Caputo accusa Stasi: «Sul lungomare di Momena abusi ignorati e anarchia amministrativa»
Il capogruppo di Fratelli d’Italia denuncia presunti abusi edilizi nel tratto di lungomare di Rossano e attacca il sindaco: «Ha adeguato le opere pubbliche ai confini imposti da un privato». Presentata una diffida a Comune, Capitaneria e Provincia
CORIGLIANO-ROSSANO – Torna ad accendersi lo scontro politico in Consiglio comunale. A infiammare il dibattito è stato l’intervento del capogruppo di Fratelli d’Italia, Guglielmo Caputo, che ha denunciato presunti abusi edilizi lungo il lungomare di Momena, a Rossano, nell’ambito dei lavori di riqualificazione della viabilità e degli spazi pubblici.
Secondo Caputo, nel corso dei lavori di rifacimento di marciapiedi, pista ciclabile e viabilità, l’amministrazione comunale avrebbe adeguato le opere pubbliche ai confini imposti da un privato, nonostante la presenza – sostiene il consigliere – di opere abusive.
Una circostanza che, se confermata, rappresenterebbe «una situazione a dir poco imbarazzante», poiché «nessuno, dal RUP al direttore dei lavori fino al sindaco, sembra essersi accorto di nulla».
Il capogruppo di Fratelli d’Italia ha annunciato di aver presentato una diffida indirizzata al sindaco Flavio Stasi, agli uffici comunali, alla Capitaneria di Porto e alla Provincia di Cosenza. Secondo Caputo, anche la polizia municipale avrebbe successivamente accertato gli abusi, “ai danni della collettività”. «Ogni metro di suolo sottratto illegalmente è un metro tolto ai cittadini», ha dichiarato, invitando l’amministrazione a «decidere da che parte stare: con la legalità o con gli abusi».
L’esponente di opposizione ha poi rivolto un attacco diretto al sindaco Stasi, accusandolo di mancanza di autorevolezza: «Non credo si tratti di favoritismi, ma di incapacità di esercitare il ruolo di controllo. Oggi in città ognuno fa ciò che vuole, regna l’anarchia amministrativa».
Caputo ha ricordato che «nel 1993, da sindaco, mio padre fece abbattere le case abusive sullo stesso tratto di demanio. Oggi, invece, si permette di costruire senza alcun controllo».
Nel suo intervento finale, il capogruppo FdI ha sferrato un duro affondo politico: «Il sindaco non è più il paladino della giustizia di un tempo, ma un amministratore vittimista che scarica le colpe sugli altri. Questa città non ha bisogno di lamenti, ma di decisioni. Qui il problema non è la sfortuna, ma l’incapacità».