1 ora fa:Gestione e uso campi sportivi a Co-Ro, Lucisano accusa: «Situazione poco chiara»
2 ore fa:Gli studenti del Majorana protagonisti dell'evento fieristico Macfrut di Rimini
15 minuti fa:VOLLEY | Cuore calabrese, trionfo trentino: Lavia e Laurenzano sono Campioni d'Italia 2025
16 ore fa:Pedro's diventa Cavaliere della Cucina italiana nel mondo
45 minuti fa:Monte San Marco: I Quadènè alla scoperta delle grotte più profonde della Calabria
1 ora fa:«Trasformare in reddito per le popolazioni locali i Parchi Marini e le Aree Protette della Regione»
3 ore fa:"Schierarsi" chiede l’adeguamento dei marciapiedi della stazione di Sibari
2 ore fa:Ospedale Cariati, Straface: «Era un ospedale chiuso. Sta tornando alla normalità»
15 ore fa:Extra Omnes
4 ore fa:Al Polo liceale di Rossano l'evento informativo "Come cambierà l'accesso a medicina"

Ad Acquaformosa inaugurato il ristorante parrocchiale, che promette piatti "DiVini"

1 minuti di lettura

ACQUAFORMOSA – Dopo due anni di fermo pandemico e piani di ripopolamento che stentano a partire, in Calabria ci si rimbocca le maniche e ognuno, cerca di fare del suo meglio per costruire qualcosa di buono e redditizio, nella terra natìa.

Chi può, fa! Questa la formula messa in pratica ad Acquaformosa, comune nel cosentino di 998 abitanti, borgo la cui origine risale al 1140. Nato sulle terre donate dal conte Ruggero e sua moglie Basilia, signori dell’odierna Altomonte, ai monaci cistercensi dell’Abbazia Santa Maria della Sambucina di Luzzi. Terre che includevano l’Abbazia di Santa Maria di San Leucio, attorno alle quali nacque proprio Acquaformosa.

Come la maggior parte dei borghi calabresi, soffre del problema dello spopolamento dovuto a disoccupazione e mancanza di investimenti in attività commerciali. Ma ci pensa la parrocchia di San Giovanni Battista a fare qualcosa. Infatti oltre all’ospizio, che impiega diverso personale qualificato, la chiesa del paese ha inaugurato il 29 aprile il ristorante Sapori DiVini, che è gestito da abitanti del posto facenti parte delle associazioni del territorio.

L’iniziativa parte da don Raffaele De Angelis, parroco di San Giovanni, infaticabile promotore delle risorse del territorio, che tra ospizio e ristorante, siti nei locali adiacenti la chiesa, costruita dagli albanesi agli inizi del 1500, ha ideato un sistema che da lavoro ai residenti, allontanando lo spettro dello spopolamento.

Il ristorante “parrocchiale” presenta un’ottima cucina della tradizione dove il piatto forte sono le “strille con i fagioli”, ha un’ottima carta di vini e una vista panoramica che lascia senza fiato. Inoltre il borgo presenta tutte quelle bellezze culturali e architettoniche tipiche dei luoghi arbëreshe.

 

Francesca Sapia
Autore: Francesca Sapia

Ha due lauree: una in Scienze politiche e relazioni internazionali, l'altra in Intelligence e analisi del rischio. Una persona poliedrica e dall'animo artistico. Ha curato le rassegne di arti e cultura per diversi Comuni e ancora oggi è promotrice di tanti eventi di arti visive