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Fascicolo sanitario elettronico: gli ospedali spoke di Co-Ro arrancano

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CORIGLIANO - ROSSANO – Gli ospedali dello Jonio arrancano nell’adozione del fascicolo sanitario elettronico fatta eccezione per il reparto di Cardiologia del Giannettasio. La classica cartella clinica in formato cartaceo, più facile da smarrire e al tempo stesso più complessa da aggiornare in continuazione e da poter condividere in qualsiasi momento con gli altri ospedali, entro un anno dovrà essere sostituita da quella elettronica.

Se nel reparto diretto dalla dottoressa De Bonis i medici non usano più carta e penna bensì i tablet e tutto confluisce subito nel sistema elettronico, e nonostante il laboratorio Analisi e la Radiologia dello stesso ospedale si armino di pazienza e si mettano ad inserire al pc i dati raccolti, negli altri rami e, a dirla tutta, negli altri nosocomi, regna, per quanto riguarda la condivisione dei dati via web, il nulla assoluto.

La Sanità jonica ha due facce: da un lato un reparto pilota che, prima ancora di altre realtà nazionali, cavalca l’onda dell’innovazione e si fa capofila di un modello che presto dovrà essere adottato da tutti, dall’altra chi, vedi Cetraro sulla sponda Tirrenica, un sistema operativo neppure ce l’ha. Ci vorrà almeno un anno affinché tutti gli ospedali riescano ad uniformarsi alle nuove direttive e a reperire gli strumenti necessari per poter mettere in atto il fascicolo sanitario elettronico. Occorrono tablet, almeno 3 o 4 per reparto, da fornire al personale. Tutto viene fatto dal letto del paziente: inserimento dati, richieste di esami, la scelta di questo o quel farmaco semplicemente aprendo la lista e barrando la casella desiderata.

Resistenze di sorta a parte – va detto infatti che una cartella digitale e condivisa di certo non si può perdere e tutto dunque deve essere fatto alla luce della trasparenza e della tracciabilità – l’adozione del fascicolo sanitario elettronico da parte di tutti è previsto entro un anno. Le ditte che dovranno fornire le strumentazioni sono già state individuate, devono solo procedere a distribuire i dispositivi ellettronici presso gli ospedali. Poi c’è la formazione del personale e soprattutto l’impegno a passare da un sistema informatico chiuso, dove i dati circolano soltanto nel singolo ospedale, ad un sistema aperto che faccia dialogare i vari spoke in modo tale che il paziente, ovunque venga visitato o ricoverato, sia automaticamente accompagnato dal suo fascicolo digitale e gli specialisti possano avere a disposizione il quadro generale di salute della persona.     

Valentina Beli
Autore: Valentina Beli

“Fare il giornalista è sempre meglio che lavorare” diceva con ironia Luigi Barzini. E in effetti aveva ragione. Per chi fa questo mestiere il giornalismo non è un lavoro: è un’esigenza, una passione. Giornalista professionista dal 2011, ho avuto l’opportunità di scrivere per diversi quotidiani e di misurarmi con uno strumento affascinante come la radio. Ora si è presentata l’occasione di raccontare le cronache e le storie di un territorio che da qualche anno mi ha accolta facendomi sentire come a casa. Ed io sono entusiasta di poterlo fare