2 ore fa:Statale 106, Straface: «Il Comune si faccia carico della messa in sicurezza del tratto di Torricella»
3 ore fa:Castrovillari si prepara alla 20esima edizione di Suoni Festival
3 ore fa:Villapiana balla con Gabry Ponte all'Anfiteatro del Centro Polivalente
1 ora fa:San Demetrio Corone e Lezhë pronte a sottoscrivere il patto di gemellaggio
1 ora fa:Inizia Sybarisfolk: nuova..."Linfa" al Parco archeologico di Sibari
41 minuti fa:Rapani scrive a Stasi: «Installi tutor sulla Statale106 nei tratti di Torricella e Aranceto»
2 ore fa:La studentessa di Co-Ro Antonella Turco riceve il "Premio America Giovani"
4 ore fa:VOLLEY - Salvatore Donzella torna in campo come palleggiatore della Corigliano Volley
10 minuti fa:Mundo incontra Occhiuto: sul tavolo sanità, infrastrutture e sicurezza del territorio
4 ore fa:Licenziamenti punitivi Conad di Castrovillari, la Filcams Cgil Calabria denuncia: «Un grave attacco»

Il "sacrificio" energetico della Calabria per illuminare l'Italia. Non da oggi ma dal 1976

1 minuti di lettura

CORIGLIANO-ROSSANO – Dopo la notizia riportata ieri sul primato della nostra regione in materia di produzione energetica (leggi qui), abbiamo deciso di analizzare i dati di Terna tenendo conto anche dello storico che la Calabria ha maturato rispetto a questo surplus produttivo.

Sempre secondo il report stilato dalla sopracitata società operatrice delle reti di trasmissione dell'energia elettrica, la Calabria risulterebbe in positivo già dal 1976 (anno in cui partirono le 4 turbine a olio pesante della Centrale Termoelettrica di Sant'Irene/Cutura a Rossano). Si passa infatti da un deficit -153,0 GWh del 1973 ad un supero di +8.681 GWh nel 2022. Trend in positivo che non è mai sceso sotto la soglia di richieste.

Il 2022, nello specifico, si è concluso con una richiesta pari a 6.265,9 GWh che, unita alla sovraproduzione prima indicata, restituisce un esubero della quantità di energia prodotta che è pari a +138,5%.

Report Dati statistici sull'energia elettrica in Italia nel 2022 di Terna Spa

Dal grafico emerge che da metà degli anni ’70 fino al 2014 il livello di produzione non ha mai oltrepassato la soglia dei 12.000 GWh. Dal 2015, invece, si è registrato un aumento considerevole che ha raggiunto il suo picco massimo nel 2019 con 18.000 GWh, per poi scendere nel 2022 fino a 15.000 GWh.

Ciò che ora bisognerà capire è la natura di questa produzione. In che percentuale è derivante da fonti rinnovabili (come eolico, fotovoltaico e idroelettrico), e quanta invece deriva da centrali termoelettriche? Ma soprattutto, qual è il livello di dispersione energetica e quindi di perdite nella rete di distribuzione?

E sì, perché se da un lato si può valutare positivamente questo dato, dall’altro è necessario indagare su due questioni cruciali come la tipologia di impianti che la producono e i volumi di energia che, eventualmente, si disperdono nella rete. Le sfide legate alla sostenibilità ambientale e alla transizione ecologica detteranno gli indirizzi futuri di produzione e aiuteranno, eventualmente, a correggere il tiro.

Rita Rizzuti
Autore: Rita Rizzuti

Nata nel 1994, laureata in Scienze Filosofiche, ho studiato Editoria e Marketing Digitale. Amo leggere e tutto ciò che riguarda la parola e il linguaggio. Le profonde questioni umane mi affascinano e mi tormentano. Difendo sempre le mie idee.