«Sia un 25 aprile non solo da commemorare, ma anche come monito contro i nuovi nazionalismi»
È il messaggio del Pd di Corigliano-Rossano: «La resistenza di ieri e la resistenza dell’oggi valgano come barriera contro ogni nazionalismo e sovranismo, che sono causa di egoismi, di conflitti e di isolamento»
CORIGLIANO-ROSSANO - «In Italia, come in altri Paesi dell’Europa, la pace è stata conquistata con la resistenza e la nostra Repubblica è stata fondata sulla liberazione dall’invasore germanico, sulla sconfitta del nazifascismo e delle idee di suprematismo e nazionalismo. Dalla resistenza è nata la Repubblica democratica, che oggi consente a tutti di poter esprimere liberamente le proprie idee. La grande tragedia della guerra del ‘900, con l’invasione delle forze tedesche di gran parte dell’Europa, per velleità di dominazione assoluta su una presunta superiorità di razza, l’eliminazione di milioni di ebrei, la deportazione nei campi di sterminio, non può non avere insegnato il valore pieno e incondizionato della libertà e della democrazia di tutti i popoli. Nuovi nazionalismi minacciano la pace e la libertà dei popoli, anche nel cuore dell’Europa».
È quanto si legge nella nota stampa del Pd di Corigliano-Rossano che così continua: «Nelle nostre democrazie si annida il rischio delle conseguenze del nuovo suprematismo, che mette a rischio la convivenza democratica e la pace tra i popoli. Le democrazie si stanno rivelando deboli rispetto a questo pericolo, perché da un verso non riescono a rispondere ai bisogni dei popoli e per altro verso sono eccessivamente divise al loro interno. La libertà dei popoli e la democrazia dei Paesi devono essere sempre salvaguardati, a prescindere dagli interessi economici e dalle proprie convenienze. Un’Europa, che oggi guarda con preoccupazione alla guerra in Ucraina non può non guardare anche ai tanti altri conflitti presenti nel mondo e deve avviare una maggiore politica di integrazione europea».
«L’Europa, l’Italia – aggiungono - di fronte all’invasione dell’Ucraina hanno sentito il dovere di intervenire anche con aiuti militari per consentire al popolo ucraino di difendersi. Si tratta di una decisone necessitata dal salvaguardare valori come democrazia e libertà. Dalla seconda guerra mondiale, e anche dal più recente conflitto nell’ex Jugoslavia, oggi si avverte con maggiore sentimento l’importanza di presidiare la democrazia e la libertà, messe in discussione anche nel cuore dell’Europa, da ideologie nazionaliste e sovraniste, alimentate da destre populiste e pericolose. Le democrazie occidentali non possono disperdere la memoria storica della resistenza sui cui è stata conquistata la nostra libertà: una memoria che deve darci una maggiore coscienza sociale, tale da vedere senza se e senza ma chi, nel conflitto in Ucraina, è l’aggressore e chi è l’aggredito, chi è l’invasore e chi è stato invaso, chi bombarda anche su civili, su persone in fuga, su cittadini in fila per il pane, su bambini innocenti».
«Ecco perché la resistenza che è storia di libertà, conquistata in Italia ed In Europa con il sacrificio della vita di milioni di persone, deve essere non solo un ricordo da commemorare ma un patrimonio da difendere e un monito contro la guerra in Ucraina e contro tutte le guerre presenti e dimenticate in ogni angolo del mondo. La resistenza di ieri e la resistenza dell’oggi valgano come barriera contro ogni nazionalismo e sovranismo, che sono causa di egoismi, di conflitti e di isolamento» concludono.