Nuovo ospedale, l'allarme di Stasi: «Mancano i soldi»... ma pure i sottoservizi
L'appello accorato del primo cittadino, che minimizza sull'assenza di condotta idrica e fognaria (che comunque continuano a mancare), e rilancia la questione: Si trovino fondi e procedure per far ripartire immediatamente il cantiere»

CORIGLIANO-ROSSANO - «Che il problema del nuovo ospedale sia un pozzo della Sorical o un collettamento fognario, sinceramente, fa ridere. Queste sono questioni che si risolvono in una mezza riunione, anche senza comunicati stampa inutili. Il problema del nuovo ospedale, che sono certo si sta affrontando con attenzione, sono i soldi. L'elenco dei costi va aggiornato in maniera significativa nei confronti di un progetto ormai di molti anni fa, e quindi vanno trovate le risorse e gli strumenti amministrativi per stanziarle. Invito molto calorosamente tutto l'arco istituzionale ad occuparsi di questo, anche perché se non dovessero trovarsi soluzioni, l'Amministrazione Comunale diventerebbe (in quel caso si) una autentica controparte».
Sono le parole di Stasi che oggi, nella fase di stallo che sembra vivere il cantiere dell'ospedale della Sibaritide, riapre, anzi spalanca la polemica sul nuovo ospedale, oggetto in queste ore di una nuova variante non strutturale, bensì sanitaria, di servizi. Variante che servirà a mettere in chiaro, probabilmente, un buco di risorse di quasi 100milioni di euro che serviranno a completare l'opera e a renderla funzionale.
Stasi mette tutti sul tavolo degli imputati. Tutti, dalla Regione al Commissario alla Sanità, per finire all'intero arco istituzionale rappresentato dalla deputazione del territorio. Affinché si impegnino a reperire le risorse. Che comunque dovrebbero esserci - un altro dei casi in cui il condizionale è un dovere più che una premura - perché la maggior parte dei soldi che oggi girano nelle casse pubbliche italiane sono destinate alla Sanità.
E le parole di Stasi di oggi sono le stesse usate dell'ottobre 2022 in risposta ad «inutili polemiche» (sollevate dalla nostra testata, ndr) sul fatto che il cantiere dell'ospedale avrebbe potuto fermarsi per la mancanza delle opere di collettamento ed adduzione, tentando – in pratica – di «responsabilizzare l'Amministrazione Comunale». «Vi ricorda qualcosa?» rintuzza Stasi. Certo, sindaco, ci ricorda che comunque, qualora si trovassero i soldi per finire l'ospedale - e su questo bisognerebbe essere tutti uniti - a Insiti, mancherebbero ancora rete idrica, rete fognaria, e altri sottoservizi necessari. La cui assenza non è esclusiva colpa dell'Amministrazione comunale di Corigliano-Rossano, sia chiaro, ma il problema c'era, c'è e rimarrà finché non verranno avviate gli opportuni interventi.
Ma ritorniamo, invece, a quelle che sono le giuste preoccupazioni che oggi evidenzia Stasi. «In questi mesi - scrive il sindaco - le interlocuzioni con i vari organi coinvolti, ed in particolare con la Regione Calabria, sono state molteplici ed ho sempre ricevuto rassicurazioni rispetto al fatto che il cantiere non si sarebbe fermato. Ad oggi registriamo che i problemi che denunciai all'epoca non hanno ancora trovato una soluzione ed il cantiere è fermo. Soprattutto non mi sembra siano stati individuati i percorsi per sbloccare definitivamente la vicenda».
«Proprio nelle scorse ore ho avuto modo di sentire il Responsabile del Procedimento - sottolinea ancora il Sindaco - rispetto alle spettanze che l'impresa vanterebbe nei confronti dell'ente regionale e che sono evidentemente incagliate negli iter burocratici non solo regionali ma anche ministeriali. Come sempre quando si tratta di temi di carattere istituzionale, non intendo perder tempo in polemiche inutili – alle quali mi limito eventualmente a replicare con chiarezza - ma è necessaria l'immediata individuazione dei fondi e delle modalità amministrative per garantirli: una soluzione che deve essere trovata entro il mese di maggio per consentire al cantiere di ripartire entro il mese di giugno. Credo che su questa partita si rischi la perdita della credibilità delle istituzioni. Inoltre, invito la nostra delegazione parlamentare - conclude - ad occuparsi di cose concrete, per esempio delle pratiche bloccate presso i ministeri competenti relativi all'ospedale della Sibaritide e più in generale della sanità calabrese, alla quale si continua a chiedere i miracoli senza però avere il coraggio di adeguare la mole dei trasferimenti a quelli di altre regioni: questo sarebbe sufficiente ad azzerarne il debito».
Insomma, la vicenda del nuovo ospedale diventa una bella partita a Risiko, dove ognuno - per ogni parte - piazza le proprie bandierine ma soprattutto ha l'obiettivo di eliminare le bandierine altrui. Senza dubbio sull'ospedale di Insiti, la Regione, il commissario/governatore Occhiuto - ma la politica in generale - hanno messo la faccia. E questo è un punto a favore per tutti. Tirarsi indietro ora significherebbe esporsi ad una colossale figuraccia.