Porto, la Cgil apre la vertenza territoriale sul piano industriale: «Nessun condizionamento ideologico»
Ferma presa di posizione del segretario regionale Angelo Sposato che chiede un tavolo interistituzionale per ragionare sul progetto di Baker Hughes. Si rischia di perdere una prosepttiva di sviluppo sulla base di infondati pregiudizi

CORIGLIANO-ROSSANO - «Nelle prossime ore chiederemo al Presidente dell'autorità portuale Andrea Agostinelli, al Presidente della giunta regionale Roberto Occhiuto, al commissario Zes Giuseppe Romano, al Sindaco di Corigliano-Rossano Flavio Stasi un confronto con Baker Hughes per conoscere il piano industriale dell'investimento previsto nell'area di Corigliano Rossano».
Lo scrive in una nota il segretario regionale della Cgil Calabria, Angelo Sposato, aprendo - di fatto - la grande vertenza sul Piano industriale che è stato presentato sul porto di Corigliano. È il momento, quindi, della concretezza perché da un lato c'è un investimento importante (quasi 60 milioni di euro) messi in campo da una delle multinazionali più forti al mondo, dall'altro ci sono le sacrosante rivendicazioni del territorio di Corigliano-Rossano e della Sibaritide e, dall'altro ancora, il grande enigma su cosa si debba fare per mettere a frutto una delle infrastrutture pubbliche calabresi che, di fatto, non è mai partita.
Rimanere "ostaggi" solo di una parte della popolazione che legittimamente rivendica l'inattuabilità del progetto presentato da Baker Hughes, senza entrare nelle more del progetto e senza conoscerne piano di investimento, impatto e produttività dello stesso, rischia di essere riduttivo rispetto ad un ragionamento più ampio che, invece, è necessario per tentare le giuste risposte in termini di occupazione e sviluppo che la Calabria del nord-est attende da anni.
Insomma, no a processi sommari e tavoli dell'inquisizione senza aver visto e valutato le carte. Ed è questo quello che chiede oggi anche il segretario generale della Cgil Calabria che la vicenda del porto di Corigliano - il suo sottosviluppo e le sue grandi potenzialità - la conosce benissimo e da tempo. «È necessario - scrive Sposato - un approccio responsabile, di merito, scevro da condizionamenti ideologici, tantomeno sono utili fughe in avanti, soprattutto se si hanno responsabilità sociali, politiche ed istituzionali». E questo, crediamo sia un messaggio che il segretario regionale del più importante sindacato italiano ha rivolto a tutti. Anche a quelle parti politiche e sociali del territorio che storicamente sono vicini alle sue posizioni.
«Da tempo - questo il monito e la chiosa di Sposato - stiamo chiedendo investimenti compatibili in Calabria ed occorre vedere le carte e i progetti». Certo, il rischio che anche questa proposta di sviluppo per Corigliano-Rossano salti (come negli ultimi decenni ne sono saltate tante!), magari per andare a fare le fortune di altri territori, c'è ed è concreto. Infatti, qui è in gioco l'investimento di un privato che a un certo punto - registrando reticenze, apatia e forse anche ostilità da parte del territorio - potrebbe anche decidere di tirarsi indietro portando i suoi investimenti altrove. Anche perché Baker Hughes i suoi soldi li investirà e questa è l'unica cosa certa. Nessuno potrà vincolare la società statunitense a paletti che non siano di natura ambientale, sociale e occupazionale che però si possono piantare solo se ci sarà una proficua concertazione e un'unità di intenti sulla volontà di voler accogliere un insediamento industriale. Ed è quella che oggi chiede la Cgil ma che già in città, nei giorni scorsi, hanno chiesto alcune forze politiche.