Aeroporto della Sibaritide? Oggi potrebbe non più essere solo un’idea fantasiosa
La nuova SS106 Crotone-Catanzaro abbatterà i tempi di percorrenza tra la provincia pitagorica e lo scalo lametino che “fagociterà” il Sant’Anna. Mentre la Calabria del nord-est rischia di rimanere sempre più isolata
CORIGLIANO-ROSSANO – Oggi per andare da Crotone a Lamezia Terme occorrono 90 minuti, lungo 104 km di strada che per più della metà è una mulattiera, la Statale 106, piena di insidie e pericoli. Cosa accadrà, fra cinque anni, una volta che tra la città pitagorica e lo scalo aeroportuale lametino saranno ridotti tempi e distanze attraverso una nuova strada moderna e sicura che consentirà ai crotonesi di arrivare a Catanzaro in 25 minuti e a Sant’Eufemia in 50? A quel punto – è inevitabile - si porrà anche la questione sulla necessità di mantenere in vita lo scalo aeroportuale del Sant’Anna.
Se si pensa, infatti, che i grandi numeri della mobilità aerea in Italia transitano soprattutto sulle strade e le vie di comunicazione che intercorrono tra Milano centro e l’aeroporto meneghino di Malpensa e tra Roma centro e lo scalo di Fiumicino, entrambi raggiungibili oggi con viaggi compresi tra 50 e 70 minuti, è chiaro che in Calabria si aprirà una questione. Anche alla luce del fatto che in altre regioni italiane, più popolate della nostra e sicuramente meglio connesse, ci sono meno aeroporti. Si pensi alla Puglia (4 milioni di residenti) con 3 aeroporti, alla Campania (5,5 milioni di residenti) con 2 aeroporti, allo stesso Lazio (6 milioni di residenti) con soli 2 aeroporti. La Calabria di aeroporti ne ha tre per poco meno di 2 milioni di persone. Ed è un numero congruo di scali aeroportuali, non fosse altro perché la nostra regione ha un assetto orografico difficile con grandi distanze terrestri, un sistema di connessioni che dire arretrato è poco ed l’ambizione di essere una terra votata prevalentemente al turismo globale.
In prospettiva futura, però, qualora il cronoprogramma di realizzazione della nuova SS106 Crotone-Catanzaro venisse rispettato e con l’attivazione della nuova linea ferroviaria jonica a trazione elettrica, è ovvio che si pone la questione della dislocazione degli stessi aeroporti calabresi che a quel punto sarebbero tutti concentrati nell’area centro-meridionale della regione lasciando tutta la zona a nord (e soprattutto quella a nord-est) ancora scoperta dal servizio di mobilità aerea e sempre più proiettata sugli aeroporti di Bari (che con la nuova SS106 Sibari-Roseto sarà ancora più vicina) o di Salerno.
È chiaro che si pone un problema di opportunità. Lasciare aperto l’aeroporto di Crotone mettendolo a servizio dell’utenza della zona jonica sibarita o chiudere lo scalo pitagorico e realizzarne uno nuovo a Sibari? La domanda è legittima ed è giusto iniziare a parlarne da ora.
L’unica soluzione affinché il Sant’Anna possa continuare a volare è che si mettano nelle condizioni i pendolari di Corigliano-Rossano e del nord-est di raggiungerlo nell’arco di un’ora. Una soluzione possibile sia attraverso una migliore connessione ferroviaria (nei mesi scorsi abbiamo lanciato l’idea del treno shuttle Sibari-Isola Capo Rizzuto) sia attraverso una nuova connessione stradale, che potrebbe verificarsi soltanto con l’ammodernamento della Statale 106 da Sibari a Crotone. Per questo progetto occorrono in totale 5,5 miliardi di euro (1,2 miliardi per la Sibari-Rossano e 4,3 miliardi per la Rossano-Crotone). Una cifra astronomica mai investita fino ad oggi per l’ammodernamento della statale jonica ma non del tutto impossibile da reperire, soprattutto in questo momento storico. Serve solo la volontà politica, dal momento che ci sono i progetti e che serve esclusivamente metterli a terra (con i soldi, appunto).
Ma cosa accadrebbe se quest’opera stradale non dovesse completarsi? La frammentazione tra le due Calabrie, quella del nord-est e della restante parte della regione sarebbe ancora più forte e profonda, non solo sul piano dei servizi ma anche e soprattutto sul piano sociale. La Sibaritide-Pollino, già di per sé lontana dalle dinamiche socio-politiche calabresi e molto più affine alle regioni più a nord, rischierebbe di rimanere del tutto vedova della sua regione. Nell’ipotesi pessimistica di non avere una strada proiettata a sud è normale che la Sibaritide debba iniziare a rivendicare – da ora – i suoi servizi. A partire proprio dall’aeroporto.
Ecco, allora, un’idea che fino a qualche tempo fa sembrava solo figlia della fantasia oggi può riprendere piede. L’aeroporto di Sibari, che è sempre stato uno slogan elettorale e un momento per fare gazzarra e fomentare desideri reconditi, può essere un’ipotesi da far decollare dal momento che la nuova autostrada Crotone-Catanzaro-Lamezia inghiottirà i lunghi tempi di percorrenza e rischia di fagocitare anche lo scalo aereo crotonese rendendolo pressoché inutile rispetto a Lamezia.