11 ore fa:Venti impetuosi nel cosentino, inizia la conta dei danni: vivai, ortaggi e fiori hanno avuto la peggio
12 ore fa:Prevenzione incendi, la Calabria fa scuola in Italia. Straface: «Grazie a Occhiuto»
8 ore fa:Corigliano-Rossano: Forza Italia si riorganizza e rilancia l’impegno
9 ore fa:VOLLEY - La Pallavolo Rossano Asd domani in campo contro la Silan Volley di San Giovanni in Fiore
12 ore fa:«La città unica farà bene anche a Corigliano-Rossano»
10 ore fa:Sicurezza e sostenibilità dell'edilizia scolastica: a che punto siamo?
13 ore fa:Valorizzazione del territorio, Tarsia apre al turismo sostenibile
11 ore fa:"Vola" una tettoia a Corigliano: il Libeccio torna a sferzare la Calabria del nord-est
10 ore fa:Castrovillari, l'omaggio del Roberto Musolino Quintet a Ivano Fossati per il Peperoncino Jazz Festival
9 ore fa:Mormanno: la XX edizione di Perciavutti torna ad animare il borgo

Industria nel Porto «I no? Fenomeno orchestrato da un finto ambientalismo. Paragoni impropri con altre realtà»

2 minuti di lettura

CORIGLIANO-ROSSANO – La vicenda Baker Hughes continua a tenere banco mentre i tempi stringono. Tra pochi giorni, infatti, si terrà una Conferenza dei Capigruppo consiliare in cui verranno vagliate le proposte dell’Amministrazione Comunale. I timori riguardo alla possibilità che questo investimento sfumi sono fondati, per questo motivo il fornte del sì ha deciso di impegnarsi continuando a ribadire il proprio punto di vista sulla questione.

A prendere parola in difesa dell’investimento è uno dei membri del gruppo, l’ingegnere Pietro Vulcano. «L'attuale dibattito riguardante Baker Hughes a Schiavonea – dichiara in una nota - sta suscitando polemiche che rischiano di oscurare la realtà dei fatti, generando confusione tra i cittadini e fomentando paure infondate. Questo fenomeno sembra in parte orchestrato da un finto ambientalismo che paragona in maniera impropria una leader mondiale nel settore metalmeccanico come Baker Hughes a una realtà industriale controversa e diversa come l'ex Ilva di Taranto».

«Questo tipo di confronto – chiarisce - è non solo fuorviante, ma anche potenzialmente dannoso per la comunità. L'Ilva di Taranto è tristemente nota per i suoi problemi legati all'inquinamento e alla salute pubblica, ma è fondamentale riconoscere che Baker Hughes opera in un contesto completamente diverso, con tecnologie avanzate e normative ambientali stringenti. Paragonare Schiavonea al quartiere Tamburi di Taranto, simbolo della lotta contro l'inquinamento industriale, è un’operazione propagandistica che serve solo a spaventare la popolazione, piuttosto che a informarla».

Il riferimento è ad alcuni «documenti segreti di cui non si ha traccia». «Questo alone di mistero – ribadisce Vulcano - alimenta ulteriormente il clima di sospetto. Le accuse di inquinamento incontrollato e l'associazione tra la presenza di Baker Hughes e l’aumento di tumori sembrano più uno strumento per creare allarmismo che una base per un dibattito serio e documentato. Questo approccio non tiene conto delle esigenze di chi vive e lavora in questa regione, spingendo molti a emigrare verso il Nord in cerca di opportunità. È preoccupante, inoltre, l’utilizzo di retoriche che evocano lo "schiavismo americano", una narrazione inappropriata in una terra dove le opportunità lavorative spesso si riducono a impieghi nelle cooperative agricole. Ridurre l’intera questione a slogan e paragoni storici non serve a risolvere i problemi reali del territorio».

Poi aggiunge: «Uno degli argomenti più controversi è la collocazione dell’impianto. Si parla di una "terra di mezzo", un’area non ben definita tra il porto e la zona industriale. Ma se davvero l'impianto fosse così inquinante, spostarlo nella zona industriale cambierebbe davvero la situazione? La realtà è che Baker Hughes necessita di una posizione strategica per la logistica delle sue strutture, e il porto rappresenta una risorsa fondamentale per la realizzazione dei suoi progetti. Il porto, libero e idoneo, rappresenta una risorsa unica per l’intera regione. L’opportunità di far convivere industria, turismo e pesca in modo simbiotico non dovrebbe essere persa. Invece di alimentare dubbi e paure con mezze verità, è il momento di prendere una posizione chiara e informata, per il bene del territorio. Dobbiamo smettere di rimanere impantanati in una posizione di indecisione».

«I "no" del passato – conclude - dovrebbero spingerci a riflettere su quali siano le vere opportunità per il futuro. Un dialogo costruttivo, lontano dalle ideologie politiche e dalle paure infondate, è l'unica via per garantire un futuro prospero a questa terra. La creazione di un tavolo di confronto, dove tutti gli attori coinvolti possano discutere con cognizione di causa, è urgente e necessario. Solo così potremo gettare il cuore oltre l'ostacolo, per il bene del nostro territorio».

Rita Rizzuti
Autore: Rita Rizzuti

Nata nel 1994, laureata in Scienze Filosofiche, ho studiato Editoria e Marketing Digitale. Amo leggere e tutto ciò che riguarda la parola e il linguaggio. Le profonde questioni umane mi affascinano e mi tormentano. Difendo sempre le mie idee.