’Angelo di Corigliano-Rossano, durante la quale un'uomo è rimasto ferito da un colpo di arma da fuoco, giunge il monito del vescovo di Cassano allo Jonio, Monsignor Francesco Savino.
«Manca una sussidiarietà orizzontale e verticale. Ci vuole un impegno - afferma Savino - da parte della classe dirigente per i beni comuni, noi dobbiamo crederci. Non dobbiamo cedere né al pessimismo, né al catastrofismo, né al fatalismo. Le cose possono cambiare. Partiamo da quella bellezza che, per dirla con Dostoevskij, può salvare il mondo».
«Senz’altro anche qui c’è una polveriera. E qui mi permetto di aggiungere, la borghesia dov’è? Per borghesia intendo i professionisti. Dov’è il loro impegno? Dov’è il loro essere protagonisti? Sono organici a chi e a che cosa? Lancio un appello alla borghesia, per favore svegliatevi, dateci una mano, insieme possiamo farcela, perché la Calabria è bella» conclude.
Parole forti che vogliono risvegliare gli animi di quanti non reagiscono dinanzi a queste violenze. Un appello che si unisce al grido di chi non vuole più vedere Corigliano-Rossano trasformarsi in un perenne teatro di violenza, intimidazioni, sparatorie, tensioni e che al nostro giornale ha scritto: «Non vogliamo rassegnarci. Non vogliamo più vedere la nostra città morire piano piano, nell’indifferenza».
C'è chi non si arrende. Chi chiede di più. E questo appello non può essere certamente ignorato.
Sulla vicenda è intervenuta anche Simona Loizzo deputato della Lega: «La violenza pervasiva che si manifesta a Corigliano Rossano preoccupa. Preoccupa questa continuazione di reati che coinvolgono tutta la Sibaritide come si è visto sul cantiere dell'ospedale in costruzione. Oggi Corigliano Rossano è una città insicura. Il governo ha inviato agenti e realizzato il distaccamento della Questura e certamente la magistratura competente sta indagando. A Co Ro si manifesta, oltre alla violenza mafiosa, una microcriminalità pervasiva che la rende tra le città più fragili della Calabria. C'è bisogno di una risposta forte della società civile oltre alla repressione dei reati. È la città più grande della provincia e merita di vivere in serenità».