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Mensa scolastica a Corigliano-Rossano: l'iscrizione è un'abbuffata di disagi

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CORIGLIANO-ROSSANO - Confusione e inconvenienti per le famiglie che hanno dovuto iscrivere i propri figli alla mensa scolastica e provvedere all’acquisto dei pasti giornalieri online. Un’abbuffata di disagi che si è tradotta in un andirivieni presso gli uffici preposti del Comune, un tam tam di telefonate a chi era già riuscito ad effettuare tutte le operazioni per avere spiegazioni, un fitto scambio di messaggi sui gruppi whatsapp delle mamme e la corsa all’ultimo minuto per crearsi lo Spid. Già, perché da quest’anno a mensa, senza il sistema pubblico di identità elettronica, non si mangia. E chi non ce l’ha? Deve necessariamente adeguarsi, pena l’esclusione del bimbo dal servizio di refezione. È la scuola 3.0 bellezza! Come direbbe Humphrey Bogart.

Una volta muniti della nostra carta d’identità digitale dobbiamo accedere al portale, effettuare tutti i passaggi e caricare tramite carta di credito il borsellino telematico con il quale pagare i pasti. E anche lì, in alcuni casi, qualche mamma è stata presa dal panico. «Ma io non ho la carta di credito, come faccio?» Niente paura, basta cliccare paga in seguito e si genera un bollettino da saldare nelle agenzie accreditate. Tutti i dati vengono automaticamente trasferiti in un’applicazione dedicata in cui vengono archiviati i pasti già pagati e che giornalmente, le stesse mamme, devono spuntare qualora il figlio li abbia consumati a scuola. Ma spesso, sebbene vengano effettuati i pagamenti, non risultano nell’immediato e sull’App non compaiono i pranzi pagati. «Ho acquistato i pasti – ha riferito più di una mamma – ma non riesco a visualizzarli sull’applicazione. Domani mia figlia potrà magiare lo stesso a scuola?»

Insomma, alle difficoltà legate all’inserimento per chi è al primo anno, l’impegno di fornire ai piccoli alunni tutto il necessario per affrontare la scuola e la preoccupazione per garantire un buon rendimento scolastico, si aggiunge la questione refezione scolastica. Password, nomi utente, ricariche, visualizzazione online dei pasti…a questo punto portare da casa piatti, bicchieri, acqua e rotoloni di carta assorbente diventa il problema minore. Sebbene sia vero che tutta l’Italia da questo punto di vista si sta muovendo verso la digitalizzazione, ricordare che non tutti sono ancora pronti a questo salto è d’obbligo. D’altronde resta il dato incontrovertibile che la Calabria, vuoi per la copertura non sempre ottimale della rete, vuoi per gli scarsi investimenti verso la transizione digitale e vuoi per altri fattori, non sia proprio una delle regioni più smart d’Italia. Cosenza, ad esempio, è tra le città meno digitali dello Stivale posizionandosi al 97° posto su 107 capoluoghi di provincia.

 

Valentina Beli
Autore: Valentina Beli

“Fare il giornalista è sempre meglio che lavorare” diceva con ironia Luigi Barzini. E in effetti aveva ragione. Per chi fa questo mestiere il giornalismo non è un lavoro: è un’esigenza, una passione. Giornalista professionista dal 2011, ho avuto l’opportunità di scrivere per diversi quotidiani e di misurarmi con uno strumento affascinante come la radio. Ora si è presentata l’occasione di raccontare le cronache e le storie di un territorio che da qualche anno mi ha accolta facendomi sentire come a casa. Ed io sono entusiasta di poterlo fare