La consapevolezza, il coraggio e quella capacità di saper muovere le "leve giuste"
Una riflessione del sindaco Stasi, a bocce ferme e fari spenti, sul capodanno e soprattutto sulla fusione: un punto di vista che dice tanto, anzi tantissimo anche sulla concezione che il primo cittadino ha di questo grande processo in atto
Riceviamo e come sempre - con piacere - pubblichiamo una riflessione del sindaco di Corigliano-Rossano, Flavio Stasi, a precisazione dell'editoriale di ieri a firma del direttore Marco Lefosse, rispetto alla qualità del cartellone delle manifestazione di Natale e Capodanno e alle possibilità/opportunità e ai nuovi orizzonti che per la città si sono aperti grazie alla fusione (leggi qui l'articolo: Natale e Capodanno, se non ci fosse stata la fusione quelle piazze sarebbero rimaste vuote...o quasi). Una riflessione quella del primo cittadino che parte da due concetti imprescindibili, uno di metodo e l'altro sostanza: la consapevolezza e il coraggio... entrambi molto cari alla nostra testata
Caro direttore,
ho letto con attenzione il suo editoriale sugli eventi natalizi ed in particolare sullo straordinario evento di capodanno della nostra città. In parte lo condivido, ma spero mi concederà alcune precisazioni, che ritengo doverose solo al fine di scongiurare il rischio di dare per scontate cose che scontate non lo sono affatto.
In premessa dissento dalla tesi secondo la quale prima non si potevano organizzare questi eventi dalle nostre parti. Si tratta di un dato insostenibile. Paesini di meno di 10 mila abitanti, in Calabria e non in Belgio, dimostrano senza possibilità di smentita che si possono organizzare grandi eventi se vengono azionate le leve giuste.
Al contrario oggi organizzare qualsivoglia evento importante è dieci volte più difficile, a seguito della stretta sulle normative di sicurezza anche in conseguenza dell’emergenza pandemica, che per altro ha generato e fatto lievitare enormemente fonti di costo prima del tutto inesistenti.
È la politica che fa la differenza, le sue scelte.
Noi abbiamo deciso di investire in questo tipo di promozione, rompendo una mentalità paesana fatta di feste per il consenso e non di grandi eventi per promuovere la città. Nello stesso dibattito pubblico cittadino emerge questa profonda dicotomia, ed il cambio di direzione – ormai chiaro all’intera comunità – si può evincere anche da due dati.
Il primo è quanto abbiamo previsto in bilancio per questo settore; il secondo è quanti fondi stiamo intercettando. Entrambi i dati sono frutto di scelte e di lavoro, ed essere riusciti ad intercettare 180 mila euro di fondi per la promozione della città partecipando a bandi aperti, quindi grazie al valore di tre distinti progetti, è significativo.
Paradossalmente basta guardare quelle graduatorie per trovare una ulteriore smentita della tesi secondo la quale prima non si sarebbero potute fare certe cose, poiché evidentemente è il valore dei progetti ad essere premiato.
Ciò che c’è oggi, almeno per quanto ci riguarda, è la consapevolezza di essere una città importante e la visione del ruolo che possiamo rivestire non in Calabria ma nel mezzogiorno, in questo ed altri settori. Ciò che c’è oggi è il coraggio di fare delle scelte, senza paura, senza badare ai detrattori benpensanti di ogni fazione sociale, perché siamo convinti che alla fine la visione ed il coraggio paghino.
Si badi che questo concetto vale per ogni argomento, a partire dalle infrastrutture a finire all’organizzazione comunale. Potrei aprire una lunga dissertazione anche sui temi della Ss. 106 e del Porto, per esempio, e su come sia stato difficile assumere delle decisioni coraggiose dando alla politica, in senso alto, il primato della scelta e non alle suggestioni mediatiche o alle forzature gastro-elettorali, ed il tempo ci darà ragione anche in questi casi.
Il Comune unico è uno strumento straordinario per il territorio, per la città, che sta già dando risultati e ne darà sempre di più importanti: su questo non c’è alcun dubbio. Ho spesso parlato dei bandi a cui abbiamo avuto accesso in quanto città superiore a 50 mila abitanti, per esempio, e si tratta di un dato inequivocabile. Ma ho sempre trovato sbagliato attribuire a qualsivoglia strumento poteri miracolosi che non esistono. Non serve confondere i campi, soprattutto a chi, come noi, intende difendere e valorizzare le potenzialità attuali e di prospettiva della città, perché a quei bandi, alla fine, devi partecipare e vincere, ed è quello che stiamo facendo quasi sempre.
