13 ore fa:Centro Democratico: «Cassano ultima per reddito pro capite in provincia, la situazione è gravissima»
10 ore fa:A Castrovillari arriva un importante evento regionale di Judo
14 ore fa:Spopolamento, Rapani (FdI) sostiene un disegno legge per la valorizzazione dei borghi e dei centri storici
14 ore fa:Alta velocità, chiesto un incontro urgente a Occhiuto che «non può decidere di "non decidere"»
11 ore fa:Malattie croniche e alimentazione: cambiare abitudini è il primo passo per condurre una vita sana
15 ore fa:Il rossanese Domenico Tedesco sarà premiato dall'associazione Peter Pan
12 ore fa:Studenti belgi in visita all'Associazione Matrangolo di Acquaformosa
16 ore fa:All'Unical la presentazione del libro “La responsabilità disattesa”
11 ore fa:Ponte del primo maggio: tempo in graduale miglioramento sulla Calabria del nord-est
16 ore fa:«Investire nell'aeroporto di Crotone per sviluppare collegamenti internazionali, specialmente con la Germania»

Spoke Co-Ro, personale sanitario sull'orlo della disperazione

1 minuti di lettura

CORIGLIANO-ROSSANO - Covid, l'ospedale spoke di Corigliano-Rossano è una trincea aperta sul fronte: ha tutti i lati scoperti e per questo è vulnerabilissima. Chi in quel fronte ci vive e opera quotidianamente ormai non ne può più. Il personale sanitario è sull'orlo della disperazione. Sono pochi e anche male organizzati, lavorano in una struttura che non tutela affatto loro tantomeno i pazienti.

È la tristissima situazione che, ad esempio, vivino gli infermieri del Pronto soccorso del "Giannettasio", quelli più a rischio tra tutti perché ogni giorni operano in un ambiente lavorativo che è diventato una vera e propria bomba biologica

«Si pone il problema degli ambienti misti - scrivono in una nota indirizzata al presidente Occhiuto, al commissario dell'Asp La Regina, al direttore sanitario aziendale reggente Muraca, al direttore sanitario del presidio ospedaliero Carino e al direttore dell'unità operativa di Pronto soccorso Straface - in cui  giungono pazienti da tutte le parti e con varie patologie  (aria medica e aria chirurgica), ma  non vengono sottoposti a tampone, prima di accedere in pronto soccorso, come si dovrebbe. Non c’è organizzazione nei soccorsi. Quindi a distanza di tempo si scoprono pazienti positivi al Covid che soggiornano vicini a pazienti No Covid».

Insomma, una situazione insostenibile. Una situazione che - tra l'altro - rischia di far diventare lo stabilimento del "Giannettasio" un reale focolaio di contagio (e chissà non lo sia già!).

«Non si può continuare con un pronto soccorso misto, senza avere locali idonei» scrivono per inciso gli infermieri. E poi aggiungono: «Siamo sfiniti data l’eccessiva mole di lavoro, e dalla cattiva organizzazione della struttura. Durante la precedente ondata, si era decisi nel tenere il pronto soccorso di Rossano Covid e il pronto soccorso di Corigliano per tutte le altre patologie. I risultati sono stati apprezzabili e meno devastanti allora, nonostante la precarietà del momento tristissimo».

A questo punto ci si chiede: cosa si aspetta ad aprire l'ospedale di Cariati e allegerire la pressante richiesta Covid dai due ospedali spoke di Corigliano-Rossano?

Marco Lefosse
Autore: Marco Lefosse

Classe 1982, è schietto, Idealista e padre innamorato. Giornalista pubblicista dal 2011. Appena diciottenne scrive alcuni contributi sulla giovane destra calabrese per Linea e per i settimanali il Borghese e lo Stato. A gennaio del 2004 inizia a muovere i passi nei quotidiani regionali. Collabora con il Quotidiano della Calabria. Nel 2006 accoglie con entusiasmo l’invito dell’allora direttore de La Provincia, Genevieve Makaping, ad entrare nella squadra della redazione ionica. Nel 2008 scrive per Calabria Ora. Nell’aprile 2018 entra a far parte della redazione di LaC come corrispondente per i territori dell’alto Jonio calabrese. Dall’1 giugno del 2020, accoglie con piacere ed entusiasmo l’invito dell’editore di guidare l’Eco Dello Jonio, prestigioso canale di informazione della Sibaritide, con una sfida: rigenerare con nuova linfa ed entusiasmo un prodotto editoriale già di per sé alto e importante, continuando a raccontare il territorio senza filtri e sempre dalla parte della gente.