Dimensionamento, la "Amarelli" perde l'autonomia e si odono sirene di guerra
La dirigente Cerbino: «Assurdo e inaccettabile che un plesso venga accorpato ad un altro lontano 12 km».
CORIGLIANO-ROSSANO – La questione relativa al dimensionamento scolastico sta scuotendo le comunità scolastiche. La Dirigente Scolastica pro tempore Tiziana Cerbino, insieme a tutto il personale docente, il personale Ata e alle famiglie dell’I.C. “A. Amarelli”, esprime profonda contrarietà nei confronti del Piano di dimensionamento scolastico «deliberato in maniera frettolosa, senza alcuna concertazione e democratica condivisione» dalla Provincia di Cosenza lunedì 16 ottobre 2023 e che prevede l’accorpamento dell’I.C.” Amarelli” con l’I.C. Rossano 1 e lo smembramento dell’intero Plesso di Piragineti che, con la Scuola secondaria di primo grado di Donnanna, verrebbero uniti all’I.C. “Guidi” di Corigliano, distante ben 12 km. Un provvedimento che definiscono «assurdo e inaccettabile».
Il provvedimento della Provincia di Cosenza, infatti, attuativo delle disposizioni sul dimensionamento della rete scolastica previste dalla Legge di bilancio 2023, risulta «illogico, irrazionale, non rispondente alle Linee guida regionali, con profili di disparità di trattamento e fortemente discriminatorio per le scuole del Comune di Corigliano-Rossano in cui è stato previsto il taglio di ben 6 dirigenze».
Gli organi collegiali dell’I.C. “A. Amarelli”, il Consiglio d’Istituto e il Collegio docenti, tramite le proprie delibere espresse all’unanimità, chiedono a gran voce il mantenimento dell’autonomia dell’I.C.” A. Amarelli”, anche perché «in altre scuole del circondario, ed in particolare della fascia tirrenica, è stata garantita con numeri di gran lunga inferiori».
«L’I.C “A. Amarelli” , scuola intitolata alla prestigiosa famiglia e dalla quale riceve annualmente un consistente contributo sotto forma di borsa di studio, - ribadisce la dirigente nella nota - che gravita in un’area urbana del comune di Corigliano Rossano con incidenza dispersione, processo immigratorio e disagio economico – sociale e per questo destinataria di fondi del Mim e del Pnrr , con queste incaute scelte provinciali che mortificano la sua identità storica, perderebbe la continuità dei suoi processi ed il suo ruolo, coralmente riconosciuto , di presidio di legalità e punto di riferimento per un’intera compagine sociale».