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Nord-est terra di giovani, vittime della “distrazione strutturale” delle istituzioni

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CORIGLIANO-ROSSANO – Il nostro paese sta invecchiando e la natalità è ai minimi storici. Ma qual è la percentuale di minori che risiede nel nostro territorio e cosa si sta facendo per cercare di rispondere ai bisogni di questo importante segmento della popolazione? Nella Calabria del nord-est la media di residenti under 18 è del 15.3%. Il comune col maggior numero di minori è Crosia con il 18,7% di under 18, mentre quello con il numero minore è Alessandria del Carretto con solo il 3,9%. Corigliano-Rossano segue la prima in classifica con una percentuale di minori del 18,2%.

La questione legata a bambini e ai giovani costituisce uno dei più grandi paradossi della riflessione sociale del nostro Paese dove alla grande flessione demografica per questa fascia di popolazione - così centrale nei processi di ricambio e di innovazione - si contrappone un sistema caratterizzato da una trasversale sottorappresentazione delle istanze e dei bisogni della categoria. Ad evidenziarlo è l’Agenzia Italia della Gioventù nel suo rapporto “Giovani 2024: il bilancio di una generazione”.

«La percezione – spiegano nel report - è che si sia difronte ad una “distrazione strutturale” delle Istituzioni nei loro confronti, legata alla continua rincorsa alle emergenze che sembra condizionare i principali processi decisionali del nostro Paese (il debito pubblico, gli squilibri territoriali, la perdita degli asset strategici, l’efficienza della Pubblica Amministrazione, la giustizia, la sicurezza interna e internazionale…), lasciando in secondo piano la costruzione di direttrici strategiche e di prospettive per le giovani generazioni».

Una dinamica che sembra adeguarsi perfettamente anche alle microscopiche realtà territoriali che appaiono sempre più affaticate e incapaci di programmare in prospettiva per garantire benessere e migliori opportunità a questa parte vulnerabile della popolazione. Intanto, la sensazione è che non saranno certamente loro a dare al Paese nuove energie e nuovi cittadini, intrappolati come sono in una gabbia sociale che distilla le opportunità anziché includere, distribuire e consentire a tutti una piena realizzazione del proprio potenziale.

Alla base di questi obiettivi mancati vi è sicuramente una definizione non univoca di spesa pubblica rivolta ai giovani e la più ampia “questione demografica”. Ecco che allora i temi legati a bambini, adolescenti e giovani devono tornare al centro del dibattito politico perché dalla loro realizzazione e dal loro benessere dipende il futuro della nostra società.

Le difficoltà economiche di alcuni nuclei familiari – ne abbiamo parlato pochi giorni fa riprendendo i dati di Open Polis e Istat - hanno spinto all’aumento dell’incidenza della povertà minorile portandola ai massimi storici. I disagi, però, non sono solo di natura economica, ma investono anche la sfera educativa, sociale, psicologica. In parallelo, è diminuito il benessere psicologico Così come sono aumentati i casi di disturbi alimentari e di altri comportamenti a rischio.

Le nuove generazioni vivono – oggi più che mai - senza la promessa del futuro. Ed è su questa mancanza che si sviluppa il disagio di cui sono portatori. Come ricorda anche l’Autorità garante per l'infanzia e l'adolescenza «è fondamentale da parte degli adulti mantenere alta l’attenzione, sia nell’attività di ascolto che in quella di vigilanza, per poter intercettare anche il più piccolo segnale di sofferenza».

Un invito, questo, che è necessario estendere anche alla politica e alle istituzioni affinché i problemi e le speranze dei giovani tornino ad essere al centro – e non più ai margini – degli interessi e delle programmazioni che riguardano il futuro delle comunità e dell’intero Paese.

Rita Rizzuti
Autore: Rita Rizzuti

Nata nel 1994, laureata in Scienze Filosofiche, ho studiato Editoria e Marketing Digitale. Amo leggere e tutto ciò che riguarda la parola e il linguaggio. Le profonde questioni umane mi affascinano e mi tormentano. Difendo sempre le mie idee.