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«Resistiamo e non svendiamo»: l'appello di una produttrice olivicola che non vuole cedere

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CORIGLIANO-ROSSANO - La campagna olivicola 2025 si è aperta con non poche polemiche. Il crollo dei prezzi (denunciato anche da Coldiretti), i timori legati all’ingresso massiccio dell’olio straniero e un mercato agitato da dinamiche speculative (ne abbiamo parlato anche qui) hanno accompagnato l’avvio della stagione, creando un clima di incertezza che ha pesato e pesa sull’intero comparto.

In questo scenario incerto, la testimonianza di Maria Grazia Geraci dell’Oleria Geraci Srl, produttrice calabrese, ci ha offerto un punto di vista controcorrente, quello di chi ha fatto della tenacia la propria cifra, contrastando le logiche imposte dall’esterno e perseguendo obiettivi di qualità che guardano all’eccellenza del prodotto e alla tutela del consumatore.

Geraci fa chiarezza, e mostra luci e ombre di un’annata promettente ma anche piuttosto fragile: «È stata sicuramente una buona annata, nonostante tutto».  Le piante hanno assicurato una produzione abbondante, ma questa abbondanza si è scontrata con una resa contenuta. «La resa è stata bassa, e le cause sono sotto gli occhi di tutti: cambiamento climatico e siccità prolungata su tutte». L’olivo, ricorda, segue da sempre un ritmo alternato di carica e scarica, una fisiologia antica e immutata. «Ma gli eventi climatici estremi degli ultimi anni stanno esasperando questa naturale alternanza», osserva, descrivendo un equilibrio che si fa ogni anno più fragile.

A dispetto delle difficoltà, i numeri confermano una stagione dinamica e promettente: «Nel solo mese di ottobre 2025 abbiamo lavorato lo stesso quantitativo di olive dell’intera annata 2024-2025», confida Geraci. Una mole di lavoro che testimonia la vitalità della campagna in corso, concentrata in un tempo sorprendentemente breve.

Il discorso, inevitabilmente, si sposta sulle pressioni esterne. Le polemiche sull’olio tunisino hanno dominato il dibattito, alimentando sfiducia e tensioni. Geraci non ha dubbi: «Siamo davanti a una bolla speculativa». Il rischio, sottolinea, è che la percezione del mercato venga distorta al punto da spingere i produttori italiani verso ribassi insostenibili.

È qui che la sua posizione si fa più netta: «Noi produttori calabresi dobbiamo resistere. La nostra filosofia è tutelare il valore dell’olio, non piegarci a logiche al ribasso». E il principio si traduce in scelte concrete: «Abbiamo fissato il prezzo a 13 euro, non a 10 come molti altri. È una decisione controcorrente, certamente, ma necessaria per difendere la nostra identità produttiva».

Guardando al passato recente, Geraci ricorda quanta strada sia stata percorsa. «Vent’anni fa l’olio calabrese era considerato un olio di scarsa qualità, spesso utilizzato per tagliare quello pugliese», racconta. Oggi, invece, rappresenta una delle eccellenze più riconosciute del panorama nazionale. «Questo progresso è frutto degli sforzi dei produttori e del sostegno delle istituzioni, che hanno creduto nella possibilità di risollevare il settore».

Ed è proprio per tutelare questa conquista collettiva che il suo messaggio finale suona tanto fermo quanto necessario: «Resistiamo. Non vanifichiamo gli sforzi di questi anni. Non svendiamo il nostro olio».

Un invito che si estende a tutto il territorio, a chi coltiva, trasforma e custodisce un patrimonio che va oltre l’economia e che vede nella cultura agricola l’identità di un territorio, e una storia che chiede solo di essere rispettata.

Redazione Eco dello Jonio
Autore: Redazione Eco dello Jonio

Ecodellojonio.it è un giornale on-line calabrese con sede a Corigliano-Rossano (Cs) appartenente al Gruppo editoriale Jonico e diretto da Marco Lefosse. La testata trova la sua genesi nel 2014 e nasce come settimanale free press. Negli anni a seguire muta spirito e carattere. L’Eco diventa più dinamico, si attesta come web journal, rimanendo ad oggi il punto di riferimento per le notizie della Sibaritide-Pollino.