Serve pudore, serve silenzio, serve vergogna. Almeno in questi casi
Le reazioni della politica, in modalità dissenteria, sull'ennesima e annunciata tragedia dei migranti, sono urticanti
Le reazioni della politica, in modalità dissenteria, sull'ennesima e annunciata tragedia dei migranti, sono urticanti.
45 mail, l'una dietro l'altra. Ognuna con il nome di un onorevole, di un senatore, di un consigliere regionale, di un gruppo parlamentare di un ruolo istituzionale ben infiocchettato sulla giacca. Di destra e sinistra. Ognuna con un pensiero di circostanza. Ognuna che grida giustizia per quelle povere persone ignote che stamattina presto, all'alba, sono affondate giù nello Jonio insieme alle nostre anime. Quelle di tutte, incapaci di dare risposte.
Parlare è arte leggera, si dice dalle nostre parti. La verità è che sono tutti bravi a formulare teorie postume, anche bizzarre; a dare soluzioni, sempre pavide, a stragi compiute. Nessuno dice la verità. Nessuno dice che questa gente che naviga verso l'ignoto in mare è funzionale alle plutocrazie perbeniste occidentali. È funzionale a loro stessi.
Le parole di tutti si nascondono dietro quei lenzuoli bianchi stesi lungo le spiagge rosse di Crotone, tra le onde impetuose e nel vento sferzante, come in una tormenta dove tutti gridano, tutti scappano ma nessuno è capace di salvare l'altro di fianco a sè.
Serve pudore, serve silenzio, serve vergogna. Almeno in questi casi