Sul Fellino completato il primo intervento di ripristino dopo l'alluvione del 2015... ma non basta
I cittadini di via Lussemburgo, quelli che subirono l'inondazione nell'agosto di 8 anni fa, ringraziano e rilanciano: «Manca sistema raccolta acque». Stasi: «Opera che si attendeva da tempo. Siamo stati concreti»
CORIGLIANO-ROSSANO - «Siamo stati concreti e abbiamo fatto quello che in passato non era stato in grado di fare nessuno». Così il sindaco Flavio Stasi commenta la pulizia di Fosso Fellino, uno di quei corsi d'acqua che all'alba del 12 agosto 2015 straripò inondando via Lussemburgo e creando danni inimmaginabili. Da allora, a parte gli interventi di somma urgenza, non venne realizzata alcuna opera di bonifica o di miglioramento del sistema idraulico, che rimane una delle componenti fragilissime del territorio.
Fellino ma anche Grammisato e Colagnati, sono gli ultimi importanti interventi messi a terra dal Comune grazia alla convenzione sottoscritta nei mesi scorsi con Calabria Verde. «Un'opera - ricorda Stasi - che riguarderà la bonifica tutti i corsi d'acqua secondari del territorio comunale che vivono le condizioni drammatiche dettate dal costante dissesto idrogeologico». Le cosiddette "mutazioni climatiche" impongono - soprattutto in aree alluvionali come la Calabria del nord-est - interventi concreti di protezione civile e specialmente sulla pulizia dei torrenti non si può scherzare perché possono determinare, così come avvenuto negli ultimi mesi in altre aree del Paese, eventi drammatici. E drammatico sarebbe stato anche l'effetto che avrebbe sortito il "tappo" del torrente Fellino nel caso di un'abbondante precipitazione.
Proprio il 12 agosto scorso eravamo ritornati in via Lussemburgo, nell'area costiera di Momena, nel territorio di Rossano, ed epicentro, insieme a viale Sant'Angelo, dell'alluvione 2015, per testimoniare le condizioni del contiguo corso d'acqua. Lo trovammo in una condizione imbarazzante e pericolosissima (leggi qui). A distanza di un mese la bonifica fatta da Comune e Regione Calabria sembra aver cambiato i connotati a quel fosso che oggi risulta pulito, con un alveo rimodulato alla sua quota originaria e capiente, quanto basta, per convogliare le acque meteoriche.
Si tratta, però, di un prima passo. Ce ne sono almeno altri due da compiere se non si vuole mandare in fumo un intervento che comunque risulta importante. Il primo riguarda il completamento della bonifica nel tratto a monte, in località Ciminata, le cui procedure sebrano essere ancora impantanate; senza la pulizia e la regimentazione il torrente rischia di spostare nuovamente grosse quantità di detriti fino a valle. Il secondo passo, invece, è quello della realizzazione dell'impianto di raccolta delle acque bianche nella zona residenziale marina di Momena. È da anni, infatti, che il comitato spontaneo dei cittadini di Via Lussemburgo, guidato da Ercolino Ferraina, si batte affinché venga completato con i sottoservizi il lungomare. «Quindici giorni prima l'alluvione del 2015 - racconta proprio Ferraina - ricordai al sindaco del tempo che nel realizzare l'utilissima e civile opera del lungomare ci si era dimenticati innanzitutto di realizzare il sistema di raccolta delle acque piovane mentre con il ponte costruito proprio per bypassare Fellino si era creata una diga sul corso d'acqua. Mai quelle parole - ricorda il rappresentante del comitato - furono, purtroppo, così drammaticamente profetiche».
Il fatto è che ancora oggi quella stessa condizione di pericolo permane e la sensazione che la sola bonifica del greto del torrente possa non bastare ad eliminare il pericolo esondazione.