«Il conflitto in Ucraina sta servendo a smaltire fruttuosamente materiale bellico senza nemmeno dover dichiarare guerra»
Il messaggio del sindaco di Corigliano-Rossano sulle tante tragedie: dal naufragio di ieri a Cutro, al terremoto in Siria e Turchia, alla guerra in Ucraina. «Non sempre la commozione è acritica»
CORIGLIANO-ROSSANO – Ieri sulle coste Calabresi si è consumata l’ennesima tragedia: il naufragio di un barcone che avrebbe dovuto condurre ad una nuova vita, mentre ha portato solo morte e dolore. Alle reazioni della politica, dinnanzi a tanta sofferenza umana, ha risposto il nostro direttore Marco Lefosse con il corsivo “Serve pudore, serve silenzio, serve vergogna. Almeno in questi casi”.
All’articolo del Direttore ha fatto seguito un messaggio del Sindaco Di Corigliano-Rossano, Flavio Stasi, che qui pubblichiamo integralmente:
«Gentile direttore, ho letto il suo commento sui fatti accaduti a Steccato di Cutro. Un commento al vetriolo, che in parte condivido, ma generalizzare è sempre sbagliato. Sarebbe sbagliato generalizzare anche sulla stampa soprattutto da parte di chi, come me, le riconosce un ruolo sociale fondamentale, seppur con responsabilità decisionali ben diverse rispetto alla politica».
«Nel mio commento di ieri ho associato i 50 e più morti della strage di Steccato di Cutro ad altre stragi, che però sembrano già dimenticate da tutti, stampa nazionale e locale compresa. Il terremoto che colpì le nostre terre nel 1836, per il quale il 24 aprile accendiamo i fuochi ed il 25 ringraziamo San Francesco, uccise circa 250 persone. La conta dei morti del terremoto in Turchia e Siria non è ancora terminata, e siamo giunti a 50 mila morti. Sono stati sterminati interi quartieri, interrotti interi alberi genealogici, eppure ormai da tempo la notizia è sparita dai media se non per articoli di terzo piano, a fondo pagina».
«Come non sembrano avere più alcuna importanza i morti civili e militari della guerra in Ucraina, mentre quotidianamente il nodo del contendere è come e quanto armare le parti in causa, che sicuramente hanno responsabilità enormemente diverse nella genesi di questa folle guerra, ma che sicuramente stanno servendo a smaltire fruttuosamente materiale bellico senza nemmeno dover dichiarare guerra. Ovvio che tra l'invasore e l'invaso, stiamo senza dubbio dalla parte dell'invaso, ma ciò non giustifica l'aver abbandonato completamente il terreno di una conferenza di pace, e cosa stia facendo la nostra diplomazia, la diplomazia occidentale, per interrompere questo conflitto francamente mi sfugge. Altri morti, altri esseri umani».
«Vale anche per la strage sistematica di migranti nei nostri mari. Al di là delle diverse posizioni politiche, alcune delle quali rasentano la disumanità, cosa si stia facendo davvero per impedirle mi sfugge e temo sia vero: anche la commozione acritica è funzionale ad un sistema disumano in cui le vite sono numeri e non vite. Non sempre, però, la commozione è acritica» conclude.