Allarme anziani, a Corigliano-Rossano sono sempre di più e molti si sentono uno «scarto della società»
Viaggio nel mondo della terza età: «Un tempo per coinvolgerci c'era, ad esempio, il progetto "nonno vigile". Ora non più». E intanto il quadro sanitario regionale di assistenza agli over 65 è tra i peggiori d'Europa
CORIGLIANO-ROSSANO - A chi non capita, in maniera quotidiano, di verderli riuniti in gruppo oppure da soli in vari angoli della città, a Corigliano quanto a Rossano: stiamo parlando degli anziani. Una condizione che qui da noi, purtroppo, il più delle volte viene vissuta in maniera negativa, quasi che questa gente costituisca un peso e non un valore aggiunto per la società.
In diverse circostanze sia a Corigliano che a Rossano, abbiamo parlato con loro, anche nei centri socio-culturali attualmente operanti nelle due realtà territoriali. Vorrebbero dare, vorrebbero essere membra attive della società, invece, vengono messi da parte. Tutto ciò è davvero triste perché loro sono una risorsa.
Anche a Corigliano-Rossano la popolazione anziana è in aumento, si stima che siano di più rispetto alla popolazione giovane o comunque impegnata in attività lavorative. «Come vorrei rendermi utile» ci confessava qualche giorno fa a Corigliano Scalo Antonio, da dieci anni in pensione. «Trascorro le mie giornate senza fare nulla – ha detto – quando, invece, vorrei tanto impegnarmi anche nel sociale».
Gli chiedo di farci un esempio: «Alcuni anni fa era stata istituita la figura del “nonno vigile” – afferma ancora Antonio – poi è stata eliminata. Eppure so che in altri centri calabresi questa esperienza va avanti». E allora perchè non raccogliere la proposta di nonno Antonio? È necessario dare la giusta dimensione sociale agli anziani, Papa Francesco non si stanca mai di affermare che sono una risorsa e non uno scarto della nostra società. Il Pontefice a tal proposito in occasione della giornata mondiale dell’anziano ha pronunziato parole forti: «A molti la vecchiaia fa paura. La considerano una sorta di malattia con la quale è meglio evitare ogni tipo di contatto: i vecchi non ci riguardano – pensano – ed è opportuno che stiano il più lontano possibile, magari insieme tra loro, in strutture che se ne prendano cura e ci preservino dal farci carico dei loro affanni. È la “cultura dello scarto”: quella mentalità che, mentre fa sentire diversi dai più deboli ed estranei alla loro fragilità, autorizza a immaginare cammini separati tra “noi” e “loro”. Ma, in realtà, una lunga vita – così insegna la Scrittura – è una benedizione, e i vecchi non sono reietti dai quali prendere le distanze, bensì segni viventi della benevolenza di Dio che elargisce la vita in abbondanza. Benedetta la casa che custodisce un anziano! Benedetta la famiglia che onora i suoi nonni!»
E poi Papa Francesco “bacchetta” anche chi è deputato ad organizzare interventi che interessano la condizione degli anziani: «Le società più sviluppate spendono molto per questa età della vita, ma non aiutano a interpretarla: offrono piani di assistenza, ma non progetti di esistenza. Perciò è difficile guardare al futuro e cogliere un orizzonte verso il quale tendere. Da una parte siamo tentati di esorcizzare la vecchiaia nascondendo le rughe e facendo finta di essere sempre giovani, dall’altra sembra che non si possa far altro che vivere in maniera disillusa, rassegnati a non avere più “frutti da portare”».
Un messaggio forte, e non poteva essere altrimenti questo del Papa, sul quale tutti dobbiamo riflettere. In Italia abbiamo 1,9 posti letto sanitari ogni cento persone sopra i 65 anni, come la Grecia; la Francia è a 5; la media europea è superiore a 3,5. C’è molto da fare. La popolazione invecchia. Le malattie croniche e invalidanti crescono in misura allarmante, specie quelle legate alla demenza senile. Molte famiglie, soprattutto indigenti, non ce la fanno. In proiezione, sarà un autentico dramma sociale. Dramma che, inutile girarci intorno, stanno vivendo tante famiglie di Corigliano-Rossano. Dramma che non solo percepiamo ma che tocchiamo con mano.
È passato pressoché inosservato lo schema di legge delega approvato il 10 ottobre dall’ultimo Consiglio dei ministri del governo Draghi, in materia di assistenza alle persone fragili e non autosufficienti. L’auspicio è che quella proposta di legge delega non sia solo un nobile messaggio in bottiglia destinato a disperdersi nei flutti del passaggio di legislatura.
L’allargarsi delle disuguaglianze si misura drammaticamente dal livello di assistenza offerto agli anziani non autosufficienti. Quando è carente o addirittura non c’è, anche le vite dei familiari più giovani sono ipotecate, se non compromesse. Il grado di civiltà di un Paese è tutto nella capacità di preservare la dignità di un anziano fragile o di un malato inguaribile. Si è cittadini sempre, altrimenti si è uno scarto.