I giovani di Pietrapaola contro la deriva della politica città: «Ci sentiamo traditi ed esclusi»
«Noi giovani ci sentiamo esclusi, ignorati, ma soprattutto traditi. Traditi da una politica che non ascolta. Traditi da una classe dirigente che si divide per orgoglio e ambizione personale»

PIETRAPAOLA - Un gruppo di giovani di Pietrapola, insieme al suo portavoce Domenico Aleksandr Chiarelli, ha manifestato la propria contrarietà rispetto a quanto sta accadendo in seno alla maggioranza consiliare.
«La revoca delle deleghe a più consiglieri e assessori Leone, Pappardella, Porro, Perrotta – dichiara Chiarelli - segna l’ennesima crisi di una maggioranza che oggi appare politicamente implosa. Una situazione che ha reso necessario l’intervento dell’opposizione per garantire la continuità amministrativa».
«Quo vadis, Pietrapaola? Dove stiamo andando? Chi si sta assumendo la responsabilità politica di un caos che oggi paralizza l’azione dell’amministrazione e getta nell’incertezza un intero paese? Chi si ricorda dei giovani, di chi vorrebbe credere in un futuro a Pietrapaola, ma si sente ogni giorno più distante dalla politica locale? Personalmente riconosco che in questi due anni l’amministrazione Labonia ha lavorato, portando avanti progetti anche importanti. Ma i risultati non possono cancellare i metodi: decisioni autoritarie, isolamento dei consiglieri, mancanza di confronto. Lo testimoniano anche documenti pubblici e lettere – come quella della consigliera Leone – che raccontano una gestione incentrata sul comando più che sul dialogo».
E ancora: «Noi giovani ci sentiamo esclusi, ignorati, ma soprattutto traditi. Traditi da una politica che non ascolta.Traditi da una classe dirigente che si divide per orgoglio e ambizione personale. Traditi da chi dovrebbe lavorare per unire, e invece semina sfiducia. Viviamo una politica fatta di equilibri instabili, di ruoli che cambiano di settimana in settimana, di rapporti personali più forti degli impegni pubblici.
E il risultato è questo: un paese allo sbando, senza una direzione chiara».
«E allora permettetemi di dirlo con chiarezza: non potete permettervi di mandare il Comune di Pietrapaola per la terza volta consecutiva al commissariamento. Sarebbe un fallimento non solo amministrativo, ma morale e civile. Sul collo di voi amministratori – tutti, sia di maggioranza che di opposizione – pende una spada di Damocle non indifferente: la responsabilità nei confronti dei cittadini che vi hanno mandato a governare, ma anche a fare opposizione in modo costruttivo. Responsabilità che oggi sembra essere stata dimenticata da molti».
«Questa - aggiunge più avanti - non è più politica. È sopravvivenza. È teatro. Panem et circenses, direbbe qualcuno: pane e spettacolo per distrarre, mentre il paese arretra. Ed è normale che i giovani si allontanino dalla cosa pubblica. Ma io non voglio stare in silenzio. Non ci servono nuovi “salvatori della patria”, né maggioranze di comodo. Ci serve chiarezza, trasparenza, umiltà e spirito di servizio. Ci serve una politica che torni a parlare di scuola, servizi, lavoro, cultura, sviluppo. Non di vendette, sfiducie e accuse incrociate».
«Io - conclude Chiarelli - resto dalla parte dei miei coetanei. Dalla parte dei cittadini. E continuerò a impegnarmi, a studiare e a parlare, anche a costo di disturbare qualche equilibrio. Perché questo paese merita una classe politica all’altezza».