La protesta per la riapertura del Chidichimo si sposta in Consiglio regionale
Pronta un'interrogazione dei consiglieri regionali Laghi e Tavernise. Intanto (Sinistra)2 mette sul banco dell'accusa il commissario ad acta Dora Di Francesco: «Non si è presentata all'udienza del Consiglio di Stato»
TREBISACCE – La protesta del Comitato per la Salute e di (Sinistra)2 innescata per chiedere l’immediata riapertura dell’ospedale “Chidichimo” di Trebisacce dalle strade cittadine arriva in Consiglio Regionale. Il sit-in che giorni scorsi si è tenuto davanti al nosocomio cittadino (leggi qui la notizia) ha formalmente dato mandato ai consiglieri regionali di opposizione, Davide Tavernise e Ferdinando Laghi (presenti a sostegno della manifestazione) di portare la protesta all’interno dell’aula di Palazzo Campanella.
«L'Alto Jonio - si legge nella nota a firma del Laboratorio politico di (Sinistra)2 - chiede giustizia ma la Regione Calabria continua a mortificarne la speranza. Mentre le popolazioni locali scendono in piazza per esigere la riapertura dell'Ospedale a Roma la commissaria ad acta Dora Di Francesco, che dovrebbe dare un senso pratico alle sentenze favorevoli alla riapertura del presidio sanitario calabrese, non si presenta all'udienza del Consiglio di Stato, inscenando l'ennesimo atto vergognoso e criminale a danno delle periferie sibarite».
Intanto, (Sinistra)2 ritorna sul successo della manifestazione di giovedì scorso ringraziando quanti, cittadini, associazioni, partiti e amministratori del territorio: «la partecipazione che abbiamo registrato lascia ben sperare». «La lotta – aggiungono dal collettivo (Sinistra)2 - per riaprire l'Ospedale dell'Alto Jonio, quindi, prosegue. Anche e soprattutto dopo l'ennesimo tradimento romano di chi non ha alcuna intenzione di rispettare la dignità delle periferie joniche. La misura è colma: non ci fermeremo».