Ludovica racconta il suo sogno (e quello dei suoi “soci” Giulia, Nicoll, Bruno e due Tommaso) senza inciampare mai. La ascolti e immagini la gente che indossa i visori 3D nel museo di Pitagora, a Crotone. Quanti? «Ne compreremo 15. Sembrano pochi ma possiamo organizzarci per coprire anche le visite più numerose, basta suddividerli tra le postazioni e prevedere dei turni». Così, senza prendere fiato. Pare facile: forse lo è, forse non importa. Virtual Agorà – un progetto votato alla divulgazione del Pitagora sconosciuto – nasce in un liceo, incrocia la business competition “Giovani e Futuro comune”, i fondi messi a disposizione dai partner, il contributo del Talent Garden di Cosenza, la disponibilità del Comune di Crotone, che mette a disposizione il Parco Pitagora. Ora diventerà un’azienda assieme ad altri quattro idee, anch’esse nate in una scuola superiore. Gli studenti avranno 30mila euro ciascuno per mettere alla prova i propri sogni. Una storia che, raccontata in Calabria, dove di idee tradite o rimaste a metà è pieno l’orizzonte, «fa sembrare – lo dice il rapper Mirko Kiave sul palco dell’Auditorium del liceo classico di Cosenza che ha ospitato la competizione – la ’ndrangheta piccola così».
ESSERE VENTENNI NELLA REGIONE PIU' DERELITTA D'EUROPA NON E' FACILE
A Rosarno rinascerà l’ex cinema Argo. Chiuso da tempo, diventerà «indipendente e innovativo, proietterà pellicole in lingua originale, documentari e cortometraggi». Parola di Domenico, Sofia, Alessandro, Francesca, Dario, Federica, Antonio Rocco e Vincenzo. A uno dei partner del progetto, il Giffoni Film Festival, è parso forse di rivedersi nell’entusiasmo di questi ragazzi. Hanno tirato fuori il loro sogno (è la parola più utilizzata da Anna Laura Orrico, presidente del Talent Garden, che ha condotto la manifestazione) da un cassetto buio: «I ragazzi non hanno interessi, non c’è niente da fare». Da domani qualcosa da fare ci sarà. E sarà difficile, ma qualcuno deve pur provarci. Non è facile avere vent’anni nella provincia della regione più derelitta d’Europa. E neanche salire sul palco a “raccontarsi” davanti a centinaia di persone. Conviene partire dalle cose semplici. A Pizzo c’è il sole, il mare, si mangia bene: chi non vorrebbe lavorare qui? Se lo chiedono (e per loro la risposta è «nessuno») Elisabetta, Wanda, Federica e Laura. Il loro progetto è quello di avviare Experience House nell’ex museo della Tonnara, a Pizzo. Con 30mila euro daranno vita a una residenza temporanea pensata per i nomadi digitali, «un posto in cui andare oltre la fruizione del desk di lavoro, dove condividere idee, competenze, creatività». Uno spazio di «life crossing», scrivono sulla loro scheda «in cui coabitano modernità e storia, enogastronomia responsabile, arte e cultura, innovazione e identità».
A COSENZA UNO SPAZIO CHE RACCOLGA GLI AMANTI DI FUMETTI
E chi, se non dei ventenni, potrebbe pensare a fare un business della passione per il cosplay (l’arte di indossare i panni di un personaggio conosciuto interpretandone anche gli atteggiamenti. Come vestirsi da Uomo Ragno comportandosi come l’Uomo Ragno, magari senza provare ad arrampicarsi sui palazzi)? Nascerà così Otakube, nella Città dei ragazzi di Cosenza (il nome è la crasi di “otaku”, cioè amante del cosplay, e “kube”, dalla forma dei padiglioni della Città dei ragazzi). Alessia, Francesco, Luigi, Erica e Simone pensano a uno spazio che raccolga gli amanti di fumetti, videogame, cinema, anime e manga. A Cosenza, nelle settimane dedicate al fumetto, è già accaduto di vedere centinaia di otaku. Potrebbe diventare un business: i ragazzi pensano di realizzare e vendere costumi di alta qualità in tutto il mondo grazie all’e-commerce. Hanno vinto anche il premio 012Factory Calabria, che offrirà loro un percorso di accelerazione di sei mesi. Una spinta per fare prima, segno che non ci credono soltanto loro nella “follia” del cosplay. Il tempo dirà quando sia “folle” investire sulla creazione di un laboratorio di micro-propagazione per la creazione di piante virus esenti nel Centro servizi avanzati Condoleo, tra i comuni di Belcastro e Mesoraca.
CI SONO 30MILA EURO DA TRASFORMARE IN ATTIVITA' PRODUTTIVE
È quello che cercheranno di fare Emanuela, Nicola, Luca, Farag e Alì: un’amicizia nata tra i banghi di scuola e la prospettiva di entrare (anche) nel mercato dell’enogastronomia. Enzo Barbieri, una vita nella ristorazione, si è innamorato dell’idea. Proprio qualche ora prima di ascoltarla, era stato a raccogliere carciofi selvatici in Sila; chissà che l’anno prossimo i ragazzi di Micro Tech non possano produrre piante da portare sulle tavole dei calabresi. Certo, ora comincia il difficile. Ci sono 30mila euro da trasformare in attività produttive, ci sono i sogni da far diventare realtà. La ’ndrangheta in giorni come questi sparisce dall’orizzonte. E il cosplay serve anche a dare un’idea e una speranza: quella che qualcuno indossi i panni di un politico e si comporti davvero come tale. Per adesso c’è da augurarsi che i ventenni salvino la Calabria. Chi altri potrebbe?