Aggressioni negli ospedali di Corigliano-Rossano: «Episodi di una gravità inenarrabile»
Dopo i fatti del "Compagna" la Uil Funzione pubblica alza il tiro: «Un Pronto Soccorso non può rimanere senza adeguate misure di sicurezza»

CORIGLIANO-ROSSANO - Dopo l’aggressione avvenuta all’interno del presidio ospedaliero di Corigliano, accaduta nella notte di venerdì arriva la solidarietà ai professionisti, da parte della Uil-Fpl, che denuncia ancora una volta le condizioni disumane di lavoro a cui è costretto il personale sanitario.
Il sindacato Uil-Fpl, attraverso Paolo Cretella, Walter Bloise e Giannantonio Sapia rispettivamente segretario generale della Uil Cosenza, subcommissario della Uil-Fpl e segretario aziendale dell'area ionica, esprimono piena solidarietà al personale del Pronto Soccorso dell’Ospedale “Compagna” di Corigliano, aggredito durante lo svolgimento delle proprie funzioni. La sigla sindacale ha definito l’episodio «di una gravità inenarrabile, nei confronti di professionisti diligenti e scrupolosi nell’adempimento delle proprie mansioni».
L’accaduto per la Uil-Fpl mette in evidenza un malcontento generale della popolazione nei confronti della Sanità Locale, «ma, ancor peggio, lo stato di abbandono in cui versa la realtà degli ospedali di Corigliano e Rossano, soprattutto per quanto concerne il Pronto Soccorso, punto di partenza di ogni nosocomio. Si critica anche il fatto di come in passato si siano gia verificati altri episodi simili, «denunciati senza mai alcuna risoluzione».
«Un Pronto Soccorso non può rimanere senza adeguate misure di sicurezza, senza un sistema di video sorveglianza che registri gli eventi, senza un numero adeguato di medici ed infermieri, criticità croniche. Argomenti questi già trattati più volte alla presenza dei vertici dell’ASP, poco tempo addietro. Soltanto promesse!».
Dal sindacato, infine, si sottolinea che quanto rappresentato evidenzia uno stato di disagio e di malumore, «ma soprattutto di paura, del personale sanitario costretto, da anni, a lavorare senza garanzie, in uno stato di abbandono palese ignorato, da molti anni ormai, dalla politica regionale».