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Violenze e lavoro nero, quel mondo sommerso della Sibaritide che colpisce soprattutto le donne

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CORIGLIANO-ROSSANO – Un fenomeno che colpisce tutti, ma soprattutto le donne, quello dello sfruttamento nel settore agricolo. In Italia, negli ultimi giorni si sono moltiplicati gli annunci sospetti su pagine social dedicate alle comunità ucraine, proposte di lavoro come ragazza alla pari o badante, offerte di alloggi e ospitalità per donne sole senza figli, che destano preoccupazione.

È quanto riporta “Cambia Terra. Dall’invisibilità al protagonismo delle donne in agricoltura” relazione che fa il punto sui dati raccolti dagli operatori umanitari di ActionAid, tra segnalazioni di truffe e tentate violenze su donne sole che hanno accettato passaggi da parte di presunti benefattori. Non solo, il dato che riguarda più da vicino il nostro territorio, quello della Sibaritide e di Corigliano-Rossano, mostra un quadro allarmante delle condizioni in cui versano le braccianti agricole.

«Stiamo lavorando perché le donne ucraine che in questi giorni, numerose, raggiungono le loro familiari e conoscenti nell’Arco jonico, possano trovare al loro arrivo spazi sicuri, in cui ricevere la giusta protezione dai rischi che già abbiamo rilevato in tre anni di impegno al fianco delle donne dell’Est Europa impiegate in agricoltura. Accoglierle, ascoltarle e orientarle verso i servizi di welfare e del lavoro dignitoso è la nostra priorità: le loro connazionali che in passato sono migrate per necessità in Sud Italia, lasciando le loro famiglie nei Paesi di origine, hanno vissuto in alcuni casi per oltre cinque anni nei nostri territori senza conoscere quali fossero i loro diritti. Questo non deve accadere ancora, le donne che stanno fuggendo dalla guerra con le loro bambine e bambini hanno diritto a un’accoglienza dignitosa che garantisca loro una vita al riparo da sfruttamento e pericoli» spiega Grazia Moschetti, responsabile Progetti Puglia, Calabria, Basilicata ActionAid. 

Il caporalato che muove l’economia illegale

Il caporalato muove un’economia illegale e sommersa di oltre cinque miliardi di euro. Secondo le stime sarebbero tra 51 e 57mila le lavoratrici sfruttate in Italia. Nell’Arco jonico le operaie agricole regolari sono 22.702, di cui 16.801 italiane e 5.901 straniere. Di queste il 76% è costituito da comunitarie, soprattutto rumene e bulgare. Un numero inferiore certamente alle reali necessità della raccolta stagionale di frutta e verdura che richiede il doppio della manodopera.

A peggiorare la vita delle donne sono le disuguaglianze di genere, come la disparità salariale tra donne e uomini, la cui paga è 40 euro al giorno nel lavoro in campagna, mentre le donne arrivano a guadagnarne 25/28 e sovente, i datori di lavoro, dichiarano in busta paga un numero inferiore di giornate rispetto a quelle lavorate. Ciò comporta l’impossibilità alle braccianti di accedere all’indennità di infortunio, malattia e disoccupazione agricola e maternità.

Donne con bimbi piccoli sono le più penalizzate

Proprio le donne con figli piccoli, si legge nel rapporto ActionAid, sono ancora più penalizzate: «Uno dei problemi di cui non si parla è quello della maternità: la gestione dei figli è davvero difficile per le lavoratrici agricole. Quando la campagna inizia presto, alle due o alle tre di notte, prendono i bambini addormentati e, se non hanno familiari di riferimento, li portano a casa di estranee che ne accudiscono cinque, sei, o dieci nelle loro case. Li tengono fino a quando le madri non tornano a prenderli, il pomeriggio. Mandarli all’asilo non è possibile, l’orario non lo permette», lo dichiara Adriana, un’operatrice dell’organizzazione internazionale che tutela i diritti umani, attiva in Calabria. Le parole di questa donna romena sono frutto dalla sua esperienza diretta, infatti è un’ex bracciante agricola.

Ancora la denuncia continua, oltre ad essere sotto-pagate e sfruttate, le donne straniere che operano nel settore agricolo nell’arco jonico, portano i figli nelle serre e li fanno dormire nelle cassettine di legno, oppure li lasciano in asili nido “irregolari”, vale dire, dove non vi è personale qualificato, nessun riconoscimento o autorizzazione legale.

Queste donne non denunciano per diversi motivi: non parlano l’italiano, sono spaventate e minacciate dai datori di lavoro, al punto che se si assentano per un giorno dai campi, rischiano di perdere il lavoro. Inoltre, nelle serre o campi in cui operano, nella maggior parte dei casi non esistono bagni, sono costrette a trovare un posto di fortuna, ovviamente all’aperto, anche se piove.

Il caso delle donne molestate dai caporali

Non mancano gli episodi di molestie sessuali, dalla colazione offerta dai caporali, agli adescamenti sul posto di lavoro, in cambio di un giorno di lavoro in più assicurato. Per chi invece rifiuta le avances, scatta la rete dei datori di lavoro che si scambiano informazioni su chi “ci sta o no”.

Tutto questo succede in Puglia, Basilicata e anche Calabria, con dati alla mano e testimonianze che non lasciano spazio a dubbi. Da qui il Supporting Women in Emergency with Environnement of Trust ActionAid è attiva a Napoli, Corigliano-Rossano, precisamente a Schiavonea, Ginosa e Grottaglie: «Territori dove già operiamo in stretto contatto con comunità provenienti da Ucraina, Russia e Bielorussia. Oltre alla distribuzione di beni materiali come generi alimentari, kit per la prima infanzia, vestiti e kit igienici e di cura della persona il nostro intervento li sosterrà con un supporto socio-psicologico – afferma Grazia Moschetti, responsabile progetti - grazie al servizio di assistenza legale stiamo garantendo l’accesso ai servizi pubblici come quelli sanitari, l’inserimento lavorativo, abitativo e, per i bambini, scolastico. Infine, vengono forniti mediazione linguistico-culturale e corsi di italiano».

Francesca Sapia
Autore: Francesca Sapia

Ha due lauree: una in Scienze politiche e relazioni internazionali, l'altra in Intelligence e analisi del rischio. Una persona poliedrica e dall'animo artistico. Ha curato le rassegne di arti e cultura per diversi Comuni e ancora oggi è promotrice di tanti eventi di arti visive