14 ore fa:Tradizioni, le Vallje di Frascineto hanno incantato turisti e visitatori
10 ore fa:Crosia ricorda Raffaella De Luca, la famiglia dona un defibrillatore alla comunità traentina
12 ore fa:Addio agli Skizzati Group 1991: una storia vera, altro che il tifo social
10 ore fa:Bonus occupazione nel Mezzogiorno, soddisfatto Rapani: «Lavoro per giovani e donne deve essere una prospettiva reale»
13 ore fa:Accordo tra Confcommercio Cosenza e Intesa Sanpaolo: 120 milioni per la crescita delle imprese calabresi
13 ore fa:Parchi Marini Regionali, Occhiuto nomina Raffaele Greco primo Direttore Generale
11 ore fa:Nuova Statale 106 si rischia il paradosso: un terra che anela lavoro non avrebbe lavoratori
14 ore fa:Co-Ro cerca un "medico competente" per i dipendenti dell'Ente
12 ore fa:A Cassano «venga intitolato un luogo a Papa Francesco»
15 ore fa:Il biondo tardivo di Trebisacce e lo chef Giuseppe Gatto protagonisti su La7

Otto anni fa l'alluvione di Corigliano-Rossano: resta altissimo il pericolo dissesto sul territorio

2 minuti di lettura

CORIGLIANO-ROSSANO - Sono trascorsi otto anni da quella terribile alluvione che il 12 agosto 2015 si abbattè sul territorio di Corigliano-Rossano. Una violentissima bomba d'acqua che portò dal cielo in terra milioni di metri cubi d'acqua nell'arco di pochissime ore facendo esondare torrenti e mettendo a soqquadro l'intera area marina di Sant'Angelo. Una catastrofe ambientale, dove la mano dell'uomo non fu sicuramente esente da colpe, di proporzioni gigantesche per il microcosmo rossanese che generò danni per diversi milioni di euro ma che, per fortuna, non provocò alcuna vittima. Otto anni, dicevamo, durante i quali quell'evento atmosferico così violento, funesto e terribile avrebbe dovuto insegnare qualcosa, quantomeno sotto il profilo della prevenzione. E invece nulla, molti di quei torrenti esondati in quel grigio agosto 2015 gridano ancora vendetta e sono pronti a creare nuovi danni.

È il caso del torrente Fellino e dei suoi affluenti. Un corso d'acqua che dalla sorgente alla foce ha vissuto vicende contrastanti in questi anni, con interventi già finanziati e ancora in attesa di essere realizzati (leggi qui) e che nel batti e ribatti di competenze e responsabilità, oggi, nella zona che sbocca a mare, proprio lì dove in quel 12 agosto esondò inondando il quartiere residenziale di via Lussemburgo, la situazione del torrente è a dir poco allarmante.

Nell'ultimo tratto, quello che divide il corso d'acqua dalla foce, lungo appena 50 metri, all'interno del greto si è formato un tappo di cespugli e sterpaglie che va ad impattare con il sovrastante ponte stradale. Una bomba d'acqua, nelle medesime condizioni del 2015, provocherebbe ancora una volta gravissimi danni. E tutto questo, pur tra mille segnalazioni e diffide protocollate dai residenti, che evidentemente non hanno sortito alcun effetto.

Intanto, c'è chi ricorda ancora quei momenti di paura e dolore, di sofferenza e solidarietà in cui si trovarono catapultate le comunità di Corigliano e Rossano. A tenere vivo il ricordo è l'ex sindaco Giuseppe Antoniotti, alla guida di Rossano in quei giorni drammatici. Il ricordo di Antoniotti è vivido. «Erano le 5:45 del mattino, esattamente di 8 anni fa, quando iniziò la terribile alluvione che credo abbia segnato la storia personale di ogni singolo cittadino rossanese e di quanti in quelle ore, in quel giorno, si trovavano nella nostra Città. Un ricordo terribile di un evento spaventoso ma che per fortuna non ha mietuto vittime. Allora ero sindaco eppur nella paura umana di dover affrontare in prima persona un’emergenza mai vissuta prima nella mia Rossano, mi diedi forza e profusi tutte le mie energie, personali ed istituzionali, per tamponare gli effetti di quella catastrofe naturale». È quanto scrive lo stesso Antoniotti ricordando sul suo profilo social quei momenti e ringraziando, ancora una volta, la Vergine Achiropita, protettrice della città, per aver steso il suo manto protettivo sui suoi figli. 

«Tutto intorno a noi era fango e macerie - racconta Antoniotti - dalle case, alle strade, dagli uffici agli impianti pubblici, dal mare alla montagna tutto era stato capovolto dalla furia di quell’acqua inaspettata, inimmaginabile e violenta. Mi sono rimboccato le maniche e ho lavorato notte e giorno per far fronte alla crisi. Per 13 giorni ho presidiato h24 le postazioni del Centro Com, ho coordinato le operazioni, ho chiesto l’intervento dell’Esercito, ho cercato di portare sostegno alle famiglie che avevano perso tutto, sono stato il parafulmine (come giusto che fosse) della disperazione della gente. Ancora grazie ai volontari, alla Chiesa, alle forze dell'ordine, ai cittadini tutti, ma principalmente Grazie sempre alla Santissima Maria dell'Achiropita che ci salvò». 

Ne è passata d'acqua sotto i ponti da allora ad oggi ma l'uomo è testardo, poco incline ad osservare la dura legge della natura. Purtroppo non è cambiato nulla. Siamo come prima, forse anche un po' peggio. 

Marco Lefosse
Autore: Marco Lefosse

Classe 1982, è schietto, Idealista e padre innamorato. Giornalista pubblicista dal 2011. Appena diciottenne scrive alcuni contributi sulla giovane destra calabrese per Linea e per i settimanali il Borghese e lo Stato. A gennaio del 2004 inizia a muovere i passi nei quotidiani regionali. Collabora con il Quotidiano della Calabria. Nel 2006 accoglie con entusiasmo l’invito dell’allora direttore de La Provincia, Genevieve Makaping, ad entrare nella squadra della redazione ionica. Nel 2008 scrive per Calabria Ora. Nell’aprile 2018 entra a far parte della redazione di LaC come corrispondente per i territori dell’alto Jonio calabrese. Dall’1 giugno del 2020, accoglie con piacere ed entusiasmo l’invito dell’editore di guidare l’Eco Dello Jonio, prestigioso canale di informazione della Sibaritide, con una sfida: rigenerare con nuova linfa ed entusiasmo un prodotto editoriale già di per sé alto e importante, continuando a raccontare il territorio senza filtri e sempre dalla parte della gente.