Stasi avverte: «Il ciclo dei rifiuti regionale scoppierà come una bolla. Il sistema è insostenibile»
Il sindaco di Co-Ro: «I Comuni fanno il massimo, ma non basta. Molto grave e preoccupante è l'assenza di impianti di conferimento degli scarti. Questi vanno in circuiti fuori Regione. L'aumento dei costi ricade sulle comunità»
CORIGLIANO-ROSSANO - «Ritengo opportuno informare la comunità rispetto a quanto sta accadendo relativamente al ciclo dei rifiuti anche alla luce di ricostruzioni, non sempre complete o precise, della situazione attuale che ho avuto modo di leggere».
È quanto afferma in una nota stampa il sindaco di Corigliano-Rossano, Flavio Stasi che così continua: «Partiamo dalla questione "pagamenti" che spesso viene tirata in ballo come causa prima di ogni problema, attribuendo ai Comuni il ruolo di "cattivi pagatori". Ormai da alcune settimane il problema è di carattere esclusivamente amministrativo, e non finanziario, dal momento che – per ragioni personali – il Direttore dell'ATO si è dovuto assentare, rendendo impossibile la produzione degli atti propedeutici ai pagamenti. In molti, infatti, sono convinti che l'ATO disponga di una struttura elefantiaca, non sapendo che in realtà amministrativamente è retto da una sola persona, il ché dovrebbe far riflettere».
«Per cercare di uscire da questa situazione, - spiega il primo cittadino - il Comune di Corigliano-Rossano, come accaduto altre volte, ha dato disponibilità di un proprio funzionario del settore Ambiente per svolgere temporaneamente il ruolo di Direttore, ed in queste ore lo stesso sta procedendo a prendere contezza della documentazione: non si può di certo chiedere ad un funzionario pubblico di firmare atti senza studiarne i contenuti. Il pagamento dei comuni brutti e cattivi, quindi, in questa fase non c'entra nulla, fermo restando che se ci sono enti comunali che hanno difficoltà a pagare con puntualità, non è detto che sia per mancanza di volontà».
«Il secondo problema, - aggiunge - questo purtroppo molto più grave e preoccupante, è l'assenza di impianti di conferimento degli scarti. Ho letto ricostruzioni secondo le quali la chiusura dell'impianto di Bucita imporrebbe l'attivazione di costosi circuiti di smaltimento fuori regione: sbagliato. Gli scarti vanno già da mesi in questi circuiti, e sono sempre più costosi: questa è la ragione per la quale ormai da due anni sostengo che il ciclo dei rifiuti regionale scoppierà come una bolla perché insostenibile dal punto di vista finanziario, e che serve un intervento della Regione perché né i comuni né le aziende saranno in grado di reggere. L'aumento dei costi ricade sui comuni e sulle comunità, sterilizzando gli effetti positivi della differenziata e scoraggiandola, aggravando ulteriormente il problema».
«Ad ogni modo – prosegue - i potenziali siti di conferimento restano pochi ed insufficienti, e per quantità residuali a Cassano, San Giovanni, in parte a Lamezia e così via. In prospettiva esiste il progetto di realizzare un nuovo sito a San Giovanni in Fiore, anche di stoccaggio, ma è evidente come per uscire dalla fase attuale serva una soluzione straordinaria che i singoli comuni - e probabilmente neanche l'ATO - sono in grado di mettere a terra».
«Questa situazione è la conseguenza della eredità nefasta di anni di commissariamento, che ha lasciato un sistema impiantistico deficitario soprattutto in provincia di Cosenza, ma anche della legge istitutiva degli ATO che – di fatto – ha passato a questi organi assembleari molte responsabilità ma pochissimi poteri. La legge è del 2014 ed ebbi modo di sottolinearlo proprio nella Commissione Regionale competente: forse dopo sette anni è giunto il momento di modificarla. L'Ufficio di Presidenza dell'ATO si riunirà nuovamente lunedì prossimo provando a trovare ad affrontare per l'ennesima volta questa situazione» conclude.