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Natalità e socialità pre-scolastica: quanti bambini abitano nella sibaritide-pollino?

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CORIGLIANO-ROSSANO – Qualche settimana fa ci siamo chiesti quale fosse la percentuale di under 18 presente nel territorio della Sibaritide-Pollino per avere maggiori informazioni circa la composizione della popolazione in questa parte di Calabria. Come spesso accade, i numeri restituiscono una realtà composita e frammentata – oltre a una lettura non esaustiva dei fenomeni - ma ci forniscono lo spunto per aprire dibattiti sui temi sociali e politici che interessano quest’area e i suoi abitanti.

In questo caso ci siamo ritrovati a riflettere sull’incapacità programmatica delle istituzioni negli ambiti che riguardano bambini, adolescenti e giovani, sempre più ai margini del discorso politico e dimenticati da coloro che sono chiamati a progettare il presente e il futuro di una intera generazione, e – di conseguenza - sull’inadeguatezza dei territori nel rispondere ai bisogni di questa fascia di popolazione.

Questa volta, invece, interrogando sempre il portale Open Polis, abbiamo ristretto il campo di interesse per avere dati specifici sul numero di bambini nella fascia d’età compresa tra i 3 e i 5 anni. I numeri legati a questo segmento della popolazione possono dirci molto sia sulla natalità che sull’approccio alla socialità dei bambini che iniziano a relazionarsi col resto del mondo, fuori dalla realtà familiare, grazie alle scuole dell’infanzia.

In aree ultra periferiche, ad esempio, molti bambini potrebbero non avere garantito questo diritto. In questi territori, infatti, si corre il rischio di non avere strutture scolastiche in prossimità dei centri in cui si risiede, condizione che può ritardare l’accesso alla scuola negando di fatto un diritto sia ai bambini che alle famiglie.

Non bisogna trascurare la funzione educativa della scuola dell’infanzia - spesso sottovalutata - poiché risulta essere fondamentale per lo sviluppo dei minori. Frequentarla o meno, infatti, può fare la differenza sull’apprendimento successivo dei ragazzi. Le ricerche sull’argomento – ad esempio - hanno evidenziato una correlazione positiva tra la partecipazione all’istruzione pre-primaria e i risultati scolastici successivi.

Comuni come Castroregio (2 bambini - 0,84% della popolazione) e Papasidero (5 bambini – 0,79% della popolazione) su tutti, ma anche Canna (8 bambini - 1,23% della popolazione), Terravecchia (7 bambini – 1,15% della popolazione), Alessandria del Carretto (5 bambini – 1,38% della popolazione) e Nocara (4 bambini – 1,23% della popolazione) presentano una popolazione dai 3 ai 5 anni inferiore a 10. Ciò li espone i bambini a vari rischi di natura socio-culturale.

La scuola dell’infanzia rappresenta un momento di formazione importante e lo è ancora di più per quelli nati in famiglie in difficoltà, perché riduce il bagaglio di disuguaglianze che spesso si portano dietro. Uno svantaggio che non è solo teorico, ma è testimoniato dalle analisi sui risultati nei test Invalsi.

«Anche per queste ragioni – spiega Open Polis - alcuni paesi europei hanno deciso di rendere l’istruzione pre-primaria obbligatoria, anticipando l’obbligo scolastico prima dei 6 anni. Questo ovviamente non significa anticipare l’entrata nella scuola elementare, cosa che non sarebbe adeguata alle necessità di bambini così piccoli. Vuol dire piuttosto garantire a tutti i bambini l’accesso alla scuola dell’infanzia e evitare che si arrivi in prima elementare con divari troppo profondi».

Tornando ai dati, va meglio per Comuni come Corigliano Rossano (2170 bambini – 2,93% della popolazione), Cariati (212 bambini – 2,84% della popolazione), Crosia (273 bambini – 2,83% della popolazione), Castrovillari (509 bambini – 2,43% della popolazione) e Cassano Jonio (442 bambini – 2,67% della popolazione). Primato assoluto per San Lorenzo del Vallo che supera la soglia del 3% con 96 bambini dai 3 ai 5 anni.

C’è da dire che l’intero stivale ha raggiunto negli anni ottimi risultati in materia di accesso alla scuola pre-primaria. Circa il 90% di bambini, infatti, frequenta la scuola dell’infanzia. L’unica regione, insieme al Molise, che si attesta sotto la media nazionale con l’89,6% è proprio la Calabria. Una variazione minima che però relega la nostra regione agli ultimi posti di una classifica che può e deve far registrare risultati sempre migliori.

Rita Rizzuti
Autore: Rita Rizzuti

Nata nel 1994, laureata in Scienze Filosofiche, ho studiato Editoria e Marketing Digitale. Amo leggere e tutto ciò che riguarda la parola e il linguaggio. Le profonde questioni umane mi affascinano e mi tormentano. Difendo sempre le mie idee.