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Asp di Cosenza sulla strada della normalizzazione. Graziano: «Entro dicembre arriveremo a quota 530 nuove assunzioni»

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CORIGLIANO-ROSSANO - Siamo tornati a parlare di una delle questioni più urgenti e più discusse degli ultimi decenni: lo “stato di salute” della sanità calabrese e i servizi connessi. La nostra regione ha sempre detenuto tristi primati e la speranza è che possa risalire la china.

A parlarne, ai nostri microfoni, è Antonello Graziano, commissario dell’Asp di Cosenza, ospite stasera dell'Eco in Diretta il talk della nostra testata condotto dal direttore Marco Lefosse. Con il commissario si è cercato di fare il punto sui primi sei mesi di gestione, provando ad esaminare la situazione in cui versa attualmente il sistema sanitario locale.

Lo scopo è chiaro oltre che scontato: risollevare la sanità. «L’obiettivo – afferma Graziano – è risollevarla e normalizzarla, aggiungerei. Ho accolto con entusiasmo l’invito che il Presidente Occhiuto mi ha rivolto, anche perché ero convinto che qualcosa si poteva fare. Dai risultati e dai dati che sono emersi posso dire che si è andati ben oltre le aspettative. Quest’azienda, dopo circa sei mesi, ha preso il largo. Ad oggi, lo voglio ricordare, l’azienda ha assunto 416 persone e raggiungerà a dicembre le 530 unità. È una grande soddisfazione; in questo modo mettiamo a disposizione della comunità la professionalità di tanti medici e operatori».

Tra le sfide più importanti c’è stato sicuramente il risanamento del bilancio. «Come tutti sappiamo – dichiara il commissario - i conti non erano in ordine, il bilancio presentava un forte grado di criticità. Tra le misure attuate, la liberazione da debiti e crediti fittizi che risalivano addirittura agli anni ’60. Questo ci ha permesso di mettere i conti in ordine. Chiuderemo l’anno con un quadro chiaro. Nel 2023 arriveremo a fare completa chiarezza fornendo anche i dati dei consuntivi degli anni pregressi».

E sottolinea: «Per il 2022 posso dire che la situazione è rosea. Per la prima volta il bilancio di previsione è stato approvato nei termini di legge (31 ottobre), non era mai successo. Insomma, abbiamo un bilancio in equilibrio e anche un piano di investimenti triennale. Per il 2023 avremo 12 milioni.  Questa chiarezza di bilancio ci farà lavorare con tranquillità. L’Asp, pensate, non faceva una denuncia dei redditi dal 2010!  Questo la dice lunga sui regimi commissariali. Un’altra cosa importante che abbiamo risolto è quella relativa ai fitti passivi e attivi dei locali attinenti all’Asp. Valuteremo che siano a norma, rivedremo i contratti, daremo scadenze e porremo condizioni vantaggiose. Stiamo cercando di riportare i servizi sul territorio mettendo tutto in ordine».

Si è parlato poi del nostro territorio, l’Alto Jonio: «Partiremo dai pronto soccorso. Abbiamo dotato tutti i presidi di sistemi di videosorveglianza, abbiamo rimodernato la struttura di Rossano e stiamo per passare a quella di Corigliano, aggiungeremo 6 posti Obi con locali idonei e confortevoli che garantiranno il diritto alla privacy a pazienti e parenti. In più stiamo puntando al potenziamento della rete tecnologica dei dispositivi medici: 39 ecografi multidisciplinari, Tac, Risonanze Magnetiche… stiamo potenziando la telecardiologia, la telemedicina con l’assistenza connessa e la medicina di prossimità».

E sul nuovo ospedale della Sibaritide: «Sarà un ospedale all’avanguardia, confortevole, moderno e con molti servizi. Avrà circa 380 posti letto. Stiamo inoltre pensando di predisporre la struttura alla radioterapia e all’emodinamica. Potrebbe sembrare un Hub ma lo definirei piuttosto uno Spoke con grosse ambizioni, e posso anche dare ampie rassicurazioni ai cittadini: i lavori stanno procedendo velocemente, sono certo che lo inaugureremo a fine 2024».

Infine un commento al problema emergenza-urgenza del 118 e ai soccorsi che non giungono mai sul posto in tempi accettabili: «Anche nelle regioni più avanzate accade – afferma Graziano - non dobbiamo meravigliarci. Il problema però non sono le ambulanze ma i medici, manca personale. Questo settore è rischioso e poco remunerato. La tariffa per i medici che si occupano delle emergenze è bassa, e questo disincentiva il personale. Basti pensare che quest’anno l’80 % delle borse di studio relative a questo settore non sono state assegnate. Il tentativo è quello di aumentare la retribuzione per attirare medici e ci stiamo lavorando. I medici che fanno emergenza-urgenza, infatti, preferiscono lavorare nel privato attraverso il sistema a gettone. Maggiore retribuzione e meno ore».

poi conclude: «Ci sono pochi medici, è vero, ma per fortuna il sistema pubblico ha retto. Non abbiamo chiuso nemmeno un pronto soccorso. Abbiamo faticato ma l’abnegazione di medici e personale ha fatto la differenza».

 

Rita Rizzuti
Autore: Rita Rizzuti

Nata nel 1994, laureata in Scienze Filosofiche, ho studiato Editoria e Marketing Digitale. Amo leggere e tutto ciò che riguarda la parola e il linguaggio. Le profonde questioni umane mi affascinano e mi tormentano. Difendo sempre le mie idee.