Senza Guardia medica e prelievi ridotti all'osso: «Un ulteriore colpo ai servizi essenziali nelle aree interne»
Continua la grande vertenza Longobucco. Il centro della Valle del Trionto sembra essere nella morsa dei disagi: un paese accerchiato da una miriade di problemi. L'indignazione della Cgil

LONGOBUCCO - Continua la crisi di servizi e presidi nella comunità della Valle del Trionto. Oltre all'isolamento provocato da un sistema stradale disastrato, al dissesto idrogeologico che minaccia costantemente il centro abitato e a una più generale carenza di servizi, Longobucco è alle prese con una crisi delle prestazioni sanitarie che si aggrava sempre di più. E crea allarme in una popolazione sempre più anziana. Tonino Baratta, segretario della camera del lavoro CGIL di Longobucco, non si ferma e continua a denunciare la situazione critica in cui si trovano i residenti, esprimendo la sua profonda preoccupazione per la recente chiusura permanente della Guardia Medica: «una decisione - torna a ribadire il sindacalista - che ha gettato l'intera comunità nell'incertezza e nella vulnerabilità».
Tuttavia, ciò che sta suscitando ulteriore sconcerto e rabbia è l'attuale carenza di prelievi per le analisi del sangue. Quello che inizialmente sembrava essere un semplice problema tecnico si è trasformato in un vero e proprio disastro per la popolazione locale. La riduzione dei prelievi settimanali da 40 a 20 e il ritardo delle risposte di ben 7 giorni hanno avuto un impatto significativo sulla qualità della vita di Longobucco. «Il servizio - denuncia Baratta - è stato trasferito ad altri comuni della zona, probabilmente meglio attrezzati logisticamente». Questo ha suscitato un'ondata di indignazione (l'ennesima) tra i residenti che si sentono sempre più emarginati e abbandonati dalle istituzioni.
Baratta ha espresso il suo timore che l'intera comunità stia subendo un costante attacco ai servizi essenziali, non solo in campo sanitario, ma anche nelle infrastrutture e nel settore dell'istruzione. «Questa serie di eventi - dice - ha evidenziato la vulnerabilità delle aree interne del territorio, che stanno lottando per garantire servizi vitali per la sopravvivenza di base».
Con voce ferma e determinata, il rappresentante della Cgil torna a chiedere alle autorità locali e nazionali di «assumersi le proprie responsabilità e di agire immediatamente per affrontare la crisi in atto». «La comunità di Longobucco - precisa - non è intenzionata a rimanere in silenzio di fronte a queste sfide, e si è impegnata a denunciare e a manifestare il proprio disagio finché non verranno adottate misure concrete per ripristinare i servizi essenziali che sono cruciali per il benessere e la sicurezza di tutti i residenti».
In un momento in cui il dialogo e l'azione collettiva sono più che mai necessari, l'urgenza di affrontare questi problemi è vitale per il futuro di Longobucco e delle comunità simili che lottano per preservare la propria dignità e il diritto a servizi essenziali.