Intellettuali e scienziati insieme in un excursus che ci porta nel cuore dei Fuochi di San Marco
I fuochi non sono un evento fine a se stesso. Ci parla di maremoti, di tragedie, persino del passaggio di una meteora: tutte le testimonianze raccolte, in un evento che spiega cosa spinse i rossanesi a ricordare il terremoto del 1836
CORIGLIANO-ROSSANO – La festività di San Marco, con i suoi tradizionali fuochi, verrà aperta sabato 23 aprile da un convegno che si terrà nella sala Rossa di palazzo San Bernardino, “Memoria di un terremoto” alle ore 18, nel centro storico di Rossano.
Raggiungiamo l’organizzatore dell’evento, Tonino Caracciolo, geologo, ex sindaco di Rossano, fondatore dell’associazione Rossano Recupera, che ha la mission di recuperare la memoria materiale e immateriale della città. Solo attraverso le quote dei 56 soci, l’associazione autofinanziata, può già vantare il restauro tra le altre cose, della fontana di piazza Grottaferrata, riportata agli splendori di metà ’800 e il progetto di fondare il Museo della Memoria della Città, nell’ex Pescheria nel centro storico di Rossano, con già pronti i reperti da esporre.
Da questa premessa, si evince come questa giovane associazione, nata tre anni fa, ma già attiva sul campo, non potesse che aprire le danze della ricorrenza dei fuochi di San Marco: «Bellissimo il folklore, ma ancora più interessante la documentazione che testimonia Rossano prima, durante e dopo il nefasto terremoto del 1836 che mise in ginocchio l’intera popolazione – afferma Tonino Caracciolo – ricordiamoci che la città attuale, sorge sulle vestigia di quel terribile momento».
Tanto il materiale raccolto, dai documenti custoditi nell’Archivio storico di Stato di Cosenza e quello storico del comune di Corigliano-Rossano, a quelli custoditi dalle parrocchie e dei privati cittadini, tutto riportato in un percorso di 22 pannelli “Il gran tremuto del 1836”, esposti nella sala Grigia di palazzo San Bernardino.
Partendo dai relatori, si apre un mondo quasi sconosciuto attraverso il quale, ci sembra di ritornare indietro nel tempo, dall’introduzione di Martino Rizzo, all’intervento di Giovanna Chiodo, specialista in terremoti, soprattutto quelli che hanno toccato la Calabria, tra cui quello del 1836, che superò la magnitudo 7 della scala Richter.
Il professore Gennaro Mercogliano, amante e grande conoscitore della storia di Rossano, introdurrà al terremoto attraverso la poesia, perché molte furono le testimonianze riportate in versi, che descrivono il tragico evento.
Tonino Caracciolo farà invece un excursus tra i documenti acquisiti: «Che a volte assumono una nota tra il tragico e il comico – ci confessa - riporteremo le testimonianze di Amarelli sul maremoto che ci fu e quelle dei pescatori di allora che videro risucchiare dallo tsunami le loro imbarcazioni, oltre agli zampillii di sabbia che durarono 3/4 giorni, conseguenza del terremoto. Parleremo della pioggia e del freddo di quei giorni, che spinsero i rossanesi a ripararsi fuori da ciò che restava delle loro abitazioni, all’aperto davanti ai fuochi, quelli che ancora oggi, sono il simbolo della manifestazione».
Caracciolo, con l’aiuto della geologa Pinuccia Forciniti, ha raccolto documenti e storie inedite. Tra le più interessanti, quella che è riportata su quasi ogni scritto dell’epoca: il passaggio di una meteora prima del terremoto: «Il rombo descritto dalle cronache, scientificamente potrebbe essere dovuto ad un temporale, quindi a tuoni e lampi. Sicuramente sono molte le scoperte fatte che ci hanno riportato a rivivere quei momenti di paura insieme ai rossanesi di allora. Con questo evento ci auguriamo di trasmettere uno scorcio della nostra storia, non solo a livello documentale, ma anche emotivo».
Un percorso sensoriale ed intellettuale coinvolgente, dove il senso di una catastrofe e dello stesso istinto di sopravvivenza, che appartiene alla memoria di tutti noi, viene recuperato a 360 gradi.