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Continua la mattanza sulla strada della morte. La politica trovi 5,4 miliardi per la Rossano-Crotone

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CORIGLIANO-ROSSANO - La mattanza continua sulla strada della morte. Ieri mattina un'altra giovane vittima, Gaetano Ruffo di 17 anni, ha perso la vita lungo il tratto di Statale 106 a sud di Corigliano-Rossano, tra località Lampa e Toscano, proprio nello stesso medesimo posto in cui, lo scorso anno, perse la vita nelle stesse circostanze un padre di famiglia, e non troppo distante dall'altro punto in cui, sotto Capodanno, è morta anche un'anziana donna, investita. 

Questa arteria, che attraversa la Calabria orientale, è disseminata di lapidi e di croci eppure rappresenta ancora oggi l'unica, arretrata, via di connessione per l'intera area jonica. Un'infrastruttura ferma all'Ottocento, una vergogna inaudita che grida giustizia.

Di fronte all'ennesima tragedia, le voci di protesta si sono levate con forza. Giuseppe Graziano, Presidente regionale di Azione, ha commentato stamani la morte del giovane Gaetano con un monito chiaro: «La Sibari-Rossano subito; la Rossano-Crotone subitissimo». Non c'è più tempo per i compromessi sulla sicurezza di chi percorre questa strada maledetta. La Calabria Jonica ha diritto a un'infrastruttura civile e sicura.

L'emergenza è lampante, e la politica non può più permettersi alibi o tergiversazioni. A nostro avviso, il commissariamento dell'opera per l'ammodernamento della Statale 106 è stata una vera e propria benedizione. Questa misura, infatti, bypassa codici, cavilli e quei veti che per decenni hanno bloccato ogni possibilità di avere una strada moderna e sicura; scioglie i nodi burocratici e soprattutto annulla le preclusioni legate alle rivendicazioni o addirittura i veti territoriali che spesso sono solo di singoli cittadini. Oggi, l'obiettivo primario deve essere la messa in sicurezza delle persone, ovunque il tracciato passi. Troppe morti, troppo dolore, troppi giovani che non ci sono più per colpa di questa strada.

Certo, la colpa per la mancata osservanza delle regole del Codice della Strada da parte degli utenti c'è. Ma non può essere un paravento per giustificare decenni di totale inerzia dello Stato. Perché viene da chiedersi: dove esistono strade moderne e sicure perché gli incidenti mortali sono stati ridotti al lumicino, o addirittura debellati? Siamo davvero così sicuri che lì tutti siano bravi osservatori delle regole e qui, invece, tutti trasgressori? La risposta è no. Assolutamente no! Fornire infrastrutture civili e sicure deve essere la priorità assoluta, su tutto.

Ecco perché è tempo di agire. I lavori per i lotti Sibari-Corigliano-Rossano e Crotone-Catanzaro devono partire immediatamente. Ma la politica deve trovare subito i fondi necessari, anche se ingenti, per completare i tratti intermedi della Corigliano-Rossano-Crotone e della Catanzaro-Reggio Calabria. Costi quel che costi, e a dispetto di quei "falsi moralisti" che sulle tragedie di questa strada hanno costruito solo carriere personali.

Anas ha già i progetti, sono pronti. Non piacciono? È una questione di gusti ma rispondono perfettamente ai canoni della sicurezza, dello sviluppo e della sostenibilità sociale ed economica. Questa è l'unica cosa che conta. Vanno solo finanziati.

In particolare, per il tratto Corigliano-Rossano-Crotone, che è quello che oggi registra il maggior numero di incidenti mortali a causa della sua arretratezza, esiste un tracciato in variante. Questo percorso, che parte dal viadotto Coserie (punto di arrivo della futura Sibari-Corigliano-Rossano), attraversa l'entroterra della Valle del Trionto e della Sila Greca, per poi ricongiungersi alla costa dopo l'abitato di Cariati. Si tratta di una strada di Categoria B, a quattro corsie, che ha già ricevuto il benestare dei Comuni interessati. Proprio Anas ha già avviato il Progetto di Fattibilità Tecnico-Economica che si trova attualmente alla Valutazione di Impatto Ambientale, gestita dagli uffici del Dipartimento Assetto del Territorio della Regione Calabria.

Una volta concluso questo iter, che non dovrebbe richiedere tempi lunghi, si passerà alla Conferenza dei Servizi per i pareri decisori. Dopodiché, l'unico ostacolo rimarranno i soldi: 5,4 miliardi di euro. Sono troppi? Sono insostenibili? Riteniamo che siano la giusta compensazione morale da parte dello Stato per le troppe vittime che hanno spezzato la loro vita lungo questa strada maledetta. È un investimento non solo economico, ma etico, per garantire un futuro più sicuro a chi percorre la Statale 106.

Marco Lefosse
Autore: Marco Lefosse

Classe 1982, è schietto, Idealista e padre innamorato. Giornalista pubblicista dal 2011. Appena diciottenne scrive alcuni contributi sulla giovane destra calabrese per Linea e per i settimanali il Borghese e lo Stato. A gennaio del 2004 inizia a muovere i passi nei quotidiani regionali. Collabora con il Quotidiano della Calabria. Nel 2006 accoglie con entusiasmo l’invito dell’allora direttore de La Provincia, Genevieve Makaping, ad entrare nella squadra della redazione ionica. Nel 2008 scrive per Calabria Ora. Nell’aprile 2018 entra a far parte della redazione di LaC come corrispondente per i territori dell’alto Jonio calabrese. Dall’1 giugno del 2020, accoglie con piacere ed entusiasmo l’invito dell’editore di guidare l’Eco Dello Jonio, prestigioso canale di informazione della Sibaritide, con una sfida: rigenerare con nuova linfa ed entusiasmo un prodotto editoriale già di per sé alto e importante, continuando a raccontare il territorio senza filtri e sempre dalla parte della gente.