10 ore fa:Il vescovo emerito Monsignor Milito in visita alla Comunità Alloggio per anziani "Teniamoci Stretti"
12 ore fa:Stop al numero chiuso a Medicina, al Senato via libera al testo base
13 ore fa:Il terremoto e lo tsunami del 1836 che colpì Rossano ma rase al suolo Crosia
14 ore fa:Nuova sede per il museo di Vaccarizzo Albanese, un autentico scrigno di cultura Arbëreshe
9 ore fa:Campionati regionali prove multiple: 3 titoli per la Corricastrovillari
11 ore fa:La liuteria ionica di Montegiordano trionfa a Pechino con Gran Duo Italiano e Sassone Tartufi
Ieri:Corigliano-Rossano, arrestato un 36enne per spaccio di sostanze stupefacenti
8 ore fa:Da Bocchigliero alla conquista dei palchi di tutta Italia: la storia di Nevis e Asya
16 ore fa:Ultimati i lavori del campo di padel di Cariati nei pressi del centro sociale
17 ore fa:L’alberghiero “K. Wojtyla” di Castrovillari punta sui percorsi altamente formativi

Dalla Sibari-Roseto al Qatar, la Webuild ha realizzato anche lo stadio dei mondiali 2022

1 minuti di lettura

CORIGLIANO-ROSSANO – La Sibaritide al centro degli sviluppi tecnologici e infrastrutturali globali, grazie a Webuild. La grande multinazionale italiana, leader nel settore delle mega-costruzioni civili, sta realizzando il terzo megalotto della statale 106 Sibari-Roseto ma allo stesso tempo è impegnata in altri grandissimi progetti su scala mondiale, del futuristico High speed Texas (una linea ferroviaria velocissima tra Houston e Dallas), il Gran Paris Express (la modernissima nuova metro parigina) o il nuovo ponte sul Bosforo. Insomma, una società che sta portando l’eccellenza dell’ingegneria made in Italy nel mondo che ha messo la firma anche sullo Stadio Al Bayt realizzato proprio da Webuild ad Al Khor, a circa 40 km da Doha. 

Con una capacità di oltre 60mila spettatori, l’opera si distingue come modello di riferimento di sostenibilità e rispetto dell’eredità culturale del Paese. La struttura, realizzata per conto della Fondazione Governativa Aspire Zone, si caratterizza infatti per un profilo unico e inconfondibile, ispirato alla Bayt Al Sha’ar, tradizionale tenda qatariota simbolo dell’accoglienza e dell’ospitalità tipiche della cultura araba.

L’Al Bayt Stadium si estende su oltre 200mila metri quadrati, con parchi e aree verdi realizzate per accrescere la vivibilità della città e offrire alle famiglie ampi spazi dove trascorrere tempo libero all’aria aperta. Tra gli aspetti chiave del progetto, oltre alla sicurezza, l’impiego di materiali all’avanguardia a basso impatto ambientale, con il 20% dei materiali di costruzione proveniente da fonti riciclabili. La copertura retrattile riduce inoltre il consumo energetico e consente alla luce solare di favorire la crescita del manto erboso. Caratteristiche che hanno permesso al progetto di ricevere nel 2020 due prestigiose certificazioni Gsas (“Design & Build” e “Construction Management”), superando i requisiti richiesti dal Cliente e dalla Fifa e attestandosi come best practice in materia di sostenibilità e riduzione dell’impatto ambientale.

Non solo, nella capitale Doha il Gruppo ha realizzato anche la linea metro Red Line North Underground, che si inserisce nel progetto di realizzazione del nuovo sistema di mobilità infrastrutturale promosso dal Qatar nell'ambito del Piano di Sviluppo Nazionale 2030 (Qatar National Vision 2030). La linea ha una lunghezza totale di 13 km e presenta 7 nuove stazioni, sviluppandosi attraverso il quartiere finanziario di Doha West Bay con finiture delle strutture di superficie che rispecchiano il patrimonio architettonico del paese. Il progetto si è affermato come best practice in termini di sostenibilità ambientale e safety, come dimostrato dal riconoscimento del Qatar Sustainability Award 2017 e, nel 2018 del RoSPA (Royal Society for the Prevention of Accidents) Silver Award.

Redazione Eco dello Jonio
Autore: Redazione Eco dello Jonio

Ecodellojonio.it è un giornale on-line calabrese con sede a Corigliano-Rossano (Cs) appartenente al Gruppo editoriale Jonico e diretto da Marco Lefosse. La testata trova la sua genesi nel 2014 e nasce come settimanale free press. Negli anni a seguire muta spirito e carattere. L’Eco diventa più dinamico, si attesta come web journal, rimanendo ad oggi il punto di riferimento per le notizie della Sibaritide-Pollino.