SS106, tra Corigliano-Rossano e Crotone un bollettino di guerra
Negli ultimi cinque anni il tratto jonico tra Corigliano-Rossano e Crotone ha registrato 201 incidenti, 18 morti e oltre 270 feriti. Numeri drammatici che impongono al governo di finanziare subito i 5,5 miliardi per l’ammodernamento

CORIGLIANO-ROSSANO – 201 incidenti, 18 morti e oltre 270 feriti. Un vero e proprio bollettino di guerra. La Statale 106, la “strada della morte”, continua a mietere vittime e a segnare il territorio. L'ultimo la scorsa notte, in località Fossa/Nubrica durante il quale ha perso la vita il giovanissimo Giovanni Iacoi di Mirto (Crosia) a soli 21 anni. Negli ultimi cinque anni, solo nel tratto compreso tra Corigliano-Rossano e Crotone, si contano 18 incidenti mortali documentati. Una scia di sangue che ha nomi, volti e storie spezzate. E che grida vendetta contro decenni di immobilismo.
Il progetto di fattibilità tecnico-economico per l’ammodernamento di questo tratto c’è già, suddiviso nei due lotti CZ372 e CZ373_374. È pronto ed è ora al vaglio della procedura VIA in Regione Calabria. Il fabbisogno economico stimato è di 5,5 miliardi di euro: una cifra enorme, certo, ma non più rinviabile. Dopo la delibera Cipess che ha dato il via libera ai lavori tra Sibari e Corigliano-Rossano (leggi qui la notizia), la pressione si sposta a sud.
Una regione senza via di fuga
La Calabria – e con essa l’intero meridione jonico – non può più permettersi di rimanere isolata. Oggi l’unica arteria veloce che attraversa la regione da nord a sud è l’A2 – Autostrada del Mediterraneo. Ma cosa accadrebbe in caso di calamità naturali, frane, alluvioni o gravi incidenti che ne bloccassero il transito? La risposta è semplice e drammatica: la Calabria resterebbe tagliata fuori dal Paese.
Un territorio già fragile e a rischio sismico non può avere una sola via di fuga. L’ammodernamento integrale della Statale 106 Jonica, quindi, non è solo un’opera infrastrutturale ma un intervento di protezione civile strategica nazionale. Significa garantire ai cittadini sicurezza, mobilità, sviluppo economico e turistico.
Non più promesse, ma scelte
Il governo nazionale è chiamato ad assumersi una responsabilità storica: stanziare le risorse necessarie per completare l’opera. Perché i 5,5 miliardi chiesti oggi valgono più di ogni altra spesa pubblica se paragonati al costo umano, sociale ed economico che ogni incidente continua a generare.
L’area jonica settentrionale è da anni in crescita demografica, commerciale e turistica. Ma senza infrastrutture moderne e sicure rischia di restare un gigante dai piedi d’argilla. Non basta più piangere i morti a ogni curva: serve un piano deciso, tempi certi e un impegno concreto.
Un’urgenza nazionale
La SS106 Jonica non è solo una strada calabrese: è un corridoio strategico europeo, parte integrante della rete TEN-T. Chi continua a considerarla un problema locale non ha colto la portata del tema. Garantire l’ammodernamento fino a Crotone significa connettere territori, dare fiato ai porti di Corigliano e Crotone, sostenere le imprese agricole e turistiche, aprire la Calabria al resto d’Italia e d’Europa.
Non c’è più tempo. Ogni giorno che passa, la “strada della morte” rischia di diventare la metafora di una Calabria abbandonata. Tocca al governo invertire la rotta e trasformare una delle più grandi ferite infrastrutturali del Mezzogiorno in un’opera simbolo di rinascita.