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Nessuna cura dal servizio veterinario dell'Asp. Rocky muore lontano dai suoi affetti

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CORIGLIANO-ROSSANO - Avere un cane significa avere un amico fidato. È un membro della famiglia a tutti gli effetti, in grado di donare amore incondizionato e di stare accanto nei momenti più bui. Perderlo significa patire un dolore pungente, anche se non comprensibile proprio da tutti… perché, per alcuni, quel tuo grande amico «è solo un cane». Una frase usata con freddezza, per sminuire il tuo dolore e per minimizzare sia quella perdita che quel legame. Ma ciò che ferisce di più è sapere che il proprio cane poteva essere salvato, ma non sarebbe stato fatto abbastanza, proprio da quanti avevano il dovere di intervenire per tenerlo in vita.

Facciamo un passo indietro per capire quanto accaduto a Rocky (nome di fantasia), un dolce e sfortunato labrador che è stato investito sulla strada in contrada San Nico, a Corigliano-Rossano. L'incidente è avvenuto la notte tra venerdì 18 luglio e sabato 19. Alcune persone si sono accorte della presenza del cane ferito nel bel mezzo della carreggiata e si sono subito mobilitate per prestare i primi soccorsi. Rocky presentava un vistoso taglio alla lingua, una spalla fratturata, perdeva sangue dal naso e non muoveva gli arti posteriori, presumibilmente per un'ulteriore frattura. Dal collare che portava è stato dedotto che il labrador non fosse uno dei tanti sfortunati randagi che vagano in cerca di cibo, pertanto i soccorritori si sono mossi anche su un altro fronte, iniziando contemporaneamente le ricerche dei suoi padroni.

Durante la notte nessuno sembrava disposto ad aiutare Rocky, tranne alcuni volontari che gli sono rimasti accanto portandolo al sicuro. Il mattino seguente sono stati interpellati due veterinari del territorio, ma nessuno pare fosse disponibile a recarsi sul posto. A quel punto una delle soccorritrici ha chiamato i vigili urbani per attivare il servizio di soccorso presso il Canile Sanitario gestito dall'Asp. Dopo alcune ore è arrivata la Polizia municipale e un veterinario dell'Asp. Rocky è stato trasportato nel canile.

Lo stesso pomeriggio sono stati rintracciati i proprietari, che cercavano disperatamente il loro cane anche tramiti degli annunci su Facebook. Appena hanno scoperto che il loro labrador si trovava nel canile si sono mobilitati per riprenderselo e curarlo al meglio. Però Rocky non era dotato di microchip e questo ha rallentato ulteriormente l'iter burocratico per poterlo riportare a casa. I suoi proprietari hanno pagato immediatamente (tramite bonifico istantaneo) i 180 euro dovuti per il microchip e il trasporto, ma gli è stato detto che non potevano ancora riprenderlo perché il canile era chiuso (sabato 19) e si rimandava l'appuntamento alle 10 del mattino seguente (domenica 20 luglio). La speranza di riabbracciare Rocky si è infranta con una telefonata giunta alle ore 9. Rocky è morto.

A questo punto le domande sono molteplici. Una tra tutte: Dato che il cane era gravemente ferito, perché non è stato portato alla clinica veterinaria convenzionata di Paola aperta h24? A quanto ci riferiscono i protagonisti di questa vicenda «il trasferimento nella clinica non è avvenuto perché Rocky all'esame obiettivo stava bene». Ma se non gli è stato fatto alcun esame strumentale, se non gli è stato fatto alcun accertamento diagnostico, come si può affermare che stava bene?. La famiglia è fermamente convinta che «non siano state fatte le cure adeguate e che i veterinari di turno si siano limitati a tenere il cane nel canile». 

Un servizio veterinario dovrebbe eseguire l'accertamento diagnostico ed attivare una possibile terapia non limitarsi al semplice soccorso dell'animale e tenerlo in struttura di ricovero. Si dovrebbe fare il possibile per salvare l'animale ferito...anche se «è solo un cane».

(foto di repertorio)
 

Giusi Grilletta
Autore: Giusi Grilletta

Da sempre impegnata in attività per il prossimo, è curiosa, gentile e sensibile. Laureata in Scienze Umanistiche per la Comunicazione, consegue la magistrale in Teoria e Metodi per la Comunicazione presso l’Università degli Studi di Milano. Consegue una seconda laurea magistrale in Pedagogia per ampliare le sue conoscenze. Ha lavorato presso agenzie di comunicazione (Lenin Montesanto Comunicazione e Lobbing) e editori calabresi (Falco Editore). Si è occupata di elaborare comunicati stampa, gestire pagine social, raccogliere e selezionare articoli per rassegne, correggere bozze e valutare testi inediti. Appassionata di scrittura, partecipa a corsi creativi presso il Giffoni Film Festival e coltiva la sua passione scrivendo ancora oggi racconti (editi Ilfilorosso) che trasforma in audio-racconti pubblicati sul suo canale YouTube. Ama la letteratura, l’arte, il teatro e la cucina.