Trebisacce travolge la Rossanese (0-4), ma la gara finisce nella vergogna: scontri e una donna ferita
Una parte della tifoseria rossanese, esasperata dal risultato e dal nervosismo in campo, ha abbandonato gli spalti e ha raggiunto la zona occupata dai sostenitori del Trebisacce, lanciando pietre e oggetti contundenti
CORIGLIANO-ROSSANO – Il Trebisacce passeggia al “Stefano Rizzo” infliggendo una pesantissima lezione alla Rossanese: 0-4 il finale, ma il risultato sportivo passa in secondo piano davanti agli incresciosi fatti accaduti sugli spalti e all’esterno dell’impianto.
La squadra di Malucchi domina in lungo e in largo, firmando la sesta vittoria consecutiva e confermandosi una macchina perfetta sotto il profilo tattico e tecnico. Per la Rossanese di Aloisi, invece, un pomeriggio da incubo: mai in partita, confusa, impaurita e alla fine travolta.
Il Trebisacce sblocca il match al 16’ con Cruz, bravo a finalizzare un contropiede fulmineo nato da un corner rossoblù. Il raddoppio arriva al 25’ con Castro, che dal limite dell’area piccola non lascia scampo a Sperlonga.
Nella ripresa la musica non cambia: Leonori al 4’ e Lemos Da Silva all’11’ chiudono la pratica, rendendo inutile ogni tentativo di reazione dei padroni di casa.
Ma il vero dramma si consuma sugli spalti. Una parte della tifoseria rossanese, esasperata dal risultato e dal nervosismo in campo, ha abbandonato gli spalti e, secondo le prime ricostruzioni, una frangia di facinorosi ha raggiunto la zona occupata dai sostenitori del Trebisacce, lanciando pietre e oggetti contundenti.
Nel parapiglia, una donna è rimasta ferita, costringendo le forze dell’ordine e gli addetti alla sicurezza a sospendere la gara per diversi minuti.
Una pagina vergognosa, che non ha nulla a che vedere con il calcio e con lo sport. Scene da condannare senza attenuanti: non tifosi, ma teppisti, che macchiano l’immagine di una città e di una società storicamente corretta e appassionata.
Al fischio finale, restano due immagini: quella di un Trebisacce maestoso e quella di uno sport ferito, vittima ancora una volta della violenza di pochi.