CoRo PianoCity crea un'atmosfera magica
Si è svolta il 17 agosto la manifestazione che ha coinvolto circa 70 musicisti, crando una vera e propria passeggiata musicale tra le vie del centro storico rossanese. Tre location: Chiostro di San Bernardino, il Chiostro del Museo Diocesano, il Codex e Palazzo Madre Isabella De Rosis.
Un borgo storico che si riempie di musica potrebbe essere lo scenario perfetto di un racconto di Stefano Benni, messo lì, incastrato ma comodo, tra le storie di un bar sotto il mare o quelle del diavolo che prova a tentare il cuoco più famoso della Francia ma alla fine si ubriaca e perde, perchè arrivano il giorno e la luce. Questa infatti è una storia di musica e luce, di mani che si muovono veloci e di gambe che sostengono la scoperta del prossimo ascolto.
CoRo PianoCity è una maratona di musica itinerante: ci sono circa 70 musicisti, che si alternano, si applaudono, si ascoltano. Vengono da tutta la Calabria, da tutta Italia, alcuni dal Portogallo. Ci sono bambini che suonano e sembrano pianisti navigati, maestri di conservatorio, artisti, violinisti, fotografi e modelle. Una marmellata di entusiasmo, cultura e visioni del mondo che si incrociano.
Mi viene in mente la storia di Carlos Gardel, uno dei tangheri più famosi della storia della musica, per gli argentini un idolo. Il piccolo Carlos, arrivato a Buenos Aires dalla Francia, tenuto per mano dalla madre, con la valigia piena di sogni e speranza, girava per il quartiere Tucuman, nell'Abasto e dai balconi aperti la musica popolare italiana, napoletana soprattutto, riempiva la zona del mercato.
Quando Carlos Gardel si presentò sul suo primo palco, ritrovò nei casseti della memoria, la musica che aveva sentito per strada, che usciva dalle finestre, che si spostava di casa in casa. Era la musica della nostalgia, di chi aveva lasciato la propria terra ma non aveva dimenticato. Gli rimase dentro. Attaccata all'anima. Il tango di Gardel, urbano, nostalgico, che parla alle persone, nasce da quell'ascolto, tra qelle strade.
CoRo PianoCity mi ha portato lì, in un mondo in cui suonare per strada, vuol dire essere generosi, perchè si suona per chi passeggia, per chi vuole essere accompagnato, stupito e affascinato. Dei 70 pianisti che si sono esibiti, chissà quanti sarano cresciuti quella sera, solo per aver compiuto il gesto di ascoltare. Credo molti.
Cosi anche i centri storici tornano ad avere un ritmo cardiaco. Lo senti. Escono dal buio della solitudine e respirano di gente che sorride e passeggia lentamente, senza fretta. Le persone si spostano tenendsi sottobraccio e scattando fotografie e qualcuno ripete la melodia che ha appena ascoltato a mezzabocca.
Nella lunga serata di CoRo PianoCity, anch'io alla fine, mi illumino di musica.