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Una balenottera al tramonto: una meraviglia che balza fuori dalle limpide acque Ioniche - VIDEO

2 minuti di lettura

AMENDOLARA - Una balenottera al tramonto. Sì sa, nell'era un cui la rete vola e viaggia più veloce della luce ci siamo imbattuti su Facebook in un video incredibilmente spettacolare, che dopo poco è diventato virale per la sua bellezza e straordinarietà. A postare è Marco Ardito che - si evince dal suo profilo - è un amante della pesca, della natura e soprattutto dell'immensità del mare.

Ci troviamo ad Amendolara: atmosfera dai colori sublimi, una calma ed un silenzio rilassante. Nel riprendere questo immenso spettacolo della natura, Marco da sopra il suo gommone che ha una vista da urlo: una balenottera a pochissimi metri di distanza che balza fuori dall'acqua: «Siamo ad Amendolara, alto Jonio cosentino. È enorme - dice Marco con voce stupita nel video riferendosi alla balena. Che bello».

«È da circa 20 minuti che questa balenottera mi gira intorno, e cosa molto interessante - dice Marco amante della pesca sportiva - sotto di essa ci stanno anche i tonni! Un evento del genere non può che destare ammirazione e stupore. Della presenza nel mar Jonio di questi intriganti e misteriosi mammiferi se ne parlava già nel 2015, quando attraverso una ricerca condotta pubblicata sulla rivista Plos one, che si basava sui dati raccolti dall'osservatorio sottomarino multidisciplinare Nemo-Sn1 ospitato, a 2.100 metri di profondità al largo di Catania, nell'infrastruttura sottomarina che l'istituto nazionale di fisica nucleare ha realizzato per il telescopio per neutrini Km3net.

L’osservatorio ascolta il passaggio delle balenottere dalle profondità del mare. A monitorare la presenza dei cetacei, sensori acustici posizionati sull'infrastruttura subacquea, in funzione 24 ore su 24, ascoltando, registrando e inviando i segnali catturati a un laboratorio nel porto di Catania, parte delle infrastrutture dei laboratori nazionali del sud dell'Infn (Istituto nazionale di fisica nucleare). Ma, di recente scopriamo che non sono solo le balene a contribuire alla vasta fauna presente nei nostri mari, ma anche la presenza delle foche monache che qualche tempo fa sono state avvistate nell’area marina protetta di Capo Rizzuto (Approfondisci qui la notizia ) e di esemplari di squali che giungendo nelle acque ioniche si sono affacciati addirittura a riva (Approfondisci qui la notizia).

Soprattutto quest’ultima notizia ha destato paura e preoccupazione per chi si trovava in spiaggia o semplicemente guardava il video dello squalo a riva. Ma, anche su questo abbiamo avuto modo di approfondire grazie alle preziose competenze di uno dei maggiori esperti di squali, prof. Emilio Sperone, docente di zoologia marina all’Università della Calabria, che nel corso dell’intervista ha affermato: «Come tutti gli animali, anche gli squali hanno l’istinto di sopravvivenza e diventano pericolosi quando si sentono aggrediti e/o in pericolo ma – continua Sperone – sono rarissimi i casi in cui un essere umano sia stato sbranato da uno squalo, al massimo può essere morso e purtroppo può dissanguarsi». (Puoi approfondire qui la notizia ).

La presenza di questi animali, potrebbe dipendere da diversi fattori: Cambiamenti climatici, perdita del senso d’orientamento, aggressioni involontarie durante la pesca da parte dell’uomo. Ma, è pur vero che la presenza di questi meravigliosi animali nei nostri mari, ci può fare solo ben sperare.

(Fonte facebook Marco Ardito)

Veronica Gradilone
Autore: Veronica Gradilone

26 anni. Laurea bis in Comunicazione e Tecnologie dell’Informazione. Mi piace raccontare le storie, non mi piace raccontare la mia