La devozione di Rossano alla Madonna delle Grazie e quei pellegrinaggi a Nettuno
Storie di ogni giorno che si intrecciano indissolubilmente con riti e memorie delle comunità cattoliche del Mondo. Gino Campana ci racconta di quel viaggio che ogni anno il 4 maggio si compie verso le coste laziali
CORIGLIANO-ROSSANO - La devozione mariana è molto sentita in ogni parte del mondo; dappertutto esistono santuari dedicati alla Madre di Cristo e sono sempre molto frequentati. Nel nostro Paese se ne contano a centinaia e dove non c’è un Santuario, sicuramente c’è una chiesa o un’abbazia dedicata alla Madonna. Restando solo nel nostro circondario si ricordano il Patire con la sua Odigitria, la cattedrale di Rossano con la sua Achiropita, la Madonna di Capo Colonna a Crotone, quella di Manipuglia a Crucoli, la Madonna delle armi a Cerchiara e quella del Pettoruto a San Sosti, ma tanti altri posti sono visitati costantemente da fedeli che vogliono venerare Maria Santissima.
A Rossano, oltre all’Achiropita, è molto sentita la festa della Madonna delle Grazie.
Ogni anno, oltre alle celebrazioni religiose, si tiene una fiera. Le persone meno giovani ricordano certamente l’allegra confusione che si creava in questa occasione e le grandi giocate a noci che i contadini vendevano “tre noci dieci lire”.
La festa ricorre il 12 settembre, quando la chiesa ricorda il Santissimo Nome di Maria; in altre parti del Paese la Madonna delle Grazie viene celebrata il 13 marzo, il 2 luglio, l’otto aprile, il nove ed il 31 maggio. Tutte date che in un certo qual modo ricordano qualche avvenimento riconducibile alla Vergine Maria.
A Nettuno, in provincia di Roma invece si festeggia il 4 maggio, ma la data non è legata ad un episodio riconducibile alla madonna, bensì ad una sua statua lignea.
Si tratta di una rievocazione storica del 1550.
In quel tempo Papa Clemente VII e Enrico VIII, monarca inglese. Il re pretendeva che il Papa riconoscesse nullo il suo matrimonio con Caterina d’Aragona così da poter impalmare Anna Bolena della quale si era perdutamente innamorato, anche nella speranza di potergli dare un figlio maschio che ne garantisse la discendenza.
Al rifiuto del Papa seguì il famoso scisma con la chiesa inglese; Enrico VIII ordinò di distruggere tutte le immagini sacre, tra queste la statua che oggi si venera a Nettuno.
Tante furono le mobilitazioni dei fedeli alla chiesa romana di salvare testi ed immagini sacre e tra queste la statua della Madonna delle Grazie, che era custodita nel Santuario di Our Lady nei pressi di Ipswich. Partiti con un vascello alla volta di Napoli che era sotto il dominio della cattolicissima Spagna, si racconta che il vascello, giunto nei pressi di Nettuno non poteva proseguire il viaggio per il mare tumultuoso e che per ben tre volte il tentativo di riprendere la rotta naufragò miseramente per il mare che tornava ad ingrossarsi.
Da qui marinai ed abitanti locali capirono che la statua doveva restare in quei luoghi.
Dopo averla posta in una chiesetta sul litorale, fu costruita una chiesa più imponente che oggi conserva anche i resti di Santa Maria Goretti, una Santa molto venerata dai cristiani.
Che c’entra questa parte di Calabria con Nettuno? È presto detto: da oltre trentacinque anni una signora rossanese, che ha avuto la sua prima nomina nella scuola proprio a Nettuno, ha conosciuto questa storia e non è mai mancata, negli anni a venire, di tornare per venerare la statua della Vergine.
Da dodici anni a questa parte inoltre Pina Britti, questo il nome dell’insegnante, coadiuvata dalla sorella Mariassunta, organizza un pellegrinaggio e coinvolge oltre sessanta persone affascinate dalla loro fede e dal loro ardore.
Di fronte alla loro passione anche la migliore agenzia di viaggi non potrebbe concorrere perché organizzano tutto nei minimi particolari; fanno sentire i propri amici coccolati in ogni aspetto, dai dolcini durante il viaggio all’ombrellino in caso di pioggia senza contare i doni alla Madonna e le ceste per la processione offertoriale durante la messa della festa che i sacerdoti della basilica sono ben felici di affidare a loro.
Un pellegrinaggio in piena regola quello che le sorelle Britti organizzano ogni anno, ma anche un modo per ritrovare amici d’infanzia, ex colleghe di lavoro e nuovi amici che restano affascinati dal loro amore verso la Vergine.