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L'associazione Vincenzino Filippelli dona defibrillatore al centro vaccinale di Mirto

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CROSIA -  L’Associazione Vincenzino Filippelli dona un defibrillatore al centro vaccinale di Crosia. Operativa sul territorio da oltre 15 anni, ci ha abituati con la sua presenza, i suoi interventi e le donazioni ad essere un punto di riferimento importante per il nostro territorio. «Ringrazio l’azienda sanitaria di Cosenza, qui rappresentata dal dottor Martino Rizzo, per averci sostenuto in tutto l’iter burocratico necessario per poter effettuare la donazione - ha detto la presidente Elisabetta Verrina -. All'inizio - riassume in breve questi anni - ci dedicavamo essenzialmente alle famiglie dei piccoli pazienti oncoematologici perché rappresentavano una situazione che ci aveva toccati da vicino nel personale. Poi abbiamo esteso il raggio di azione». E così, tra sostegni alle famiglie bisognose e la donazione di arredi per rendere il Pronto soccorso del Giannettasio più accogliente, c’è anche una donazione di un defibrillatore semi automatico.

Se ne è discusso ieri in seno al dibattito dedicato alla "cardioprotezione al servizio della comunità" alla presenza del sindaco di Crosia Antonio Russo, del direttore sanitario dell’Asp di Cosenza, Martino Rizzo, della pediatra Vittoria Paletta, del dottor Francesco Gallo e del direttore di Cardiologia dell’ospedale di Rossano, la dottoressa Silvana De Bonis.

Proprio l’intervento della De Bonis ha chiarito l’importanza della presenza di un defibrillatore in un luogo pubblico. «Nel caso di un arresto cardiaco - spiega - l’intervento immediato è quello che salva la vita. A differenza di una gamba, che può andare in necrosi, ossia “morire” in circa due ore, il nostro cervello può subire danni anche permanenti dopo soli 4 minuti dall’arresto cardiaco. È fondamentale dunque intervenire il prima possibile e, grazie a questi defibrillatori semi automatici che ti dicono loro se e quando premere il pulsante per originare la scossa, questo strumento può essere utilizzato da tutti». Insomma, in caso di emergenza ciascuno di noi può fare la differenza.

Ma la formazione resta tuttavia sempre uno degli obiettivi da perseguire e proprio ieri, presso il palateatro “Carrisi”, sono stati consegnati gli attestati a coloro che hanno effettuato il corso di primo soccorso.

 

Valentina Beli
Autore: Valentina Beli

“Fare il giornalista è sempre meglio che lavorare” diceva con ironia Luigi Barzini. E in effetti aveva ragione. Per chi fa questo mestiere il giornalismo non è un lavoro: è un’esigenza, una passione. Giornalista professionista dal 2011, ho avuto l’opportunità di scrivere per diversi quotidiani e di misurarmi con uno strumento affascinante come la radio. Ora si è presentata l’occasione di raccontare le cronache e le storie di un territorio che da qualche anno mi ha accolta facendomi sentire come a casa. Ed io sono entusiasta di poterlo fare