La riganella ambasciatrice della cucina arbëreshë è pronta a deliziare gli ospiti del Vinitaly di Sybaris
Il sindaco di Vaccarizzo, Pomillo: «Custodire la propria identità culturale attraverso costumi, lingua, religione e gastronomia, ha permesso a queste ricette di arrivare fino a noi, autentiche e piene di storia»

VACCARIZZO ALBANESE - «È sempre più evidente che sull’identità e cultura arbëreshë, ci sia un’attenzione ampia senza precedenti. Questo è dovuto anche all’impegno profuso dalla Regione Calabria e dall’assessore regionale Gianluca Gallo che, nella riscrittura di una nuova narrazione della Calabria come destinazione turistica esperenziale dà particolare spazio e valore al complessivo patrimonio culturale delle minoranze linguistiche di cui l’enogastronomia rappresenta un valore aggiunto così come viene confermato anche dalla celebre guida Gambero Rosso che nei giorni scorsi ha dedicato uno speciale alla Riganella e alla cucina - così viene definita - della piccola (e antichissima) Albania nascosta nel Sud Italia».
È quanto dichiara il Sindaco Antonio Pomillo sottolineando che la ricetta della tradizione, particolarmente valorizzata a Vakarici, sarà tra i protagonisti di Vinitaly and the City, in programma da oggi, Venerdì 18, a Domenica 20 Luglio nel magnifico Parco Archeologico di Sybaris.
«La Riganella non è un semplice dolce, ma un vero e proprio simbolo del patrimonio gastronomico arbëreshë. Questa squisita torta, preparata con farina, lievito, olio, zucchero, vino bianco e un ripieno avvolgente di noci e uvetta imbevuta nel rum, si distingue per la sua caratteristica forma a spirale. Una forma che - ricorda il Sindaco - non è casuale, ma intrisa di significato, poiché simboleggia il ciclo ininterrotto della vita e la rigenerazione, profondamente radicati nel Rito Bizantino che nel salotto diffuso di Vakarici si celebra dentro e attorno alla Chiesa di Santa Maria di Costantinopoli. Ogni morso della Riganella è un viaggio nel tempo, un assaggio delle antiche tradizioni contadine e pastorali che hanno plasmato l’identità dell’Arberia negli oltre cinque secoli dalla diaspora».
La storia di questo dolce così come quella di altri piatti arbëreshë – dalle Dromësat, quasi un cugino del cuscus, agli She’tridhlat, strozzapreti infiniti la cui preparazione stessa è un rito, fino ai tagliolini nel latte, espressione della cultura agropastorale – riflette una cucina che si è mantenuta intatta per secoli, pur mescolandosi sapientemente con le realtà locali e incrociandosi con le diverse culture che convivono da millenni in Calabria.
«La tenacia della comunità arbëreshë nel custodire la propria identità culturale attraverso costumi, lingua, religione e gastronomia, ha permesso a queste ricette di arrivare fino a noi, autentiche e piene di storia. Il riconoscimento di Gambero Rosso e la partecipazione a Vinitaly a Sybaris - conclude Pomillo - non sono altro che la conferma consapevole che l'eccellenza della cucina arbëreshë, è un elemento distintivo sul quale continuare ad investire nell’ottica, anche in questo caso, di una destinazione esperienziale a 360 gradi».