Infine per valorizzare a pieno il processo di fusione già avvenuto e la nostra città, ormai consolidata e forte, non è affatto utile raccontare ai cittadini una frottola, ovvero che tutto è perfetto ed abbiamo la strada spianata in qualunque cosa.
Leggendo l’ultima parte del suo editoriale, che a mio avviso rischia di lanciare un messaggio che non condivido, mi sono venute in mente le parole del Commissario Bagnato che al termine della propria sfavillante esperienza si rivolgeva a noi candidati con frasi del tipo “vi ho lasciato una Ferrari, chiavi in mano, pronta a partire”.
Quando mi sono insediato ho dovuto prendere atto che in questo bolide non era stato unificato nessun ufficio, non erano state standardizzate le procedure, tutto era tremendamente “doppio” e confuso, mentre sotto il profilo finanziario - in tre anni - ho riconosciuto o rateizzato qualcosa come 50 milioni di euro di debiti di entrambi i comuni estinti. Non voglio fare paragoni con altri modelli automobilistici in quanto rischierei di essere insolente, ma è evidente che c’era e c’è ancora tanto lavoro da fare e questo i cittadini lo devono sapere, anche perché si tratta di un dato che valorizza ulteriormente il percorso di città unica che abbiamo intrapreso e che sprigionerà progressivamente le proprie grandi potenzialità.
Per dare alla nostra splendida città ciò che merita continuano a servire consapevolezza, visione e coraggio.
Anche se non pienamente aderente alle sue opinioni, sono certo che darà lo spazio che merita a questo mio modesto pensiero, non in contrapposizione ma come semplice contributo di notizie e riflessioni.
Fin qui la posizione del sindaco di Corigliano-Rossano Flavio Stasi che abbiamo raccolto e rilanciato. Una riflessione che dice tanto, anzi tantissimo anche sulla concezione che il primo cittadino ha sul processo di fusione della grande terza città della Calabria
Il fatto che si parta da due concetti chiave come la consapevolezza (di quello che si è) e il coraggio (di fare le cose), credo sia un passo avanti non solo nel concetto di amministrare una grande e complessa città ma anche per la fase di governo della fusione. Anche perché - e qui il sindaco sarà sicuramente d'accordo con me - l'unificazione delle due città non è una magia da Mago Merlino che risolve di punto in bianco tutti i problemi atavici, irrisolti e - forse - insuperabili del nostro territorio, ma, appunto, un percorso fruttuoso e virtuoso, uno strumento per cercare di vivere meglio di come non sia stato fino al recente passato questo angolo di Calabria. Condivido il ragionamento delle "leve giuste" da muovere, e questo vale per un comune di 80mila abitanti quanto per un piccolo paese di 300 anime. La questione è sui tempi e sulla visione. Perché una città che ha consapevolezza e coraggio sa dove puntare il timone non solo nel momento della tempesta ma addirittura prima, nel tracciare una rotta che sappia superare quella tempesta e far proseguire la navigazione senza alcun problema. Si chiama visione. E siamo convinti, come ne è convinto l'amico sindaco Flavio Stasi, che un concerto di Coez a Capodanno lo avrebbe potuto organizzare anche il piccolo comune sperduto dell'entroterra con una programmazione profonda e una visione lunga. Programmazione e visione che non hanno avuto, probabilmente, in decenni di storia amministrativa, gli estinti comuni di Corigliano e Rossano. Ma che - allo stesso tempo e per la circostanza attuale - non ha avuto nemmeno Corigliano-Rossano, la quale, al contrario, però è stata nella disponibilità di risorse e autorevolezza, derivategli dalla fusione, e di scaltrezza amministrativa di sindaco e staff di governo per mettere in cantiere un grande evento nell'arco di poco più di una settimana. Se il Coez di turno per Corigliano o Rossano poteva essere un punto di arrivo, quindi, per Corigliano-Rossano potrà e dovrà essere, invece, solo un punto di partenza se si sapranno mettere in campo consapevolezza e coraggio ma anche visione e programmazione per "ragionare" già da ora in prospettiva futura. E questo vale per il Capodanno 2023 ma soprattutto per tutte le belle sfide che attendono questa grande città. Che non sarà una Ferrari ma è sicuramente una fuoriserie con tanti cavalli che vanno saputi domare. - Marco Lefosse